tag:blogger.com,1999:blog-35073342448796920682024-02-19T18:16:50.355+01:00Petali di LotoIl loto profumato che rallegra il cuore cresce nel fango sul ciglio della strada.
Così fra i ciechi mortali il discepolo del Buddha splende per la sua saggezza.
-Dhammapada-Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.comBlogger221125tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-19798709624223577902020-08-13T22:44:00.000+02:002020-08-13T22:44:25.752+02:00I viaggi di Socrate - Dan Millman<p>
</p><p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhx_NNXPPrnD44BUZUlN7nN8K00HSXPPbpW4JYfgp6RAxm6fkDKnbIO_KsPghoLYsWNcxdvkY3bduMavgbpKLGh6pT6oMLjTL2H1GzfvekSwrweUx6FIJnEKDfE1cXpkUhlTg5pFnyxQMQ/s549/i-viaggi-di-socrate.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="458" data-original-width="549" height="366" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhx_NNXPPrnD44BUZUlN7nN8K00HSXPPbpW4JYfgp6RAxm6fkDKnbIO_KsPghoLYsWNcxdvkY3bduMavgbpKLGh6pT6oMLjTL2H1GzfvekSwrweUx6FIJnEKDfE1cXpkUhlTg5pFnyxQMQ/w439-h366/i-viaggi-di-socrate.png" width="439" /></a></div><p></p><p> </p><p>Con la primavera del 1905 erano trascorsi nove anni dall’arrivo di Sergei a Valaam. Nove anni di servizio, contemplazione e addestramento al combattimento e alla vita. Sergei aveva trentadue anni. L’irruenza giovanile aveva lasciato il posto a uno stato mentale più riflessivo, a un sobrio senso di maturità, umiltà e visione: i primi segni della trasformazione che Serafim gli aveva predetto. <br />Dalla morte di Anya, Sergei aveva dedicato più di dieci anni a preparare la vendetta. A volte continuava a sembrargli giusta e onorevole, altre volte una forma di pazzia. Ma un uomo uccide la tua famiglia e tu gli spalanchi i cancelli dell’inferno, ecco tutto. <br />Era diventato un formidabile guerriero e senza saperlo aveva superato di molto Alexei il Cosacco e Razin. Dentro di lui scorrevano una nuova energia e una nuova forza, un senso di maestria e di invincibilità temperato soltanto dalle regolari bastonate di Serafim. <br />Questa metamorfosi era accompagnata da un senso di impazienza che scorgeva ogni volta che si poneva la domanda che si era fatto tante volte: per quanto tempo ancora lascerò che Dimitri Zakolev calpesti questa terra? La sua mente volava a sud, verso la Zona di Residenza, dove quell’uomo continuava a spargere sangue innocente. <br />Pensava che ormai fosse giunto il momento di andarsene, ma non era facile dire addio. Ammirava e invidiava Serafim per la sua pace interiore, uno stato di grazia che forse Sergei non avrebbe mai conosciuto. Ma aveva intravisto la possibilità di imparare un giorno quello che il vecchio monaco avrebbe voluto insegnargli davvero. <br /><br />La prossima volta che si incontrarono, annunciò la sua decisione: “Serafim, è venuto il momento di andare per la mia strada”. <br />Il monaco si accarezzò la barba e disse: “Così sia. Ma come pensi di sconfiggere tanti uomini se non riesci nemmeno a mettere fuori combattimento questo vecchio monaco?”. <br />“Volete dire che prima di potermene andare devo sconfiggervi?”. <br />“Puoi andartene quando vuoi. Questo è un eremo, non una prigione”. <br />“Vorrei andarmene con la vostra benedizione”. <br />“L’hai avuta sin dal primo giorno, e anche prima di allora...”. <br />“So che capite che cosa intendo, Serafim”. <br />Il vecchio monaco sorrise. “Ormai ci capiamo benissimo. Stavo semplicemente dicendo che, se riesci a sconfiggermi, vorrà dire che sei pronto”. <br />In passato si erano affrontati molte volte, ma questa era diversa. Non si sarebbe più trattato di un bambino contro un gigante. Adesso Sergei non aveva dalla sua solo la rapidità e la giovinezza, ma i frutti di un lungo addestramento. Praticava anche mentre mangiava, lavorava, contemplava, persino nel sonno. Sì, era pronto. <br />Annuì, e Serafim annuì di rimando. <br /><br />Si misero uno di fronte all’altro e iniziarono a studiarsi. Sergei fece un profondo respiro e lanciò un colpo preciso ma ingannevole, tentando una finta. Serafim non abboccò e rimase rilassato, mentre Sergei gli danzava attorno. Poi il vecchio monaco fece un passo in avanti e mosse un braccio. La mossa improvvisa rischiò di sbilanciare Sergei, che riuscì a mantenere l’equilibrio e la concentrazione. Si gettò in avanti per afferrare il suo avversario per la veste... <br />Il suo maestro si spostò come un soffio di vento. <br />Tirò calci, pugni e gomitate, ma Serafim li evitava con tale rapidità che Sergei non trovava mai un punto da colpire. Il suo avversario non era mai dove Sergei si aspettava che fosse. Allora cambiò tattica e invece di cercare l’avversario aprì lo sguardo e la sensibilità a tutto quello che c’era: Serafim, il cielo, la terra... Riuscì a buttarlo a terra, ma cadendo Serafim trascinò con sé Sergei. Si rialzarono nello stesso istante. La lotta continuava, ma il conflitto era scomparso. Non c’erano più, né Serafim né Sergei. Solo energia in movimento. <br /><br />Sergei balzò in avanti, ma prima che il suo piede toccasse il suo suolo, Serafim svanì e ricomparì in un altro punto, mentre con il piede colpiva il polpaccio di Sergei. Sergei cadde e Serafim gli fu subito sopra, pronto a sferrare il colpo decisivo. L’incontro era finito. <br />Fu la prima volta in cui si misurarono in uno scontro quasi vero. Serafim non stava solo giocando con lui, ormai Sergei era troppo bravo. E finalmente Sergei vide le qualità che il suo maestro possedeva e che a lui mancavano ancora. Nonostante la sconfitta, fu un progresso decisivo: in quei pochi istanti, Sergei aveva messo a frutto mesi di allenamento. L’avevano capito entrambi, così come entrambi sapevano che Sergei non se ne sarebbe andato. Almeno, non subito. L’addestramento continuava. <br />Ma sarebbe cambiato al di là di qualunque aspettativa. <br /><br /> <br /><br />La volta successiva, Serafim disse semplicemente: “Tutto ciò che hai imparato è stato solo una preparazione a quello che ti insegnerò adesso. Sarà la tua rinascita, ed è la pratica che mi ha dato le modeste capacità di cui sono in possesso. Avrei potuto insegnartela subito, ma in questo caso ci avresti messo vent’anni. Allenandoti come ho fatto, ho abbreviato i tempi come volevi tu. Con le capacità che hai sviluppato, credo che quest’ultima pratica non ti richiederà più di un anno. Guarda!”. <br />Fu il metodo più radicale di combattimento che Sergei avesse mai visto. Cominciò con una sola parola: “Preparati!”, seguita da altre tre: “Sto per colpirti”. <br />Sergei si rilassò nella consapevolezza allargata a cui era stato addestrato. Attese, vigile. Continuava ad attendere, ma Serafim rimaneva immobile come una statua. Sergei fece un lunghissimo respiro profondo, poi un altro. Poi non si tenne più. “Allora, attaccate o no?”. <br />“Sto attaccando”. <br />“Cosa? Non capisco”. <br />“Sttt! Silenzio, per favore. Le parole spingono l’attenzione verso la mente inferiore e rischi di non vedere quello che sta accadendo”. <br />Nel silenzio che seguì, Sergei riuscì finalmente a vedere che cosa stava accadendo. Il braccio e il corpo di Serafim si stavano effettivamente muovendo verso di lui, ma con una tale lentezza che sembrava fermo. <br /><br />Passò un altro minuto. “Maestro, avete voglia di giocare? Che cosa significa tutto questo?”. <br />“Ascolta ogni momento”, rispose Serafim in tono appena udibile. “Senti tutto il tuo corpo, dalla punta dei piedi alla cima della testa e alle dita delle mani. E armonizza il ritmo della tua risposta al ritmo dei miei movimenti”. <br />Sergei sospirò e iniziò a muoversi con tutta la lentezza possibile. Era frustrante e privo di senso. Ciò nonostante seguì i movimenti del suo maestro per tutti i lunghi minuti che occorsero a Serafim per completare la presa a gancio che aveva iniziato molti minuti prima. <br />Muovendosi con quella lentezza, Sergei si accorse di alcuni punti di sottile tensione nelle gambe, nell’addome e nelle spalle, e li rilassò. <br />Quando il primo movimento fu completato, Serafim ne iniziò un altro, anche se era difficile dirlo con sicurezza. Sergei ruppe il silenzio: “Capisco il valore di praticare lentamente, ma non muoversi affatto? Potrei bloccarvi come voglio, oppure andare in cucina, lavare le pentole e tornare prima che voi mi colpiate”. <br />“Rilassati... respira... guarda”, ripeté Serafim. “Fai come faccio io”. <br />E continuarono a muoversi lenti e silenziosi come il sole che scende nel cielo all’ora del tramonto. <br /><br /><br /><br />Il tempo si fermò mentre la pratica continuava. Passarono intere settimane prima che nei movimenti di Serafim apparisse un cambiamento visibile. Si muovevano ancora come attraverso una densa melassa, ma adesso i loro movimenti erano quasi percepibili. <br />Sergei correggeva gli squilibri di cui fino a quel momento non era mai stato consapevole e imparava a rilassarsi sempre più profondamente nel movimento. Il corpo rispondeva con naturalezza a qualunque situazione, senza nessuno sforzo, e la consapevolezza permeava ogni poro. <br />Iniziò a sentire i sottili rapporti tra le varie parti del suo corpo, gli organi interni, le ossa, le giunture e le linee di energia che partendo dal cuore scorrevano nelle braccia e nelle gambe, che divennero docili estensioni del loro centro. <br />A volte Serafim sussurrava: “Muoviti come un’onda... Cresci, allargati, ricadi...”, ma in genere praticavano in silenzio, perché le parole erano inutili. Il movimento divenne una meditazione profonda e a volte, quando l’energia sgorgava dal cuore, si trasformava in una preghiera. <br />Nei mesi successivi, Serafim continuò ad attaccarlo con quel movimento fluido e lentissimo: un pugno... ginocchio... gomito... mano sinistra... mano destra... colpo diretto... presa... calcio... presa... da tutte le angolazioni. Il sole si muoveva nel cielo, le ombre sulla terra cambiavano, le stagioni si susseguivano. <br /><br />Verso le metà dell’estate, dopo migliaia di attacchi ognuno dei quali prendeva un intero minuto, nacque in Sergei un nuovo senso del ritmo e della fluidità. Da tempo aveva abbandonato i pensieri ed era tutto un gioco di energie. Qualunque risposta avveniva da sola: movimenti privi di pensiero, risposta priva di sforzo. Sergei avrebbe potuto continuare nel sonno, anche se era l’esatto contrario del sonno. Era pura consapevolezza: nessun io, ma solo due corpi che si muovevano come uno solo, come il vento che soffia diverso a seconda della stagione. <br />Quando arrivò l’autunno, i movimenti richiedevano solo quindici secondi, poi dieci, poi cinque... ma Sergei non si era neppure accorto della riduzione dei tempi. Il movimento era diventato immateriale. Qualunque forza lo colpisse, veniva assorbita e restituita e percepiva il processo sin nel midollo. Ormai possedeva le abilità di un maestro, ma non era lui a dirigerle. <br />Con l’inverno, gli attacchi divennero sempre più veloci. Sergei li neutralizzava tutti rimanendo semplicemente consapevole, senza fare nulla volontariamente. <br />In un momento di grazia, Sergei “vide” l’eleganza e l’efficacia dei movimenti di Serafim e ne rimase profondamente meravigliato. Ma la cosa più incredibile era che sapeva fare lo stesso. <br />Aveva abbandonato ogni resistenza della mente e del corpo ed era diventato vuoto, un canale in cui scorreva l’energia vitale. Prima aveva imparato a credere a Serafim, poi a credere al suo corpo e adesso era arrivato finalmente a credere in Tutto Ciò Che È. <br /><br />Un’altra primavera arrivò nel ciclo delle stagioni. I colpi di Serafim erano veloci come il lampo, così veloci che l’occhio non riusciva a coglierli, ma ormai non faceva nessuna differenza. Solo un anno prima, Sergei non sarebbe neppure riuscito a vederli, per non parlare di pararli. Ma adesso la velocità con cui venivano portati non costituiva più un problema. <br />Poi, senza preavviso, durante un attacco, Serafim si fermò. <br />Sergei cadde quasi. Il suo corpo era un’unica vibrazione. Sentiva un’aura di energia che li attorniava. <br />“Un bel movimento, vero?”, disse Serafim. <br />Sergei annuì sorridendo, mentre il sole primaverile calava all’orizzonte. <br />“Qual è la prossima pratica?”, chiese. <br />“Nessuna. Abbiamo finito”. <br />Per qualche secondo, Sergei udì solo il vento che soffiava tra gli alberi. Non essendo sicuro di avere capito, chiese conferma: “Volete dire che il mio addestramento è completo?”. <br />“L’addestramento non finisce mai”, rispose Serafim. “Continua a evolvere, a seconda degli obiettivi. Ma adesso conosci l’essenza del movimento e della vita. Hai anche imparato qualcosa sull’arte del combattimento. Hai avuto quello che volevi”. E aggiunse: “Domani andremo a fare una passeggiata e dimenticheremo ogni desiderio di vendetta. Ci sono scopi molto più elevati”. <br />“Ma Serafim, voi sapete benissimo...”. <br />“Domani. Ne riparleremo domani”. <br /><br /> <br /><br />Il giorno dopo, Sergei riprese la frase che aveva interrotto: “Voi sapete che ho fatto un voto sulla tomba della mia famiglia”. <br />“Un voto fatto a te stesso, non a Dio. In verità, Socrate, non hai altri nemici che te stesso. Trova la pace dentro di te e nessuno potrà mai sconfiggerti. E tu non vorrai sconfiggere nessuno”. <br />Camminarono a lungo in silenzio, prima che Sergei rispondesse. “Un mio antico insegnante diceva che prendere un impegno significa fare quello che ci si è proposti di fare, o morire nel tentativo”. Guardò negli occhi Serafim. “E io ho preso un impegno, padre Serafim. Devo portarlo fino in fondo”. <br />Il vecchio monaco sembrava molto stanco. “Non vorresti rimanere con noi, come uno di noi, solo per qualche anno?”. <br />“Mentre quegli uomini continuano a uccidere?”. <br />“Gli uomini uccidono su tutta la terra, Socrate. La natura uccide, con le tempeste, i terremoti, le malattie e le carestie. In questo momento, migliaia e migliaia di innocenti stanno morendo. Ne sei forse responsabile? Chi ti dà il potere di decidere chi deve vivere e chi deve morire? Chi sei tu per pretendere di conoscere il volere di Dio?”. <br />“Di quale Dio parlate, padre Serafim? Del Dio di misericordia e di giustizia che nella sua infinita saggezza mi ha tolto la mia famiglia? È questo il Dio che voi pregate?”. <br />Serafim sollevò le sopracciglia canute con aria perplessa ma felice. “Finalmente ti poni la domanda che ha gravato sulla tua anima per tutto questo tempo, Socrate! Vorrei avere una risposta, parole dolci per lenire il tuo cuore, ma Dio è un mistero per gli uomini, anche per me. Un uomo saggio, un ebreo di nome Hillel, disse: ʻCi sono tre misteri in questo mondo: l’aria è un mistero per gli uccelli, l’acqua è un mistero per i pesci e l’umanità è un mistero per gli uomini’. <br />“Per me, Dio è il mistero più grande, anche se ci è più intimo del battito del cuore, più vicino del nostro respiro. Ci circonda come l’aria, come l’acqua, ed è sempre presente. Ma la mente non può conoscere Dio, solo il cuore può farlo. È nel cuore che troverai la fede”. <br />“Ho smesso di credere in Dio molti anni fa”. <br />“Anche chi non crede è circondato da Dio. Come potrebbe essere diversamente?”. Lo guardò profondamente negli occhi. “Sprofonda in questo mistero, Socrate. Credi. Smetti di pensare di sapere che cosa deve essere e cosa non deve, e ritroverai la fede”. <br />Sergei scosse la testa. “Le vostre parole hanno il sapore della verità, ma non riesco ad afferrarne il significato profondo”. <br />“Una volta non riuscivi nemmeno ad afferrare la mia veste. Poi, con un po’ di pazienza, hai visto che cosa sei riuscito a fare?”. <br />“Con la pazienza e la pratica”. <br />“Sì, e forse è venuto per te il momento di praticare... in un altro modo”. Si interruppe, alla ricerca delle parole giuste. “La tua pratica ti ha fatto vedere i limiti della mente. L’intelletto è una meravigliosa scala per salire al cielo, ma si ferma alle porte del paradiso. Da quel punto in avanti, solo la saggezza del cuore può illuminare il cammino. L’antico filosofo che portava il tuo nome, Socrate, diceva ai giovani ateniesi che la saggezza inizia dalla meraviglia...”. <br />“Parole bellissime, padre Serafim. Ma in pratica, che cosa dovrei fare?”. <br />“Quello che dobbiamo fare tutti: mettere un piede davanti all’altro. Tu sei solo l’attore di una commedia che nessuno, salvo Dio, conosce. E a volte mi chiedo se anche Dio non ne ignora il senso!”, disse Serafim ridendo. “Possiamo recitare soltanto il ruolo che ci è stato assegnato, capisci? Tutte le persone che incontri nella vita, buone o cattive, ti sono mandate da Dio. Incontrale con un cuore in pace e uno spirito guerriero. Fallirai molte volte, ma fallendo imparerai, e imparando troverai la tua via. Nel frattempo, arrenditi a Dio e alla vita che ti viene data, momento per momento”. <br />“Ma come fare per conoscere il volere di Dio?”. <br />“La fede non si basa sulla conoscenza certa. Esige il coraggio di accettare che tutto ciò che accade, piacevole o doloroso, serve a uno scopo più alto”. <br />E con quelle parole ritornarono all’eremo. <br /><br /><br /><br /></p><div style="text-align: right;"><i><span style="font-size: x-large;"><b>– da “I viaggi di Socrate. La vera storia del Guerriero di Pace” di Dan Millman –</b></span></i></div><p> <br /> <br /> <br /></p><p><br /> </p>Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-20325213113342295312019-09-15T22:16:00.000+02:002019-09-15T22:16:00.128+02:00Madre Meera: il potere del Divino lavora nel silenzio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgveMcV4j055hZbyL2XRy1GgRBozHOljt-hePhHRGtkvOjpQPuyTlha_Dk5eF7jRtPECvpTitl9LMWi1_vRPEwYsMa8iwQdFenPyvjI8bBOfn8SrhJ2SsKfrGhOKZF-69RYaQCyuQnmoDw/s1600/mother-meera.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="900" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgveMcV4j055hZbyL2XRy1GgRBozHOljt-hePhHRGtkvOjpQPuyTlha_Dk5eF7jRtPECvpTitl9LMWi1_vRPEwYsMa8iwQdFenPyvjI8bBOfn8SrhJ2SsKfrGhOKZF-69RYaQCyuQnmoDw/s400/mother-meera.jpg" width="400" /></a></div>
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<br />
L'intero scopo del mio lavoro è far scendere la Luce di Paramatman e aiutare le persone. Per questo sono venuta, per aprire i vostri cuori alla Luce.<br />
<br />
Le persone sono troppo attive e raramente stanno sedute nella quiete. In silenzio si riceve di più perché tutte le attività si concentrano in un punto. Il mio insegnamento consiste nel dare solo l'essenza, il Divino, ciò che è necessario. Io do esattamente quello di cui ogni persona ha bisogno.<br />
<br />
Paramatman è silenzio. Dio è silenzio. Tutto viene dal silenzio. Nel silenzio si realizza di più. La vera esperienza della beatitudine è senza parole. Io non parlo ma la mia forza cambia completamente le persone. Il potere del Divino lavora nel silenzio e cambierà le cose a seconda del tuo scopo e di cosa chiedi.<br />
<br />
Japa è la ripetizione del nome di quello in cui crediamo. Japa è essenziale. Japa non è semplicemente delle parole – ogni nome divino è pieno di vibrazioni divine. Esse ci circondano e ci proteggono e penetrano i nostri corpi e il nostro intero essere interiore. Ricordare il nome divino dona pace e felicità immediate e ci fa volgere dal mondano al Divino.<br />
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<div style="text-align: right;">
<span style="font-size: large;"><b>- Madre Meera -</b></span></div>
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<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-68694584606326288932018-01-19T15:37:00.000+01:002018-01-19T15:45:18.166+01:00Le nostre anime<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/NWV2QfFs1Gg" width="560"></iframe><br />
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T'incontro nella stessa galleria<br />
dove ci siamo lasciati<br />
<br />
T'incontro nella stessa galleria<br />
dove ci siamo lasciati e persi di vista<br />
come succede spesso nella vita<br />
Mi ricordo che ti piaceva danzare<br />
alla maniera classica<br />
C'eravamo tanto amati<br />
e non l'abbiamo capito<br />
Forse eravamo troppo giovani<br />
legati da storie di sesso<br />
Non è strano che ci si trovi come un tempo<br />
quando ci capivamo<br />
guardandoci negli occhi<br />
<br />
E' bello rivederti davvero<br />
scendono inaspettatamente<br />
lacrime<br />
come pioggia<br />
spontanee<br />
d'allegria<br />
Riprendiamo il sentiero<br />
con lo stesso cammino<br />
verso la stessa meta<br />
nell'aria del mattino<br />
<br />
Abbiamo attraversato una vita<br />
piena di cambiamenti<br />
Abbiamo imparato a contemplare<br />
la natura e i desideri<br />
Verso l'immaginazione<br />
le visioni arriveranno<br />
improvvise e impensabili<br />
<br />
Riserviamo al cuore<br />
una lode<br />
Il sole tramonta<br />
e nasconde il raggio<br />
della sua conoscenza<br />
Riprendiamo il sentiero<br />
con lo stesso cammino<br />
verso la stessa meta<br />
<br />
Le nostre anime<br />
cercano altri corpi<br />
in altri mondi<br />
dove non c'è dolore<br />
ma solamente<br />
pace<br />
e amore<br />
... Amore ...<br />
<br />
<br />
<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-69336889591325597982017-11-22T17:00:00.002+01:002017-11-22T17:00:38.837+01:00Il silenzio assoluto della mente (Sri Aurobindo e Satprem)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9IKufDWY3P5ei0d0O5hryq40Acf1kY3IC24nIyk2rW-rnNVigRfs09tLgD_nbJQdxeaqS0bPgkSAx0H7En0hCh6lI2fQqIYDEMMB7itjYzAoWTKEXXk0VM6E4nBir5bWoSlMX-rQbBsc/s1600/mente.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="709" data-original-width="720" height="393" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9IKufDWY3P5ei0d0O5hryq40Acf1kY3IC24nIyk2rW-rnNVigRfs09tLgD_nbJQdxeaqS0bPgkSAx0H7En0hCh6lI2fQqIYDEMMB7itjYzAoWTKEXXk0VM6E4nBir5bWoSlMX-rQbBsc/s400/mente.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
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Quando ci si siede, con gli occhi chiusi – per fare il silenzio mentale – si è immediatamente invasi da un torrente di pensieri che sorgono da tutte le parti, in maniera confusa e aggressiva.<br />
<br />
Non esiste un manuale con diversi metodi per venire a capo di questo baccano infernale; non c’è che da tentare e tentare ancora, pazientemente, ostinatamente. Soprattutto non c’è da commettere l’errore di lottare mentalmente contro la mente; bisogna spostare il centro.<br />
<br />
Ciascuno di noi possiede al di là della mente o ancora più in profondità, un’aspirazione; quella stessa aspirazione che ci spinse verso il sentiero dello yoga. Un bisogno intimo dell’essere, come se fosse una parola d’ordine con virtù solamente per noi, per noi soli.<br />
<br />
Aggrappandoci a questa aspirazione, il lavoro riuscirà più facile giacché passeremo da un’attitudine negativa ad un’attitudine positiva. Più ripeteremo la nostra parola d’ordine, più essa acquisterà potenza. Ma si può ricorrere anche ad un’immagine, come per esempio: quella di un mare immenso, senza una sola increspatura, sul quale ci abbandoniamo galleggiando fino a divenire parte di quella tranquilla immensità.<br />
<br />
Ci si lascia andare, dolcemente, seguendo il moto ondoso fino a che, a poco a poco, si viene assorbiti da quella tranquilla pace. Avremo in tal modo non solo il silenzio, ma anche l’allargamento della coscienza.<br />
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Ognuno deve trovare il metodo che più gli si addice e quanto più completo sarà l’abbandono, più presto si riuscirà.<br />
<br />
<i>« Si può cominciare con qualsiasi sistema – che normalmente richiederebbe un lungo lavoro – ed essere afferrati fin dal principio da un rapido intervento o da una manifestazione del silenzio, e ottenere effetti assolutamente sproporzionati ai mezzi utilizzati. S’incomincia con un metodo, ma il lavoro è preso in mano da una grazia proveniente dall’alto, da ciò a cui si aspira o dall’irruzione delle immensità dello Spirito. In questo modo io stesso ho trovato il silenzio assoluto della mente, inimmaginabile per me prima di aver avuto l’esperienza concreta (Sri Aurobindo, On Himself, 1953 pag. 135). »</i><br />
<br />
Abbiamo toccato qui un punto di singolare importanza, giacché saremmo indubbiamente tentati di pensare che queste esperienze yogiche sono veramente belle e interessanti, ma che in fondo sono ben lontane dalla nostra umanità ordinaria. Com’è possibile che noi – così come siamo – possiamo arrivare fin là? L’errore consiste nel fatto che si giudica con un “sé attuale” delle possibilità che appartengono ad un altro “se stesso”.<br />
<br />
Infatti, per il solo fatto di essersi messi in cammino, lo yoga sveglia automaticamente una gamma di facoltà latenti e di forze invisibili che vanno molto al di là delle possibilità esteriori del nostro essere e che possono fare per noi quello che normalmente saremmo incapaci di compiere.<br />
<br />
<i>« È necessario chiarificare il passaggio tra mente esteriore ed essere interiore... perché la coscienza yogica e i suoi poteri sono già in voi (D. K. Roy, Sri Aurobindo Came to Me, 1952, pag.219) »</i><br />
<br />
e il miglior sistema per “chiarificare” è quello di fare il silenzio mentale. Non sappiamo ancora chi siamo e nemmeno quello di cui siamo o non siamo capaci.<br />
<br />
Ma gli esercizi di meditazione, a dire il vero, non sono la vera soluzione del problema – quantunque, al principio, la loro spinta sia necessaria per dare l’impulso – perché potremmo anche arrivare ad un relativo silenzio, ma... appena messo il piede fuori dalla nostra stanza o dal luogo di isolamento scelto per la meditazione, ricadremmo ancora una volta nella ressa abituale e continuerà l’eterna separazione del ‘di dentro’ dal ‘di fuori’, della ‘vita interiore’ dalla ‘vita mondana’.<br />
<br />
Noi abbiamo bisogno di una vita completa, abbiamo bisogno di vivere la verità del nostro essere, tutti i giorni, in ogni momento, non solamente qualche volta oppure nella solitudine.<br />
<br />
<i>« Rischiamo di incrostarci nella nostra reclusione spirituale... e dopo, trovar difficile proiettarci al di fuori, vittoriosamente, per applicare alla vita quello che avremo conquistato nella Natura Superiore. Quando vorremo annettere questo regno dell’esterno alle nostre conquiste interne, ci troveremo troppo abituati ad un’attività puramente soggettiva e non potremo esercitare una pressione efficace sul piano materiale. Avremo gran difficoltà a trasformare la vita esteriore e il corpo. Oppure ci accorgeremo che la nostra azione non risponde alla luce che ci illumina interiormente, ma che obbedisce ancora ai vecchi imperfetti influssi; un abisso doloroso separerà ancora la Verità che è in noi, dal meccanismo ignorante della nostra natura esteriore... come se vivessimo in un altro mondo, più vasto e più sottile, ma senza presa divina, o può darsi senza presa di nessuna specie sull’esistenza materiale e terrestre (Sri Aurobindo, The Synthesis of Yoga, 1955 pag. 105). »</i><br />
<br />
La sola possibile soluzione è quindi di praticare il silenzio mentale nell’ambiente e nel posto dove apparentemente sembra più difficile: in strada, in metropolitana, al lavoro e ovunque. Invece di passare quattro volte al giorno per il Boulevard Saint Michel come poveracci stanchi e obbligati a camminare svelti, si può passare le stesse quattro volte coscientemente, come ricercatori.<br />
<br />
Invece di vivere in un modo qualsiasi, sperduto in una moltitudine di pensieri – non solamente privi di interesse, ma che esauriscono sfibrando l’essere – si possono riunire i fili sparsi della coscienza e lavorare, lavorare su se stessi ad ogni istante. Allora la vita comincerà a prendere interesse, un interesse assolutamente inaspettato, perché le minime circostanze diventeranno l’occasione di una vittoria su se stessi.<br />
<br />
Avremo allora un orientamento, sapremo dove andare invece di camminare alla cieca. Lo yoga non è una maniera di fare, ma una maniera di essere.<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: right;">
<i><b>- da <span style="font-size: large;">"Sri Aurobindo. L’avventura della coscienza"</span> di <span style="font-size: large;">Satprem</span> -</b></i><br />
<br />
<br />
<a href="http://www.innernet.it/il-silenzio-mentale-secondo-aurobindo/">http://www.innernet.it/il-silenzio-mentale-secondo-aurobindo/</a></div>
<br />
<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-18649217380607345682017-11-17T20:30:00.002+01:002017-11-17T20:32:38.525+01:00Le prove della vita - Paramahansa Yogananda<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEs7jnwUnt61G8VpglmLjq6sz1F1NTXoIDrDAjPDdrv7-VimzrMnEULWOaj2Dg8J89qpLeC4Yu3fRY0JPxDCUzLkUxcweMirakAFtDEU2Ki6eqc8pF5imz7xOWSO_pYYUhKh0nKCDrNYY/s1600/prove-della-vita.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="641" data-original-width="486" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEs7jnwUnt61G8VpglmLjq6sz1F1NTXoIDrDAjPDdrv7-VimzrMnEULWOaj2Dg8J89qpLeC4Yu3fRY0JPxDCUzLkUxcweMirakAFtDEU2Ki6eqc8pF5imz7xOWSO_pYYUhKh0nKCDrNYY/s400/prove-della-vita.jpg" width="302" /></a></div>
<br />
<br />
Attraverso le prove noi impariamo le lezioni della vita. Le prove non sono fatte per distruggerci: sono fatte per sviluppare il nostro potere. Esse fanno parte della naturale legge dell’evoluzione e sono necessarie per noi per avanzare da un livello più basso ad uno superiore. Tu sei molto più forte di tutte le tue prove. Se non lo capisci adesso, dovrai capirlo più tardi.<br />
<br />
Dio ti ha dato il potere di controllare la tua mente e il tuo corpo e così liberarti dai dolori e dai dispiaceri. Non dire mai “sono finito”. Non inquinare la tua mente pensando che se cammini un po’ di più ti sforzerai troppo o che se non puoi avere un certo tipo di cibo soffrirai, e così via.<br />
<br />
Non permettere mai alla tua mente di ospitare pensieri di malattia o di limitazione: vedrai che il tuo corpo cambierà in meglio.<br />
<br />
Ricorda che la mente è il potere che governa questo corpo, quindi se la mente è debole anche il corpo diventa debole. Non intrististi o preoccuparti di nulla. Se rafforzi la tua mente non sentirai sofferenze fisiche. Non importa cosa succede, devi essere assolutamente libero nella tua mente.<br />
<br />
Come in un sogno puoi pensare che stai male e svegliandoti di colpo vedi che non è vero, così nello stato di veglia devi sapere che la vita non è altro che un sogno.<br />
<br />
La mente non ha alcun legame con il corpo se non quello che tu gli dai. Quando la mente potrà rimanere distaccata dal corpo a tuo piacimento, tu sarai libero. Ricorda che sei immortale. Per poter superare le prove della vita avrai bisogno di ringiovanire sia il corpo che la mente. Dovrai sviluppare l’elasticità mentale. Se non puoi fare fronte alle prove della vita, sarai indifeso quando i problemi e le tribolazioni arriveranno.<br />
<br />
A volte la vita sembra un gioco crudele. La sola giustificazione per questo è che la realtà è solo un sogno. Hai avuto molte esperienze attraverso molte incarnazioni e ne avrai altre in futuro, ma non dovrebbero impaurirti. Devi recitare tutte le parti in questo film della vita, dicendo a te stesso “Io sono Spirito”.<br />
<br />
Questa è la grande consolazione che la saggezza ci dà. Realizza la presenza dell’infinito. Guarda Dio, tuo Padre, il tuo Spirito, dietro le ombre. Nel profondo del tuo essere realizza questo, indipendentemente da ciò che i tuoi pensieri comandano.<br />
<br />
Non lasciare sedere nessuno sul trono del tuo cuore se non Dio. Se ami la creazione di Dio più di Dio stesso, sarai deluso. Dio deve essere il primo e l’ultimo, sempre. Non seguire i dettami dei tuoi sogni terreni, perché qualche volta i sogni si trasformano in incubi. Distruggi queste illusioni risvegliandoti in Dio e sarai salvo per sempre.<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: right;">
<i>(da "Inner Culture", aprile 1941)</i><br />
<br />
<br />
<a href="https://www.pomodorozen.com/zen/le-prove-della-vita/">https://www.pomodorozen.com/zen/le-prove-della-vita/</a></div>
<br />
<br />
<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-27606635573332640842017-04-10T12:27:00.000+02:002017-04-10T12:29:01.305+02:00Il Cuore è la sede della Coscienza (Ramana Maharshi)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQUDqsyTTOkyeiNo5J1WgXxH5YT6xtI5PTi62sZeVw8zQ3WdnVHPCGzkAAtSRJNabnZnGIOMFBULqiaM0k8DAafHi4hhvVaGvoeunbKNeAn0sU6Ru-26XWvMARGBgaf-f7WMTT2JJRSx8/s1600/Cuore-Spirituale-960x640.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQUDqsyTTOkyeiNo5J1WgXxH5YT6xtI5PTi62sZeVw8zQ3WdnVHPCGzkAAtSRJNabnZnGIOMFBULqiaM0k8DAafHi4hhvVaGvoeunbKNeAn0sU6Ru-26XWvMARGBgaf-f7WMTT2JJRSx8/s400/Cuore-Spirituale-960x640.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<span style="font-size: large;"><b>Hridayam - Il Cuore</b></span><br />
<br />
<b>di <span style="font-size: large;">Ramana Maharshi</span></b><br />
<br />
<br />
In breve, il pensiero ‘io’ è la radice di tutti i pensieri. La sorgente del pensiero ‘io’ è il cuore.<br />
<br />
Il cuore non è l’organo della circolazione sanguigna. Hridayam significa ‘questo è il centro’. Perciò è un sinonimo del Sé.<br />
<br />
Il cuore è situato nella parte destra del petto, non a sinistra. La luce della coscienza sale dal cuore attraverso il canale della sushumna fino al sahasrara.<br />
<br />
Dal sahasrara la coscienza si effonde in tutto il corpo, e così corse l’esperienza del mondo. Considerandosi diversi dalla coscienza, gli esseri umani restano imprigionati nel ciclo delle nascite e delle morti.<br />
<br />
L’intero universo è nel corpo, e l’intero corpo è nel cuore. Perciò l’universo è contenuto nel cuore.<br />
<br />
Il cuore è per il corpo ciò che il sole è per il mondo.<br />
<br />
Come il sole illumina la luna, il cuore illumina la mente.<br />
<br />
Il mortale che è assente al suo cuore vede solo la mente, così come di notte, quando il sole è tramontato, si vede solo la luce della luna.<br />
<br />
La mente del conoscitore che dimora nel cuore è fusa con la coscienza del cuore come la luce della luna nella luce del giorno.<br />
<br />
Anche se il significato letterale della parola prajnana è intelligenza, mente, i saggi sanno che in realtà indica il cuore. Il Supremo è solo nel cuore.<br />
<br />
La distinzione tra il vedente e il visto è solo nella mente. Per coloro che dimorano nel cuore, la percezione è unitaria.<br />
<br />
Questa fusione è inconscia, e la persona non ne è consapevole. Se invece si entra consciamente nel cuore, è detta samadhi. Perciò si chiama diversamente.<br />
<br />
Nel centro della caverna del cuore risplende il solo Brahman. E’ la sensazione del Sé sperimentato direttamente come ‘io-Io’. Entra nel cuore attraverso la ricerca del Sé, la fusione o il controllo del respiro, e prendi radici come Quello.<br />
<br />
Nessuno nega che l’organo fisico sia a sinistra, ma il cuore di cui parlo è a destra. Questa è la mia esperienza, e non devo appoggiarmi a nessuna autorità. Potete trovarne conferma in un testo ayurvedico in lingua malayalam e nella Sita Upanishad.<br />
<br />
Tu cerchi la vera coscienza. Dove la puoi trovare? Puoi forse trovarla al di fuori di te? Devi trovarla dentro di te. Perciò rivolgiti all’interno. Il cuore è la sede della coscienza, o la coscienza stessa.<br />
<br />
Quando la stanza è buia devi avere una lampada per illuminarla, ma quando sorge il sole la lampada non serve più. Gli oggetti sono visti senza bisogno di lampade. Anche per vedere il sole non serve una lampada, perché è autorisplendente. La stessa cosa per la mente. La luce riflessa della mente è necessaria per percepire gli oggetti, ma per vedere il cuore è sufficiente che la mente si volga verso di esso. Allora la mente si perde nel cuore, e il cuore risplende.<br />
<br />
Il cuore è il centro dell’esperienza spirituale, come testimoniano i saggi. Il centro spirituale del cuore non è l’organo fisico. Tutto ciò che si può dire è che esso è il nucleo del vostro essere, ciò a cui siete identici da svegli, nel sonno e nel sogno, sia che stiate lavorando o siate immersi nel samadhi.<br />
<br />
Chi domanda sulla collocazione del cuore ammette la propria esistenza corporea. E’ solo da questo punto di vista che si può fare un riferimento a un corpo fisico. Ciò che indico è la posizione del cuore rispetto alla nostra vera identità.<br />
<br />
Quando uno scolaro dice: “Il calcolo che ho fatto è giusto”, o si offre dicendo: “Vado io a prendere il libro”, indica forse la testa che ha eseguito il calcolo correttamente o le gambe che correranno a prendere il libro? No. In entrambi i casi il suo dito sarà spontaneamente puntato contro il lato destro del petto, esprimendo inconsapevolmente la profonda verità che la sorgente della sua identità è nel petto. E’ un’infallibile intuizione che gli fa indicare se stesso indicando il cuore.<br />
<br />
Solo la verità su se stessi merita di essere esaminata minuziosamente e conosciuta. Concentrando su di essa la propria attenzione, va conosciuta appassionatamente nel cuore. La conoscenza di se stessi si rivelerà solo alla coscienza silenziosa, sgombra e libera dalle attività della mente inquieta e sofferente. <br />
Riconosci la coscienza che splende ininterrottamente nel cuore come il Sé privo di forma, l’Io. La si conosce rimanendo in silenzio, senza classificare niente come esistente o non esistente.<br />
<br />
Il satsanga fa sprofondare la mente nel cuore.<br />
<br />
Se la concentrazione è fatta con il cervello, avrete sensazioni di calore e mal di testa. La concentrazione va fatta con il cuore, il quale è fresco e ristora.<br />
<br />
Praticando la ricerca del Sé raggiungerai il cuore che è il Sé.<br />
<br />
Vai direttamente alla sorgente, e non dipendere da espedienti presi a prestito. La sorgente è il cuore, il Sé.<br />
<br />
<br />
<br />
<b>Tratto da:</b><br />
<i><b>Sayings of Sri Ramana Maharshi</b></i><br />
<br />
<br />
<br />
<a href="http://lacavernadelcuore.blogspot.it/2013/10/il-cuore.html">http://lacavernadelcuore.blogspot.it/2013/10/il-cuore.html</a><br />
<br />
<br />
<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-76487842499411057182017-03-07T22:44:00.000+01:002017-03-07T22:51:13.578+01:00Quando me ne sarò andato, soltanto l'Amore potrà prendere il mio posto<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgudXBWHahgHp9UzUCcYeYAOg6Q7fMQH_9GFCiOWh0wfqAScHNn3ZVMxc0ixtjvSjpJwqSc5mGdMtjeOOQKYtZ6MXX4ayellzQDjuy7KnYOPxFEVKPx0YgEYKi70sjByDwgQPreXCY1r5Y/s1600/Yogananda_Last_Smile.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgudXBWHahgHp9UzUCcYeYAOg6Q7fMQH_9GFCiOWh0wfqAScHNn3ZVMxc0ixtjvSjpJwqSc5mGdMtjeOOQKYtZ6MXX4ayellzQDjuy7KnYOPxFEVKPx0YgEYKi70sjByDwgQPreXCY1r5Y/s1600/Yogananda_Last_Smile.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
«Quando me ne sarò andato, soltanto l'amore potrà prendere il mio posto. Il mio corpo passerà, ma la mia opera andrà avanti e il mio spirito continuerà a vivere. Nella morte, come nella vita, vi amerò sempre, attraverso infiniti cicli di tempo, incondizionatamente, senza alcun desiderio se non la vostra felicità, per sempre, in Dio!»<br />
<br />
<br />
Quando farò il voto del silenzio<br />
per rimanere racchiuso col mio Amato<br />
fra le braccia della Sua onnipresenza,<br />
resterò intento ad ascoltare la Sua sinfonia<br />
dei gioiosi canti del creato<br />
e a contemplare meravigliose visioni nascoste.<br />
Ma non scorderò tutti voi.<br />
In silenzio vi osserverò<br />
camminare su di me nell'erba fresca<br />
e scoprire la mia viva presenza nelle foglie.<br />
Vi guarderò con tenerezza materna<br />
da ogni fiore vermiglio<br />
che s'imporpora d'amore per darvi gioia.<br />
Vi accarezzerò con la brezza sinuosa<br />
per alleviare i vostri affanni e le vostre paure;<br />
e vi avvolgerò nel calore del sole<br />
quando il freddo della solitudine illusoria<br />
si smarrirà nel vostro cuore.<br />
Quando contemplerete l'oceano<br />
guarderete me<br />
fuso col mio Amato sull'altare dell'orizzonte,<br />
sotto la volta di raggi d'argento<br />
dell'azzurro, ondoso, vago santuario.<br />
Non parlerò, se non con la vostra ragione,<br />
non vi ammonirò,<br />
se non con la vostra coscienza.<br />
Vi convincerò solo col vostro amore<br />
e col desiderio del vostro cuore<br />
di cercare soltanto l'Amato.<br />
Vi tenterò, ma con la sola tentazione <br />
di assaporare unicamente l'amore dell'Amato.<br />
Dimenticate me, se volete, ma non il mio Amato!<br />
Ricordando Lui, non potrete dimenticare me.<br />
<br />
<br />
Vengo a voi per dirvi di Lui<br />
e della via per chiuderlo nel vostro cuore<br />
e della disciplina che porta la Sua grazia.<br />
Per mezzo della mia mente che in silenzio vi parla,<br />
io comunico con voi che mi avete chiesto di guidarvi<br />
alla presenza del mio Amato<br />
o vi parlo con un dolce sguardo espressivo<br />
o con amore vi dico parole sommesse<br />
o, in modo chiaro, vi induco a non allontanarvi da Lui.<br />
Ma quando non sarò più che un ricordo<br />
o un'immagine mentale, o una voce silente,<br />
quando nessun richiamo terreno potrà mai rivelare<br />
la mia dimora nello spazio inesplorato,<br />
quando né lievi implorazioni, né duri,<br />
possenti comandi vi porteranno la mia risposta,<br />
sorriderò nella vostra mente quando sarete nel giusto<br />
e quando avrete torto piangerò coi miei occhi<br />
osservandovi nell'oscurità,<br />
e piangerò coi vostri occhi, forse;<br />
e, sussurrando, parlerò nella vostra coscienza<br />
e ragionerò con voi attraverso il vostro amore.<br />
Quando non potrete più parlare con me,<br />
leggete i miei 'Sussurri dall'Eternità';<br />
attraverso di essi vi parlerò eternamente.<br />
Sconosciuto camminerò al vostro fianco<br />
e vi proteggerò con braccia invisibili.<br />
E non appena conoscerete il mio Amato<br />
e udrete la Sua voce nel silenzio<br />
voi conoscerete anche me in un modo tangibile,<br />
più di quanto mi abbiate conosciuto<br />
su questo piano terrestre.<br />
E, inoltre, quando non sarò più che un sogno per voi<br />
verrò a ricordarvi che anche voi non siete altro<br />
che un sogno del mio Celeste Amato,<br />
e quando anche voi saprete di essere un sogno,<br />
come lo so io ora,<br />
saremo tutti per sempre desti in Lui.<br />
<br />
<br />
<br />
<span style="font-size: large;"><b>- Paramahansa Yogananda -</b></span><br />
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
<iframe allowfullscreen="true" allowtransparency="true" frameborder="0" height="315" scrolling="no" src="https://www.facebook.com/plugins/video.php?href=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2FSRF.Italia%2Fvideos%2F1828390867423857%2F&show_text=0&width=560" style="border: none; overflow: hidden;" width="560"></iframe><br /></div>
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<br />
<br />
<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-13024315078928930122017-02-18T13:45:00.000+01:002017-03-01T21:39:08.941+01:00Il messaggio di tutte le religioni: Dio è AmoreUn bellissimo video tratto dalla serie tv "Le avventure del giovane Indiana Jones", andata in onda in Italia nei primi anni '90. <br />
Qui un Indiana Jones bambino incontra Jiddu Krishnamurti ancora adolescente, ma già saggio e spiritualmente elevato (all'epoca era stato scelto come futuro Maestro del mondo dalla Società Teosofica, da cui poi si distaccò). <br />
Parlano della meditazione, dell'anima, della sofferenza, di Dio... e dell'unità di tutte le religioni, che hanno lo stesso insegnamento spirituale di fondo: Dio è Amore. <br />
Jiddu accompagna il piccolo Indiana nei luoghi sacri delle varie religioni e gliele spiega, facendogli fare un viaggio non solo attraverso le varie tradizioni spirituali, ma anche dentro se stesso, e dandogli un grande insegnamento. <br />
<br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/4SvQRYCE770" width="560"></iframe><br />
<br />
<br />
<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-24242369000731993232017-02-02T23:47:00.000+01:002017-02-02T23:47:34.684+01:00"Alla ricerca di Dio. Dalla religione ai maestri contemporanei" di Paolo Franceschetti<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUufm9mJt5ObobBl4UKb_u5Myxe7Pj3fEwXZRTLPGpN2BiJQkBXr4R3OirwlRc0jaj6TikehFSAyB1zxwFSllorUvD3DQxD7PpuYPAS86f9vn3poaGt8TBWmv6Gu6EZfFHq8y9XP5Oy9c/s1600/Alla+Ricerca+di+Dio+Copertina.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUufm9mJt5ObobBl4UKb_u5Myxe7Pj3fEwXZRTLPGpN2BiJQkBXr4R3OirwlRc0jaj6TikehFSAyB1zxwFSllorUvD3DQxD7PpuYPAS86f9vn3poaGt8TBWmv6Gu6EZfFHq8y9XP5Oy9c/s640/Alla+Ricerca+di+Dio+Copertina.png" width="435" /></a></div>
<br />
<br />
Ogni religione del mondo e ogni maestro spirituale, ha sempre riconosciuto che non esiste una religione migliore delle altre, ma che tutte costituiscono delle strade diverse, per arrivare alla medesima meta.<br />
<br />
Il libro è quindi concepito come una panoramica delle varie religioni dal punto di vista spirituale, ma allo stesso tempo come un cammino spirituale che ciascuno può effettuare per capire e meditare sui concetti di Dio, anima, reincarnazione, e sul perché esiste il male nel mondo. In secondo luogo questo libro nasce per far capire non tanto le differenze tra le varie religioni, ma l’unità di fondo di esse.<br />
<br />
Il messaggio di fondo dei mistici di tutte le religioni e di tutte le forme di spiritualità, è sempre lo stesso: siamo fatti di spirito, non di materia, e per vivere felici occorre vivere in armonia con il divino, che è ovunque. La verità, se esiste, non può essere varia, ma una sola, e questa verità può essere solo intuita, mai spiegata completamente a parole.<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;"><b>“Alla Ricerca di Dio.<br />
Dalla Religione ai Maestri Contemporanei”</b></span><br />
<br />
di <span style="font-size: large;"><b>Paolo Franceschetti</b></span><br />
<br />
edito da <b>Risveglio Edizioni</b></div>
<br />
<br />
<br />
Acquistabile in libreria e online:<br />
<br />
<a href="http://www.risvegliocomune.com/product-page/alla-ricerca-di-dio">http://www.risvegliocomune.com/product-page/alla-ricerca-di-dio</a><br />
<br />
<a href="https://www.ibs.it/alla-ricerca-di-dio-dalla-libro-paolo-franceschetti/e/9788899009236">https://www.ibs.it/alla-ricerca-di-dio-dalla-libro-paolo-franceschetti/e/9788899009236</a><br />
<br />
<br />
Disponibile anche in versione e-book:<br />
<br />
<a href="https://play.google.com/store/books/details/Paolo_Franceschetti_Alla_Ricerca_di_Dio?id=7YGKDQAAQBAJ">https://play.google.com/store/books/details/Paolo_Franceschetti_Alla_Ricerca_di_Dio?id=7YGKDQAAQBAJ</a><br />
<br />
<br />
<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-6890931632608272442017-01-19T21:07:00.000+01:002017-01-20T11:59:22.503+01:00Noi siamo l'Esistenza (Ambra Guerrucci)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEin_0ps0dh6tRzDhHXP5FZLsdE0b98GwEeMetW3vOfEOtq9c3cGaoDGu30Q-2zahmuV-hYJnCvvFrnwPgQaaAngOkWGfW3PhpZQLfhheOiRFkzUzz8jsezjVkMhyqkwCkuykDQKsOZZISA/s1600/buddha-meditation-yuliya-glavnaya-2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEin_0ps0dh6tRzDhHXP5FZLsdE0b98GwEeMetW3vOfEOtq9c3cGaoDGu30Q-2zahmuV-hYJnCvvFrnwPgQaaAngOkWGfW3PhpZQLfhheOiRFkzUzz8jsezjVkMhyqkwCkuykDQKsOZZISA/s400/buddha-meditation-yuliya-glavnaya-2.jpg" width="295" /></a></div>
<br />
<br />
Il Samādhi è l'Illuminazione. Quando la vita che scorre nel praticante, ossia la Kuṇḍalinī, sale fino a raggiungere il Settimo Chakra, in quello stesso “luogo” ed istante avviene l'unione con Dio. Non si tratta di un'idea mentale e raggiungibile attraverso un condizionamento, un programma: è nell'assenza totale dei programmi che si può riconoscerla. Non è nemmeno possibile associarla ad un vero e proprio corpo Sottile, perché è un portale per l'esistenza intera nella sua purezza essenziale. Si trova all'apice della Super-coscienza, esattamente dove la spontaneità dell'energia suprema si unisce alla consapevolezza oceanica. <br />
Spiegare a parole questo stato dell'essere è impossibile e non ci sono esercizi che provochino direttamente questo stato, si può solo lavorare sui meccanismi e meditare per preparare il terreno. Per questo motivo non ti proporremo esercizi su questo Chakra, non ce n'è affatto bisogno, in quanto non ha blocchi intrinsechi e dinamiche che li alimentano: sono quelli dei centri inferiori ad impedire all'energia di arrivare fin qui, poiché molto prima di arrivarvi viene deviata e incanalata nei “circuiti alternativi”, ossia i meccanismi. Le affermazioni, i convincimenti, l'autoipnosi, non aiutano affatto ai fini dell'illuminazione, piuttosto costituiscono ulteriori ostacoli e schemi da ripulire.<br />
Tutti i giochi sono illusione, così come lo è l'esperienza della schiavitù, mentre la Realtà eterna siamo noi: la vita che fa le esperienze, ossia lo spazio di consapevolezza in cui tutto avviene.<br />
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<b><i>Proiezione e Morte</i></b><br />
<br />
Tutto questo non accade solo “fuori” di noi, ma poiché la distanza tra interno ed esterno è del tutto irreale, le stesse dinamiche avvengono interiormente. Le cose che percepiamo come esterne non sono che la materiale manifestazione del nostro inconscio e le nostre reazioni incarnano la proiezione del meccanismo che chiamiamo “io”, costituito dall'insieme delle identificazioni. <br />
Forse anche tu credi di essere libero quando ti arrabbi perché non ti concedono le ferie, ma in realtà hai solo scelto la forma della tua schiavitù. Questa è la vera morte, rimanere fermi, intrappolati nell'identificazione con la spazzatura che abbiamo accumulato, fatta di etichette, classificazioni, giudizi, auto-giudizi e convinzioni. La morte fisica non è che un cambio di forma, ma viene percepito come una fine perché la filtriamo attraverso la morte che sperimentiamo tutti i giorni: il meccanico stato inconscio. Non sei cosciente qui e ora, ecco perché vedi la morte come uno stato di sonno, ma in realtà nell'ignoto immaginiamo sempre ciò che abbiamo adesso. <br />
Ciò che sfugge alla comprensione intellettuale per la Mente è un vuoto, dove è lei stessa a proiettare paure, fantasie, desideri e stati che vive senza averne consapevolezza. Per questo motivo la morte sembra una cosa crudele, brutta, triste, ma tale immagine che ne abbiamo è data da ciò che esiste nel nostro inconscio in questo preciso momento. Lasciare il corpo significa cambiare forma, trasformarsi, ma ciò che perdiamo non era reale, concreto ed eterno. Nel momento in cui il corpo viene abbandonato è come cambiare abito: è solo la forma a mutare, ma l'essenza rimane la stessa. L'esistenza persiste e se ci si identifica con essa, con ciò che è eterno, non esiste più meccanismo, paura, morte e dolore; fino a quando invece investiremo tutte le nostre risorse energetiche e temporali su cose destinate a cambiare, sviluppando ad esse attaccamento, la sofferenza sarà la nostra ombra.<br />
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<b><i>Siamo la Stessa Vita</i></b><br />
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Vivere tra luce ed ombra è difficile, ci porta a lottare sempre contro parti di noi, anche quando apparentemente ce l'abbiamo con qualcuno di esterno. Non esiste una reale separazione tra noi e le altre persone: siamo forme dello stesso oceano, fiumi dello stesso mare di vita che respiriamo in ogni attimo. Pensaci un attimo: adesso stai respirando lo stesso Prana che scorre nelle Nadi di ogni uomo, è una sola vita che entra nelle forme, le sostiene e nutre facendone esperienza, per poi trascenderle e tornare parte indistinta della vita pura e senza forma. <br />
L'esperienza dell'onda avviene sempre nell'oceano, in quanto la forma divide solo in apparenza, soltanto perché in quel frangente la vita ci si identifica. Assapora questa frase, è così piena di significato da straripare di energia viva e vibrante! Respiriamo la stessa aria, lo stesso Prana sostiene tutte le forme ed al tempo stesso le unisce e trascende. I corpi fisici sono solo fenomeni immersi nell'eterno, ma la vita che li anima cade nella dimenticanza e fa esperienza della materia e della soggettività, fino al momento in cui non trascende queste illusioni. <br />
Spesso sei troppo impegnato a compiere azioni per sentire chi le fa, ossia gustare intensamente e totalmente quell'essenza vitale che compie le esperienze, la pura esistenza che sta dentro ed oltre ogni forma. Molta gente dà più importanza al fare che all'essere, non si chiedono mai chi sono veramente e se ciò che loro chiamano “io” sia quello vero, reale, eterno, oppure una semplice maschera, un ruolo o un'etichetta impermanente. Invece è molto importante concedersi di essere e sentire intensamente questa pura esistenza, perché si tratta dell'unica realtà eterna e contiene in sé ogni cosa abbiamo sempre desiderato, ma che fino a ora abbiamo cercato nel mondo fenomenico e illusorio. <br />
Sentiti in questo istante, non aspettare né rimandare, perché l'unica certezza è il presente: è l'unico “tempo” in cui è possibile vivere, mentre nel passato e nel futuro possiamo solo far esperienza della “non vita”. Adesso tu sei qui, stai leggendo queste parole, ma chi sei? Chi sta leggendo? Eri così impegnato nell'azione che ti sei totalmente dimenticato di esistere e questo avviene costantemente. Porta tutta la tua attenzione e sensibilità a chi guarda dai tuoi occhi, concedendoti di percepire l'essenza immobile, che in genere rimane nascosta dietro a tutte le etichette, le convinzioni e le azioni. <br />
Quando si sente questa vita, la si osserva come testimoni, alla fine sarà naturale tornare con essa un tutt'uno e nel momento in cui la spontaneità si fonde al testimone, ecco che l'onda torna all'oceano: questa è l'illuminazione. Sentiti sempre più intensamente e non lasciare che le azioni ed i sensi ti attraggano di nuovo nel subconscio, con i suoi drammi e meccanismi. Svegliati ora. Sii vivo ora. Rimani immobile e lascia che ogni cosa crolli, trascendendo il peso del passato che ti impedisce di vivere pienamente. Rinasci al presente ed ogni cosa, per te, sarà una rinascita. Non trattenere o respingere il cambiamento, lasciati andare e godi questo fluire: ti condurrà a perdere ogni limite, fino a raggiungere l'eterno.<br />
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<b><i>Realizzazione della Verità</i></b><br />
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Quando la vita raggiunge il Settimo Chakra si comprende in modo chiaro e semplice che cosa sono l'uomo e l'Universo. Si tratta di un tipo di comprensione realizzante, un'intuizione che si accende e non si spegne mai più: non viene persa di vista, piuttosto la sentiamo sempre e intensamente, al punto che ogni gesto, parola e azione, da essa scaturisce. Non è per niente simile ad una nozione mentale, che ricordi solo se ci pensi: è qualcosa di sempre presente ed al tempo stesso è impossibile darlo per scontato. <br />
Nella sua immensità riusciamo ad aver sempre presente questa realizzazione, perché è come arrivare sulla cima di una montagna e stabilirvisi, ossia raggiungere un punto di vista così vasto che include quelli soggettivi in un'organicità perfetta; di conseguenza tutto acquista un senso molto profondo. Ogni altro punto di vista qui si sublima, integrandosi nell'essenza della realtà, che viene prima e dopo di ogni cosa. A questo punto la dualità è totalmente annullata, nel senso che comprendiamo che effettivamente non esiste un “fuori” e un “dentro”: noi siamo l'esistenza. <br />
Per noi non ci sono più inferni e paradisi, cose giuste o sbagliate, luci ed ombre, ogni cosa ha così tante sfumature da non essere classificabile, perché si tratta di un pezzo di un intero ed è impossibile comprenderlo pienamente al di fuori della visione globale. Se ne possono vedere solo alcuni aspetti alla volta, dalla prospettiva razionale, perché, per analizzare, la Mente Schematica ha bisogno di dividere, sezionare; così avviene la frammentazione. Con la realizzazione diventa chiaro che tutto questo è un gioco della Mente, che ci fa credere esista un “dentro e un fuori da noi”, mentre in realtà sono la stessa cosa ed è per questo che ciò che è “dentro” di noi si materializza anche “fuori”. In realtà non sono la stessa cosa che si ripete, non sono distinte, ma la stessa esatta cosa che possiamo vedere da punti di vista differenti. <br />
Il nostro apparato sottile e l'Universo non sono affatto distinti. La pura esistenza è la vita, Kuṇḍalinī, che si muove polarizzata tra Primo e Settimo Chakra. Il Primo centro è la dimensione materiale, la più bassa dell'inconscio, istintiva e calamitante verso il basso. Questo è l'apice dell'illusione, che cattura la spontaneità nei meccanismi della soggettività, addormentandola nel turbine delle illusioni. È oscuro, nascosto, non illuminato dalla luce della coscienza, ma è soltanto un'illusione: quando lo illuminiamo di coscienza scompare. Il Settimo centro energetico è invece la parte più alta, pura ed elevata, che calamita l'energia verso l'alto portandoci all'evoluzione.<br />
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<div style="text-align: right;">
<b>- da <span style="font-size: large;">“La via della saggezza indiana”</span> di <span style="font-size: large;">Ambra Guerrucci</span> -</b></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzTecRev4T-kBruG_yqEBdR8qsHzt9YohNG6IZge_E4jN5NxDbqV-3vEJ8J_g_JNjDORonLDLo1__ioNPNVgH9WrzIR9luBRqNWSqFGE8YgCs2lW7oRlKD8iC4WIoxJAzWYemo9fB91ek/s1600/lotus_flower_pond-1920x1080.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzTecRev4T-kBruG_yqEBdR8qsHzt9YohNG6IZge_E4jN5NxDbqV-3vEJ8J_g_JNjDORonLDLo1__ioNPNVgH9WrzIR9luBRqNWSqFGE8YgCs2lW7oRlKD8iC4WIoxJAzWYemo9fB91ek/s400/lotus_flower_pond-1920x1080.jpg" width="400" /></a></div>
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<div style="text-align: center;">
<a href="http://www.risvegliocomune.com/percorso-del-loto"><b><span style="font-size: large;">IL PERCORSO DEL LOTO<br />
di AMBRA GUERRUCCI</span></b></a></div>
<div style="text-align: center;">
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<div style="text-align: center;">
<a href="http://www.risvegliocomune.com/percorso-del-loto"><b>http://www.risvegliocomune.com/percorso-del-loto</b></a></div>
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<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-66703021369861612202016-12-11T18:38:00.000+01:002016-12-11T18:38:52.993+01:00L'Amore divino che danza da un cuore all'altro (Yogananda)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVnpVoJIy4Y9COJ4jpQ2KeXfZLTfRty3MoNb68w6HY-RI02LZCtgqsgfP8g4izt3pSxkRAg-zBE2tjV1gVPNIcKrtVUxCrXD1lkXmZpLmgokpAU4sSi2GXTrFF3_a3cyq2ZO49EjDyBqo/s1600/loto-5-1200x750.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVnpVoJIy4Y9COJ4jpQ2KeXfZLTfRty3MoNb68w6HY-RI02LZCtgqsgfP8g4izt3pSxkRAg-zBE2tjV1gVPNIcKrtVUxCrXD1lkXmZpLmgokpAU4sSi2GXTrFF3_a3cyq2ZO49EjDyBqo/s400/loto-5-1200x750.jpg" width="400" /></a></div>
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<br />
Ho cercato l'amore in molte vite. Ho versato lacrime amare di separazione e di pentimento per capire che cosa sia l'amore. Ho sacrificato ogni cosa, gli attaccamenti e le illusioni, per imparare, alla fine, che amo soltanto l'Amore, soltanto Dio. Allora ho bevuto l'amore da tutti i cuori sinceri. E ho visto che egli è l'unico cosmico amante, l'unica fragranza che permea nel giardino della vita tutti i variopinti fiori dell'amore.<br />
<br />
Molte anime, ansiose e impotenti, si domandano perché mai l'amore voli da un cuore all'altro: le anime risvegliate sanno che il cuore non è incostante quando ama persone diverse, perché è l'amore per l'unico Dio-Amore, che è presente in tutti i cuori.<br />
<br />
Il Signore ti sussurra sempre silenziosamente:<br />
<br />
Io sono l'Amore. Ma, per fare l'esperienza del dono dell'amore, ho diviso me stesso in tre: l'amore, colui che ama e colui che è amato. Il mio amore è bello, puro, eternamente felice e io lo assaporo in molti modi e in molte forme.<br />
<br />
Come padre, bevo riverente amore dalla sorgente del cuore di mio figlio. Come madre, bevo il nettare dell'amore incondizionato dalla coppa dell'anima del bambino. Come bambino, assorbo l'amore protettivo della giusta razionalità paterna. Come neonato, bevo l'amore senza limiti dal sacro Graal della magia materna. Come padrone bevo l'amore comprensivo dalla coppa della sollecitudine del servo. Come servo, sorseggio rispettoso amore dalla coppa dell'apprezzamento del padrone. Come Guru, gusto l'amore purissimo dal calice dell'assoluta devozione del discepolo. Come amico bevo dalle fontane spumeggianti dell'amore spontaneo. Come amico divino, bevo a grandi sorsi le acque cristalline dell'amore cosmico, dalla riserva dei cuori che adorano Dio.<br />
<br />
Amo l'amore soltanto, ma mi lascio illudere quando, come padre o come madre, curo e amo solo il mio bambino; quando, come amante, mi prendo cura solo dell'amato, quando, come servo, vivo solo per il padrone. Ma poiché amo soltanto l'amore, spezzo infine l'illusione della miriade dei miei sé umani. Per questa ragione conduco il padre nelle regioni astrali, quando dimentica che è il mio amore, e non il suo, a proteggere il figlio. E strappo il bambino dalle braccia della mamma, perché lei possa capire che è il mio amore che adorava in lui. E rapisco l'amata all'innamorato che crede di amare lei, invece del mio amore che risponde in lei.<br />
<br />
Così il mio amore gioca a nascondino in ogni cuore umano, affinché tutti possano imparare a scoprire e adorare non i temporanei involucri umani del mio amore, ma il mio amore stesso, che danza da un cuore all'altro.<br />
<br />
Gli esseri umani si tormentano l'un l'altro dicendo: "Ama solo me", e così io raffreddo le loro labbra e le sigillo per sempre, affinché non pronuncino più questa menzogna. Poiché sono tutti miei figli, voglio che imparino a pronunciare la verità: "Ama l'unico Amore in tutti". E' una falsità dire a un altro: "Ti amo", finché non si comprende la verità: "Dio, quale amore, in me, ama il suo amore in te".<br />
<br />
La luna ride dei milioni di innamorati che, inconsapevolmente, hanno mentito ai loro amati dicendo: "Ti amerò per sempre". Le loro ossa sono sparpagliate sulle sabbie dell'eternità spazzate dal vento. Essi non possono più usare il loro respiro per dire: "Ti amo". Non possono né ricordare né mantenere la promessa di amarsi per sempre.<br />
<br />
Senza dire una parola, io ti ho sempre amato. Io solo posso veramente dire: "Ti amo", perché ti amavo prima che tu nascessi, il mio amore ti dà la vita e ti sostiene anche in questo momento; io solo potrò amarti quando i cancelli della morte ti imprigioneranno là dove nessuno, neanche il tuo più grande amore umano, potrà raggiungerti.<br />
<br />
Io sono l'amore che fa danzare le marionette umane sui fili delle emozioni e degli istinti, per recitare il dramma dell'amore sul palcoscenico della vita. Il mio amore è meraviglioso e infinitamente dolce, quando amate soltanto l'amore; ma la fune di salvataggio della vostra pace e della vostra gioia si spezzerà, se vi lascerete irretire dalle emozioni umane e dagli attaccamenti. Figli miei, cercate di capire che desiderate veramente soltanto il mio amore.<br />
<br />
Coloro che mi amano solo come persona, o che mi amano imperfettamente in una sola persona, non sanno che cosa sia l'amore. Sanno che cosa è l'amore solo coloro che mi amano saggiamente, perfettamente, completamente, con totale abbandono, coloro che mi amano perfettamente e ugualmente in tutti e che mi amano perfettamente e ugualmente come tutti.<br />
<br />
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<div style="text-align: right;">
<b>- da <span style="font-size: large;">"Il Divino Romanzo"</span> di <span style="font-size: large;">Paramahansa Yogananda</span> -</b></div>
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<br />
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<a href="http://www.centrostudikriyayoga.eu/CSKY/Yogananda/discorsi-articoli/Dellamore.html">http://www.centrostudikriyayoga.eu/CSKY/Yogananda/discorsi-articoli/Dellamore.html</a><br />
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<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-2057872601450926272016-11-18T18:17:00.000+01:002016-11-18T18:17:16.060+01:00Cammina senza piedi, vola senza ali, pensa senza mente (Osho)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTLHEfDH8cLa1KR1akC_70b_FW5lL60kFCTl7-__mwZKcwoG5R6PX-em9l_KDX-GV0kPNvS6lGB28Se_ipBX7oqHWbiAj-v2vCXnzSuvXhLpvlO34TVgwrq6Ybr37pEt1qCOW7Fqhpk18/s1600/osho_pensa-senza-mente.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="311" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTLHEfDH8cLa1KR1akC_70b_FW5lL60kFCTl7-__mwZKcwoG5R6PX-em9l_KDX-GV0kPNvS6lGB28Se_ipBX7oqHWbiAj-v2vCXnzSuvXhLpvlO34TVgwrq6Ybr37pEt1qCOW7Fqhpk18/s400/osho_pensa-senza-mente.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<i>Tu hai detto: “Cammina senza piedi, vola senza ali, pensa senza mente”. Anche se per vite intere ho vissuto a testa in giù, non riesco a camminare senza piedi. Come mai?</i><br />
<br />
<br />
Potrai continuare a vivere a testa in giù per molte altre vite... non ci riuscirai mai. Non è di questo che hai bisogno per camminare senza piedi. È irrilevante; anzi, non c’entra affatto. Non c’è alcun bisogno di equilibrismi inutili per camminare senza piedi e volare senza le ali. Anzi, così facendo, non riuscirai neppure a muovere un passo con i piedi; figuriamoci senza! Stando a testa in giù, non sarai in gradi di camminare affatto. Sarai un uomo morto, non sarai affatto vivo.<br />
<br />
Quando dico di camminare senza piedi, cosa sto dicendo? Innanzitutto dico questo: impara a camminare con i piedi, e poi fai estrema attenzione alla tua interiorità, osserva, sii consapevole. Crea una coscienza luminosa. Osserva chi cammina, quando stai camminando. Stai davvero camminando? Sei arrivato in India dall’Inghilterra o dal Giappone: qualcosa dentro di te si è veramente mosso? Tu non hai camminato. Il corpo è stato trasportato sin qui dal Giappone, ma la tua consapevolezza è la stessa.<br />
<br />
Un tempo eri un bambino; ora sei un giovanotto, oppure un adulto, hai compiuto un lungo percorso: ma sei davvero cambiato? Nella profondità del tuo essere non sei cambiato affatto; non c’è stato viaggio alcuno. Nel centro più intimo del tuo essere sei esattamente lo stesso.<br />
<br />
Se osservi mentre cammini, saprai che non esiste alcun “camminare”. Se osservi mentre pensi, ti accorgerai che non esiste alcun “pensare”. Se osservi mentre parli, vedrai che non esiste alcun “parlare”. L’essenza più intima del tuo essere rimane intatta, è intoccabile. È un fiore di loto sull’acqua: rimane nell’acqua ma non ne è toccato.<br />
<br />
È la conoscenza di quel testimone ciò che io intendo...<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
PENSA SENZA MENTE</div>
<div style="text-align: center;">
VOLA SENZA ALI</div>
<div style="text-align: center;">
CAMMINA SENZA PIEDI</div>
<br />
Non vi sto insegnando trucchi da circo equestre, come volare, o fare equilibrismi sulla testa.<br />
<br />
Il manager di un circo intervista alcune persone da assumere. Alla fine della giornata ne ha prese poche e mandate via tantissime, annoiandosi a morte con i loro trucchetti. Mentre si prepara a lasciare l’ufficio, entra un tale che dice: «Mi piacerebbe lavorare nel suo circo».<br />
Senza degnarlo di un’occhiata, il manager chiede: «E tu cosa sai fare?».<br />
«Posso volare come un uccello...» risponde l’altro.<br />
«Mi spiace, ma non ci servi, e comunque tutti i posti sono già stati presi» lo interrompe il manager categorico.<br />
«Va be’, pazienza» commenta l’uomo deluso... e vola fuori dalla finestra.<br />
<br />
No, non vi sto insegnando questo tipo di trucchi. Dovete abbandonare i trucchi: e questi sono tutti trucchi! La gente ne rimane affascinata, perché l’ego si sente gratificato quando è in grado di fare qualcosa che nessun altro sa fare: se riusciste a camminare senza piedi, a volare senza ali, ne sareste felici, pur non avendo realizzato alcunché! Qualsiasi stupido uccello già vola, cosa pensate di aver realizzato? Non esiste alcuna realizzazione in cose simili.<br />
<br />
È accaduto: un signore altero e arrogante si presentò da Ramakrishna, dicendo: «Sai che sono capace di camminare sull’acqua?». Erano seduti sulla riva del Gange a Dakshineswar. Ramakrishna scoppiò in una risata – era un uomo davvero innocente – e ribatté: «Sei capace di camminare sull’acqua?».<br />
«Sì» confermò l’altro.<br />
E Ramakrishna: «Quanti anni ti ci sono voluti per imparare questo trucco?».<br />
«Diciotto» fu la risposta.<br />
«Che sciocco,» disse Ramakrishna ridendo «diciotto anni?! Quando io voglio attraversare il fiume, pago due lire. E per qualcosa che vale due lire... diciotto anni?! Non ho mai incontrato uno sciocco come te. Hai sprecato la tua vita! Io uso semplicemente il traghetto. Non c’è bisogno...!»<br />
<br />
Ma queste cose attraggono; la mente è molto attratta dagli eventi miracolosi che vi possono accadere. E i miracoli accadono continuamente, ma voi non li vedete; respirate, siete vivi, amate, vedete i raggi del sole, il mondo è un’assoluta benedizione. Accadono miracoli a ogni istante! Ma voi vorreste volare come uno stupido uccello, e a quel punto vi sentireste orgogliosi di essere diventati grandi yogi o chissà cos’altro.<br />
<br />
Ricorda: sii ordinario; non cercare di essere speciale in alcun modo, altrimenti ti muoverai nella direzione sbagliata. Essere speciali significa essere egoici, e l’ego è l’unico problema. Non ne esistono altri. Dimenticati di essere speciale. Sii semplicemente ordinario; e nell’esserlo vi è una gioia infinita. Sii semplicemente umano.<br />
<br />
Ed essendo ordinario arriverai a conoscere. Conoscerai l’arte del camminare senza piedi e volare senza ali. Quell’arte significa solo questo: «Io non sono colui che fa. Mi sono rilassato. Ora è Dio a camminare in me. È Dio che parla in me, è Dio che ama attraverso di me, io sono una canna di bambù. La mia vita è priva di mete particolari, la sua meta è la mia. E se egli non ha meta, io sono perfettamente felice senza mete. Fluisco con il fiume; ovunque mi porti, quella è la mia casa, se porta da qualche parte. E se non porta in alcun luogo, allora quella sarà la mia casa».<br />
<br />
Questo è il rilassamento. E rilassarsi nella realtà significa conseguire, essere illuminati. L’illuminazione è un lasciarsi andare totalmente.<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: right;">
<b>– da <span style="font-size: large;">“Orme sulle rive dell’ignoto”</span> di <span style="font-size: large;">Osho</span> –</b></div>
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<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-21152941852548159692015-06-01T19:06:00.001+02:002015-06-01T19:06:54.860+02:00Guarire dalla depressione con il respiro consapevole<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgngHhwsFc5swrDCPXwQj_aC0SwlmqeTyDx_vGJK80HJKJd1RU523S1HR6Q1ByGkp5ypmQ2knLWn2GwiNEG1WYQRvb2JalsFUZICCyUFUlcinIcG3oL9F692UesN8ZkU4ntsGVXYO6yXKA/s1600/green-trees.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgngHhwsFc5swrDCPXwQj_aC0SwlmqeTyDx_vGJK80HJKJd1RU523S1HR6Q1ByGkp5ypmQ2knLWn2GwiNEG1WYQRvb2JalsFUZICCyUFUlcinIcG3oL9F692UesN8ZkU4ntsGVXYO6yXKA/s400/green-trees.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
di <span style="font-size: large;"><b>Thich Nhat Hanh</b></span><br />
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<br />
Durante la guerra ci fu un periodo in cui caddi in una grave depressione: non riuscii a dormire per molti mesi, i sintomi si manifestavano in modi differenti: disturbi digestivi, insonnia, disturbi del battito cardiaco. Ero così grave che a un certo punto mi proposero di fare un elettroshock; mi portarono in un famoso ospedale francese a Saigon e stetti anche per un certo periodo all’ospedale universitario di Tokyo, e cercarono di scoprire cosa non andava in me, fisicamente. Erano espressioni fisiche della depressione, una gravissima depressione, dopo la morte di mia madre, la situazione della guerra, la morte di moltissime persone intorno a me, specialmente giovani. Molti giovani novizi impegnati nel movimento di resistenza in modo non violento, senza fucili, erano stati uccisi. Perdere la madre, perdere amici, fratelli e sorelle, vedere questo intorno a sé ogni giorno, è qualcosa di molto difficile da sopportare per un giovane monaco, erano gli anni cinquanta. Niente mi poteva aiutare, né la medicina occidentale né quella orientale, ma avevo una fede molto forte nel Dharma e fu la pratica del respiro consapevole che mi aiutò a superare la situazione, solo la pratica del respiro consapevole. L’avevo imparata da novizio, ma in quel periodo era questione di vita o di morte: solo in quel momento investii il 100% di me stesso nella pratica.<br />
<br />
E fu la pratica del respiro consapevole della tradizione buddhista che mi guarì, mi portò fuori dalla profonda depressione e mi ristabilì. Durante quel periodo la mia fede, la mia fiducia negli insegnamenti del Buddha e nel Dharma erano intatte; non riuscivo a credere nella medicina occidentale, nella medicina asiatica o in altri tipi di terapie ma non so perché credevo profondamente che ci fosse una via di guarigione col Dharma.<br />
<br />
Cercai davvero di praticare il respiro consapevole, cercai libri al di fuori del buddhismo per imparare qualcosa di più sul respiro. Era meraviglioso che ogni volta che cercavo di praticare profondamente il respiro in quel modo mi dicevo: ‘Questa è la cosa migliore che posso fare proprio in questo momento’. Ho voluto condividerlo con voi: quando avete seri problemi e non sapete quale sia la cosa giusta da fare, il respiro profondo, il respiro consapevole è la cosa giusta da fare, forse la cosa migliore da fare in quel preciso momento.<br />
<br />
Rimane ancora una verità per me: ogni volta che ho difficoltà, ogni volta che non vedo la via d’uscita da una situazione difficile, ho sempre fiducia nel mio respiro. Respirare profondamente e consapevolmente è la cosa giusta da fare in quel momento.<br />
<br />
E se sapete che state facendo la cosa giusta, avrete subito pace. È meraviglioso. “Sto già facendo la cosa migliore in questo momento, perché mi devo preoccupare?” Perciò la pace arriva subito.<br />
<br />
<br />
<br />
<b>- da <span style="font-size: large;">“Guarire col respiro”</span>, discorso di Dharma tenuto da <span style="font-size: large;">Thich Nhat Hanh</span> al Plum Village l’11 giugno 2000 -</b><br />
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<b><i>Il testo completo del discorso:</i></b><br />
<a href="http://meditazionebergamo.altervista.org/thich-nhat-hanh-guarire-col-respiro/">http://meditazionebergamo.altervista.org/thich-nhat-hanh-guarire-col-respiro/</a><br />
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<a href="http://zeninthecity.org/materiali-utili-gruppi-meditazione/letture-thich-nhat-hanh/thich-nhat-hanh-cosi-sono-guarito-dalla-depressione/">http://zeninthecity.org/materiali-utili-gruppi-meditazione/letture-thich-nhat-hanh/thich-nhat-hanh-cosi-sono-guarito-dalla-depressione/</a><br />
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<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-42751847375011612102014-07-08T22:51:00.000+02:002014-07-08T22:51:06.680+02:00Nel mondo, ma non del mondo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkqW5lhhnF9h-wlJ8oU9D6x8yhjmEgwX1_lbML1hs_IavqU_IRKxfYMTNlV5lPUOMCzKil92IJZX7MTutQYDLzX0pryb3BeScY950FlZy0enWBAQymrmOhqTFjHkN0f3Ce6I4VKMXd-iI/s1600/StPakhom.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkqW5lhhnF9h-wlJ8oU9D6x8yhjmEgwX1_lbML1hs_IavqU_IRKxfYMTNlV5lPUOMCzKil92IJZX7MTutQYDLzX0pryb3BeScY950FlZy0enWBAQymrmOhqTFjHkN0f3Ce6I4VKMXd-iI/s1600/StPakhom.jpg" /></a></div>
<br />
<b>San Pacomio</b><br />
Padre dei Monaci<br />
<br />
<i><b>Nel mondo, ma non del mondo</b></i><br />
<br />
Vi vorrei esortare a lasciar tutto, ma non oso. Se dunque non potete lasciare tutte le cose del mondo, usate le cose di questo mondo in modo da non essere trattenuti nel mondo; in modo da possedere le cose terrene, non da esserne posseduti; in modo che quello che possedete rimanga sotto il dominio del vostro spirito e non diventi esso stesso schiavo delle sue cose, e non si faccia avvincere dall'amore delle realtà terrestri.<br />
Dunque i beni temporali siano in nostro uso, i beni eterni siano nel nostro desiderio; i beni temporali servano per il viaggio, quelli eterni siano bramati per il giorno dell'arrivo. Tutto quello che si fa in questo mondo sia considerato come marginale. Gli occhi dello spirito siano rivolti in avanti, mentre fissano con tutto interesse le cose che raggiungeremo.<br />
Siano estirpati fin dalle radici i vizi, non solo dalle nostre azioni, ma anche dai pensieri del cuore. Non ci trattengano dalla cena del Signore né i piaceri della carne, né le brame della cupidigia, né la fiamma dell'ambizione. Le stesse cose oneste che trattiamo nel mondo, tocchiamole appena, quasi di sfuggita, perché le cose terrene che ci attirano servano al nostro corpo in modo da non ostacolare assolutamente il cuore.<br />
Non osiamo perciò, fratelli, dirvi di lasciare tutto; tuttavia, se volete, anche ritenendole tutte, le lascerete se tratterete le cose temporali in modo da tendere con tutta l'anima alle eterne. Usa infatti del mondo, ma è come se non ne usasse, colui che indirizza al servizio della sua vita anche le cose necessarie e tuttavia non permette che esse dominino il suo spirito, in modo che siano sottomesse al suo servizio e mai infrangano l'ardore dell'anima rivolta al cielo. Tutti coloro che si comportano così, hanno a disposizione ogni cosa terrena non per la cupidigia, ma per l'uso. Non vi sia niente dunque che freni il desiderio del vostro spirito, nessun diletto di nessuna cosa vi tenga avvinti a questo mondo.<br />
Se si ama il bene, la mente trovi gioia nei beni più alti, quelli celesti. Se si teme il male, si abbiano davanti allo spirito i mali eterni, perché mentre il cuore vede che là si trova ciò che più si deve amare e più si deve temere, non si attacchi assolutamente a quanto si trova di qui.<br />
Per far questo abbiamo come nostro aiuto il mediatore di Dio e degli uomini, per mezzo del quale otterremo prontamente ogni cosa, se ardiamo di vero amore per lui, che con il Padre e lo Spirito Santo vive e regna Dio per tutti i secoli dei secoli. Amen.<br />
<br />
<br />
<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-48513939514685768752013-10-23T14:16:00.000+02:002013-10-23T14:16:09.913+02:00Per vivere occorre perdere il centro. Per non morire occorre ritrovarlo.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVZfreXgulj5sRV0XmmwkAVlt3D0zX-7hz6TnuSEtYsTN0IJNmwo6ZyPiMnm5o44blMW0m-6WX5smjpXVomW3wfP06javAIu8NgDDKChCRcS8eRyUrglL4SJA7-jm2bXBBLCpPD3h5P9A/s1600/sea-meditation-aviva-moshkovich.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="316" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVZfreXgulj5sRV0XmmwkAVlt3D0zX-7hz6TnuSEtYsTN0IJNmwo6ZyPiMnm5o44blMW0m-6WX5smjpXVomW3wfP06javAIu8NgDDKChCRcS8eRyUrglL4SJA7-jm2bXBBLCpPD3h5P9A/s400/sea-meditation-aviva-moshkovich.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<b>“Piccola morte”</b> <br />
<br />
di <span style="font-size: large;"><b>Simone Perotti</b></span><br />
<br />
<br />
E’ difficile spiegare, come dice la canzone. Sei mesi lontano da casa, immerso nell’altra grande abitazione. Gran parte nel mio Paese, il mare, diviso in varie nazioni. Ho attraversato sei volte un confine, quella linea illusoria per recludere e proteggere chi non sa che è cittadino di se stesso.<br />
<br />
Ho dormito in tanti letti, in treno, in aereo, su una barca, in case del passato, in case del futuro. Parlato, bisbigliato, sussurrato con centinaia di persone, lungo una via, intorno a un tavolo, muovendomi, in assoluta immobilità. Chi abita la sua vita è apolide, nomade. Si potrebbe tracciare una funzione matematica tra stanzialità e omologazione, o almeno la ripetizione degli stessi percorsi e l’alienazione. In questi sei mesi non ho mai fatto due volte lo stesso percorso. Dunque non sono mai tornato.<br />
<br />
E’ difficile spiegare, tuttavia. Per vivere occorre perdere il centro. Per non morire occorre ritrovarlo. Nello spazio di nessuno, in mezzo, ci sono io. Ma non sono solo: chiunque non si stia lasciando vivere è lì. Vi regna la solitudine, dove non si è mai soli. Non chiedetemi come, perché non lo so così bene da poterlo spiegare. Certamente il tutto non si manifesta gratuitamente. Siete dotati di denaro esistenziale? Bene, preparatelo nella tasca, stringetelo già nel pugno, perché ogni tanto c’è un casello, bisogna pagare.<br />
<br />
Sei mesi troppo lontano. Non ho ancora perduto tutte le cime, non mi posso permettere di navigare senza entrare mai in porto. Nell’abito ci si abita, appunto, e la consonanza non è occasionale. Non dice il Vangelo che quando Dio cacciò Adamo ed Eva diede loro abiti di pelle perché si coprissero? Non erano indumenti, erano i sacchi di pelle, i loro corpi. Loro erano anime, e per diventare umani avevano bisogno di zavorra che le corredasse. Abitare implica l’abito, come fuggire necessita di un nemico e tornare di una casa. In principio era il Logos, la parola, poi tutto si è confuso in una faccenda di involucri e giacigli. “La vita dà all’uomo strani compagni di letto” (Shakespeare).<br />
<br />
Partite quando siete sicuri, ma proprio sicuri. Non è un tentativo di dissuasione, solo un avvertimento. Perdere la cella ha i suoi effetti collaterali. Qua fuori serve un cuore duro, perché ai nomadi capita di struggersi in cerca di compagnia. Che non c’è sempre, almeno non nel deserto frequentato dai nomadi. Liberi (lo si ricordi) non è solo una faccenda che ha a che fare con la perdita del capufficio, l’eccesso di ripetizione e la voglia di togliersi il peso dal cuore. Liberi è una malebenedetta avventura, dove talvolta non passano i treni, si finisce in luoghi impensabili e i conti non tornano. Liberi è laggiù, non qui. E’ dove neppure si pensa, oltre il confine, oltre l’ultima frontiera, senza casa, senza cose, abitando l’inospitale, ospitati da abiti che non conoscono alcun lucore dell’abitudine. Liberi è tanto, non pensateci con le categorie che avete ora. Però può somigliare a troppo, che ora non sapreste concepire. Ce la si fa, ma a volte somiglia alla “piccola morte”, quando il piacere e il dolore si mescolano e sembrano la stessa, unica, terribile, splendida cosa. Solo che non lo è.<br />
<br />
<br />
<a href="http://www.simoneperotti.com/wp/2013/09/28/piccola-morte/">http://www.simoneperotti.com/wp/2013/09/28/piccola-morte/</a><br />
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<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-22924432757858571532013-09-18T23:18:00.000+02:002013-09-19T01:49:17.422+02:00La vita come sogno collettivo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5BU7CToKK7CuvFiJARnPADRlWrLKae-xIECZcOKkofROkfNbOAfl3jeLkqttHgKbJBbItQB-hfSjAQFcI5guEl_U-rMe8zF759TvGl2ikgXHRpnt1hn66XJKu-v6Euwcg1jgmxBpW7MI/s1600/sogno-collettivo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="297" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5BU7CToKK7CuvFiJARnPADRlWrLKae-xIECZcOKkofROkfNbOAfl3jeLkqttHgKbJBbItQB-hfSjAQFcI5guEl_U-rMe8zF759TvGl2ikgXHRpnt1hn66XJKu-v6Euwcg1jgmxBpW7MI/s400/sogno-collettivo.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
di <span style="font-size: large;"><b>José Stevens</b></span><br />
<br />
Da un punto di vista sciamanico, l’universo materiale in cui viviamo è un sogno collettivo e la vostra storia personale è un sogno individuale localizzato. Lo Spirito non ha attaccamento per questi sogni. Potremmo dire che lo Spirito crea i sognatori e partecipa ai loro sogni.<br />
<br />
I sognatori sono tutti gli elementi e i costituenti del piano fisico. Ogni elemento costitutivo ha il potere di sognare a livelli diversi di sofisticatezza. Il sogno di una pietra non è elaborato come il sogno di una farfalla e il sogno di una farfalla è superato per complessità dal sogno di un cane. I sognatori più sofisticati sono gli esseri umani e i cetacei (delfini e balene). Siamo in grado di fare sogni incredibili; purtroppo, a causa di una commistione di amnesia, creatività, libero arbitrio ed egoismo, a volte i nostri sogni si trasformano in incubi.<br />
<br />
È come se, nell’atto della creazione, lo Spirito avesse deciso per una politica di non ingerenza. Ha creato i sognatori e ha deciso di rispettare qualunque loro sogno, sapendo ovviamente che alla fine tutti i sognatori si sarebbero risvegliati e avrebbero riconosciuto il fondamento comune dell’universo: l’amore.<br />
<br />
Molte persone che devono affrontare vite particolarmente difficili maledicono lo Spirito, accusandolo di crudeltà. Ma se riflettete, lo Spirito non avrebbe potuto fare in altro modo senza limitare il libero arbitrio. Se non avete la libertà di creare tutti i sogni che volete, potreste sentirvi delusi e lamentarvi che il sogno è truccato. La via amorevole dello Spirito è la totale libertà di sognare e di scoprire. Questa è una comprensione fondamentale della vita sciamanica.<br />
<br />
Da un punto di vista sciamanico, quando un grande numero di esseri umani si unisce, i loro sogni collettivi diventano molto potenti. A lungo su questo pianeta i sogni hanno riguardato la sopravvivenza; poi venne un periodo di sogni focalizzati sull’ordine, le leggi, il controllo e la vita comunitaria; poi i grandiosi sogni di ambizione, potere e ricchezze materiali. Questi sogni si fondano sulla credenza che siamo esseri separati in competizione tra loro e che la forza creatrice dell’universo non esiste, oppure esiste sotto forma di una irata forza punitiva esterna. Oggi questi potentissimi sogni vecchi di secoli sono tutti interconnessi e forniscono una poderosa spinta all’umanità.<br />
<br />
Il sogno collettivo ha sviluppato un ego personale, un’identità a se stante fondata su ciò che è diventato: una lunga storia. Il sogno collettivo del pianeta ha un grande potere e sembra inghiottire tutto sul suo cammino. Nutre i sogni personali di tutte le persone su questo pianeta. Ritiene che il cibo più saporito sia il dramma, soprattutto se pieno di emozioni: rabbia, paura, invidia, gelosia e violenza. Il sogno collettivo non solo banchetta con queste cose, ma esige che tutte queste cose mantengano l’identità che il sogno ricorda. E così il sogno collettivo condiviso dagli uomini continua a provocare sempre nuovi traumi per avere cibo di cui nutrirsi, come una foresta in fiamme che esige famelicamente altri alberi per nutrire il fuoco dell’incendio. Questo sogno rafforza continuamente se stesso a ogni istante attraverso “sempre di più” della stessa cosa.<br />
<br />
I sogni personali della maggior parte delle persone sono risucchiati in questo vortice e senza saperlo contribuiamo a questo immenso incubo. A volte sogniamo cose piacevoli come un rapporto amorevole, un lavoro soddisfacente e creazioni di grande bellezza, ma tutte queste cose non stimolano il sogno collettivo storico come fanno invece i traumi più profondi. Quindi, prima o poi ognuno tende a cadere in questo grande sogno oscuro per venirne apparentemente vittimizzato e schiavizzato. Un maestro sciamano direbbe che gli esseri umani sono diventati pecore o mucche in fila per il macello. I risultati non sono belli.<br />
<br />
Essendo un sogno è di natura soggettiva, ma ha un’energia interna e il suo potere proviene da questa energia. Ciò significa che è alimentato letteralmente dai suoi sognatori che credono di non avere altra possibilità che sognare questo incubo collettivo. Invece possiamo scegliere.<br />
<br />
Il punto di vista sciamanico è che un nuovo sogno è possibile, ma richiede che un numero sufficiente di sognatori si svegli dall’incubo collettivo e trasformi il proprio sogno. Alcuni sciamani e mistici sono riusciti a risvegliarsi dal sogno collettivo e, in certa misura, sono anche riusciti a svegliare altri influenzando il loro sogno. Ma in genere questi maestri non sono stati ascoltati, perché pochi esseri umani sono abbastanza maturi per capire quello che dicono. Qualcuno li ha seguiti e si è risvegliato dal suo personale contributo all’incubo collettivo, ma quasi tutti hanno incorporato le parole di quei maestri nel normale sogno senza svegliarsi affatto, esattamente come un dormiente può incorporare nel sogno che sta facendo il suono di una sirena che passa per strada.<br />
<br />
Molti sciamani nativi credono che oggi, per la prima volta, esista a livello collettivo la possibilità per l’umanità di svegliarsi dal vecchio sogno negativo di massa. Abbiamo la possibilità di creare un nuovo sogno, un sogno che consente ai sognatori di risvegliarsi all’interno del loro sogno e scoprire che stanno sognando, in modo da assumere il controllo cosciente sul sogno. Il nuovo sogno può includere tutto ciò che desideriamo di più: cooperazione, condivisione, rapporti amorevoli, coesistenza pacifica, grande creatività che produce grande bellezza e ispirazione, guarigione di massa e coesistenza sostenibile con la Natura.<br />
<br />
<br />
<b>– da <span style="font-size: large;">“I segreti degli sciamani. Il risveglio al mondo degli spiriti”</span> di <span style="font-size: large;">Sandra Ingerman e Hank Wesselman</span> –</b><br />
<br />
<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-38858105361922040622013-09-06T23:48:00.000+02:002013-09-06T23:48:19.201+02:00Pura Luce<object height="360" width="480"><param name="movie" value="//www.youtube.com/v/tmXdR_FKJRE?version=3&hl=it_IT"></param>
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<br />
<br />
<span style="font-size: large;"><b>Renato Zero - Pura Luce</b></span><br />
<br />
<br />
Ma non senti crescere un canto<br />
con le note più belle del mondo<br />
sono gli amici persi nel vento<br />
che ci vengono incontro...<br />
<br />
Oltre il tempo l'amore ha vinto<br />
il segreto è nell'anima accanto<br />
per questa notte oltre la vita<br />
per ogni lacrima che scenderà<br />
un abbraccio ci perdonerà<br />
<br />
Quante stelle cadono in mare<br />
padri figli in un solo colore<br />
ogni paura ora è lontana<br />
dagli errori dell'umanità<br />
<br />
Apri gli occhi...<br />
siamo pura luce ormai<br />
<br />
Mille voci un fuoco una casa<br />
non tardare non tradire l'attesa<br />
che io ti aspetto come ogni sera<br />
per parlarti dell'eternità<br />
<br />
Apri gli occhi...<br />
sei la sola verità<br />
<br />
Ormai...<br />
<br />
Cuori in tempesta<br />
la morte ci sfida<br />
la tua mano riconoscerò<br />
di seguirti non mi stancherò...<br />
io no<br />
<br />
<br />
<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-38558780664614991992013-08-27T20:36:00.002+02:002013-08-27T20:36:23.756+02:00Il coraggio di vivere senza paura<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCD4meLIdAD8IAHDVAde-YBv2nzJ4Tw0VSw6j-40f-LwVqDbLdeHRvAkX7fQYU0usVXd0D4EXAQTkLWRybJZe3hXiyVsD5z1lnsns6-v5_Fig7YEJI-tTL7v886m80Hh8dgMWn-Lfcb3c/s1600/heart-light.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCD4meLIdAD8IAHDVAde-YBv2nzJ4Tw0VSw6j-40f-LwVqDbLdeHRvAkX7fQYU0usVXd0D4EXAQTkLWRybJZe3hXiyVsD5z1lnsns6-v5_Fig7YEJI-tTL7v886m80Hh8dgMWn-Lfcb3c/s400/heart-light.jpg" width="299" /></a></div>
<br />
<br />
Guardandoci intorno, è facile constatare come nel nostro tempo il concetto di coraggio non goda, in termini generali, di troppa considerazione.<br />
<br />
Il coraggio è una qualità che accomuniamo spesso al concetto di eroismo, riferendoci ai gesti eccezionali di quanti mettono a repentaglio la propria vita per un bene superiore o per la vita di un’altra persona.<br />
<br />
Ma solo di rado il coraggio viene esaltato come una virtù da coltivare e mettere in pratica quotidianamente. Ciò che più sembra contare oggi, al contrario, è il concetto di sicurezza. Spesso ci viene consigliato di non rischiare, di non fare mosse azzardate. Rimanere in una posizione di confort, non esporci, non parlare agli estranei, stare attenti e vigili, sospettosi del prossimo. Restare al sicuro e non correre rischi non necessari.<br />
<br />
C’è, tuttavia, un effetto secondario non irrilevante in tutto ciò: riconoscere alla stabilità e alla sicurezza personale un’importanza eccessiva nella tua vita può, infatti, indurti a condurre un’esistenza di mera reazione, improntata al mantenimento piuttosto che allo sviluppo attivo. Invece di pianificare i tuoi obiettivi e perseguirli nel modo da te stabilito, assumendo un ruolo di assoluta responsabilità nelle tue scelte e nelle tue azioni, finisci al contrario per giocare in difesa, rimanendo al sicuro e cercando di respingere gli attacchi al guscio che ti sei creato.<br />
<br />
Continui allora a rimanere nel tuo lavoro, anche se non ti soddisfa, solamente perché si tratta di un posto sicuro, senza neppure adoperarti attivamente per cercarne un altro che davvero ti stimoli e ti faccia sentire vivo. Continui a restare in una relazione nella quale l’amore e la passione sono svaniti da tempo, senza preoccuparti di come rivitalizzarla, solo perché il rapporto va ormai avanti da anni e non è il caso di metterlo in discussione. Preferisci seguire il flusso degli eventi, anziché cercare di assumerti le tue responsabilità e determinarne il corso. Preferisci rimanere al sicuro, non esporti, adottando un atteggiamento passivo e sperando che i venti della vita ti conducano in una direzione favorevole. Si può fare di meglio? Credo proprio di sì.<br />
<br />
Il passo fondamentale per assumere la piena responsabilità della nostra esistenza è acquistare coraggio, vivere senza paura. Non parlo del coraggio di lanciarsi con il paracadute o di tuffarsi da una roccia a picco sul mare. Parlo del coraggio di affrontare tutte quelle paure che ti trattengono dall’esprimerti compiutamente e dall’affermare la tua personalità in modo assoluto, senza maschere e timori. Parlo dell’abilità di affrontare la paura del fallimento. La paura del rifiuto. La paura di essere umiliati. La paura di restare soli. La paura di non farcela.<br />
<br />
Tutti noi abbiamo queste paure, nessuno escluso. Ciò che ci differenzia, però, è la volontà di riconoscerle, accettarle e affrontarle. La maggior parte delle persone ignora queste paure, le rifiuta, non le accetta, semplicemente le nega, trova delle giustificazioni. Se non parli in pubblico è perché non hai nulla da dire, è ovvio. Se non ti rivolgi a un estraneo è solo perché potresti risultare scortese, certo. Ma pensaci bene, come vivresti la tua vita se non avessi nessuna paura? Non usciresti dalla tua zona di sicurezza? Non esprimeresti più facilmente le tue idee invece di conformarti a quelle degli altri? Non sarebbe più agevole aprirti totalmente al prossimo? Pensa a come vivresti più compiutamente la tua vita se le tue paure non ti frenassero, pensa a come potresti crescere e svilupparti come individuo. Per fare ciò tutto quello di cui hai bisogno è il coraggio.<br />
<br />
<br />
<b>Cos’è il coraggio?</b><br />
<br />
Ma cos’è esattamente il coraggio? Cosa significa vivere senza paura? Il coraggio, semplicemente, non è assenza di paura: al contrario, è la capacità di agire nonostante si provi paura. Le persone coraggiose provano certamente paura, ma non consentono che la paura le paralizzi. Le persone coraggiose riconoscono, accettano e affrontano le loro paure, anche se queste le terrorizzano. E ciò le aiuta ad acquisire sempre maggiore coraggio, come in un circolo virtuoso: più affronti le tue paure, più guadagni coraggio.<br />
<br />
Al contrario, coloro che mancano di coraggio, hanno la tendenza a sentirsi sollevati e come liberati da un peso quando riescono ad evitare le loro paure: se sono stati in grado di fuggire una paura, infatti, il sollievo che ne deriva agisce come un premio alla loro impresa, rinforzando ancor più la loro timidezza e la loro mancanza di coraggio. Si entra in un circolo vizioso.<br />
<br />
Questi atteggiamenti volti a evitare la paura producono nel lungo termine effetti permanenti. Invecchi e cominci a dare le tue paure per scontate, i tuoi timori finiscono per appartenerti e divengono parte integrante della tua personalità. Allora cerchi di razionalizzare i tuoi comportamenti e giustificare le tue paure. Hai una famiglia da mantenere e non puoi prendere rischi, sei troppo in là con gli anni per poter cercare un nuovo lavoro, non puoi smettere di fumare perché ormai hai preso il vizio, non puoi dimagrire per via dei tuoi geni. Allora trascorrono cinque anni, poi dieci, poi venti... e realizzi che in fondo in questo arco di tempo la tua vita non è cambiata poi molto. Affiorano rimpianti e le insoddisfazioni si fanno strada. Cerchi allora di convincerti che devi solamente vivere gli anni che ti restano nel modo più tranquillo e normale possibile fino a quando non ti troverai sotto terra, dove finalmente raggiungerai la totale sicurezza e la completa stabilità. Potrai dire di aver vissuto veramente? Temo di no.<br />
<br />
Non c’è forse anche dentro di te una vocina che ti dice che non stai vivendo pienamente la vita che vorresti? Che in fondo anche tu hai la possibilità e il diritto di esprimerti compiutamente come individuo? Perché allora non provi ad ascoltarla e a cercare di comprendere ciò che davvero puoi fare per realizzare i tuoi sogni e condurre la tua esistenza al meglio delle tue possibilità?<br />
<br />
Come tutti, anche tu puoi farlo, anche tu puoi vivere con consapevolezza e svilupparti pienamente come individuo che insegue i propri obiettivi e assume le proprie responsabilità, anziché reagire passivamente agli eventi della propria esistenza. Tutto è nelle tue mani, nella tua volontà di ergerti ad artefice del tuo destino ed affrontare le paure che oggi ti frenano.<br />
<br />
Come puoi fare? Come puoi fronteggiare le tue paure? Bene, prova innanzitutto ad identificare i tuoi timori, a dare un nome a ciò che ti frena, cerca di non negare le tue paure, al contrario tenta di riconoscerle, senza alcun giudizio, prova semplicemente ad acquisirne consapevolezza. Individua cosa ti impedisce di vivere liberamente, senza lacci e freni. Potrà trattarsi della paura del rifiuto o dell’abbandono, della paura del fallimento, della paura di non essere compreso o qualunque altro timore che oggi non ti consente di esprimerti compiutamente come individuo libero e responsabile. Dai un nome alle tue paure.<br />
<br />
<br />
<b>Dal riconoscimento all’azione.</b><br />
<br />
Nel momento in cui riesci ad identificare i timori e le paure che oggi ti paralizzano, il passo successivo è quello di affrontarle, decidere di superare la soglia della zona di confort e passare all’azione nonostante la paura. Scegliere di prendere nelle tue mani il proprio destino.<br />
<br />
Il punto fondamentale da tenere a mente al riguardo è che per superare le tue paure non hai alcuna necessità di intraprendere azioni drastiche immediate. Il coraggio è fondamentalmente un’abilità mentale che può essere appresa e coltivata e che, in quanto tale, richiede determinazione e costanza per essere assimilata ed entrare a far parte del nostro bagaglio personale. Se vuoi sviluppare i tuoi muscoli, non ti rechi certo in palestra cercando di alzare subito 100 kg sulla panca: allo stesso modo per superare la paura di parlare in pubblico, ad esempio, non è certo necessario alzarsi in piedi e parlare di fronte ad una platea di 1000 persone alla prima occasione.<br />
<br />
Il vero segreto per superare la paura ed acquisire coraggio è farlo con determinazione e costanza, ma allo stesso tempo con gradualità, senza lanciarsi in disperati salti nel buio. Riprendendo l’esempio della paura di parlare in pubblico, puoi iniziare a sforzarti di parlare di fronte ad un gruppo di 7-8 persone, possibilmente amici e conoscenti, per poi passare gradualmente ad una platea più ampia. Una volta che sarai riuscito a parlare di fronte a 20 persone, sarà più facile prendere la parola di fronte ad un gruppo di 30 o 40 persone, e così via fino a raggiungere un numero di persone molto più elevato. Con gradualità, allenando il tuo coraggio a piccoli passi, ma con impegno e perseveranza. Ti renderai presto conto come ogni piccolo successo contribuirà a infonderti fiducia per affrontare con ancora maggiore entusiasmo il passo successivo.<br />
<br />
L’esatto processo attraverso il quale costruisci il tuo coraggio non è così rilevante: ciò che davvero conta è che tu lo faccia con consapevolezza. Così come i tuoi muscoli si atrofizzano se non perseveri nell’allenamento, allo stesso modo il tuo coraggio si dissolve se non ti impegni costantemente a sfidare te stesso e ad affrontare le tue paure. Se non alleni con costanza il tuo coraggio, automaticamente rafforzi le tue paure: non esiste alcuna via intermedia.<br />
<br />
Cerca di ricordare sempre a te stesso che la paura non è il tuo nemico. E’ una bussola in grado di indirizzarti verso le aree dove hai maggiormente bisogno di crescere. Quando incontri una nuova paura dentro di te, prova a celebrarla come una nuova, magnifica opportunità di crescita.<br />
<br />
Dove ti porterà il tuo coraggio? La risposta è che ti consentirà di condurre un’esistenza estremamente più intensa e colma di significato. Inizierai a vivere in pienezza, come individuo responsabile e autentico. Sarai in grado di scoprire e sviluppare i tuoi talenti, inseguire i tuoi sogni e raggiungere i tuoi obiettivi. Sarai capace di vivere con consapevolezza, invece di reagire agli eventi avrai la possibilità di guidarli e viverli intensamente.<br />
<br />
Ciò che fai della tua vita non dipende dai tuoi genitori, dal tuo capo o dal tuo partner. Dipende da te e da te soltanto, è solamente nelle tue mani. Non lasciarti sfuggire l’opportunità di abbracciare l’emozionante avventura della vita. Sperimenterai fallimenti e delusioni, sarà inevitabile. Ma queste saranno le pietre miliari lungo il cammino di una vita vissuta con coraggio e ti schiuderanno uno spazio infinito di gioia, pienezza e felicità. Allora vai e affronta le tue paure, costruisci il coraggio per inseguire i tuoi sogni e celebra la tua esistenza vivendola nel pieno delle tue possibilità.<br />
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<i>Il coraggio non è l’assenza di paura, ma la consapevolezza che nella tua vita c’è qualcosa di più importante della paura</i> - Ambrose Redmoon<br />
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- dal blog Vivi Zen: <a href="http://www.vivizen.com/2009/06/il-coraggio-di-vivere-senza-paura.html">http://www.vivizen.com/2009/06/il-coraggio-di-vivere-senza-paura.html</a> -<br />
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<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-21065469599307602562013-08-10T23:55:00.000+02:002013-08-11T00:08:34.604+02:00Meditare come l'oceano<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLCcPX5PgB5sMimBzBlgFcBUOXcoNVwXCzY7sEsbOkbIwTDDZ9q6H7Ai3prMep0OKJkxJQu7zDdxdU50RqnG9S2Tr4K-GpbHQP0yv2yElOrfdB64X-hwgl101gfCOW2Qh0BgYilz3jWJA/s1600/meditate-ocean.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLCcPX5PgB5sMimBzBlgFcBUOXcoNVwXCzY7sEsbOkbIwTDDZ9q6H7Ai3prMep0OKJkxJQu7zDdxdU50RqnG9S2Tr4K-GpbHQP0yv2yElOrfdB64X-hwgl101gfCOW2Qh0BgYilz3jWJA/s400/meditate-ocean.jpg" width="266" /></a></div>
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Il giovane si avvicinò al mare. Aveva acquisito un buon modo di stare seduto ed un portamento eretto. Era in buona postura. Che cosa gli mancava? Che cosa poteva insegnargli lo sciacquio delle onde? Si alzò il vento. Il flusso e il riflusso del mare si fecero più profondi e ciò risvegliò in lui il ricordo dell’oceano. In effetti, il vecchio monaco gli aveva pur consigliato di meditare “come l’oceano” e non come il mare. Come aveva fatto ad indovinare che il giovane aveva passato lunghe ore in riva all’Atlantico, soprattutto la notte, e che già conosceva l’arte di accordare il proprio respiro al grande respiro delle onde? Inspiro, espiro... poi: sono inspirato, sono espirato. Mi lascio portare dal respiro, come ci si lascia portare dalle onde... Così, faceva il morto portato dal ritmo della respirazione oceanica. Ciò l’aveva condotto talvolta sull’orlo di strani deliqui, ma la goccia d’acqua che una volta “si dileguava nel mare” oggi custodiva la propria forma, la propria coscienza. Era l’effetto della postura? Del suo radicamento nella terra? Non era più portato dal ritmo profondo della respirazione. La goccia d’acqua conservava la propria identità e tuttavia sapeva di “essere una” con l’oceano. È così che il giovane uomo imparò che meditare è respirare profondamente, è abbandonare al suo corso il flusso e riflusso del respiro.<br />
<br />
Apprese ugualmente che, se vi erano delle onde in superficie, il fondo dell’oceano rimaneva tranquillo. I pensieri vanno e vengono come schiuma, ma il fondo dell’essere rimane immobile. Meditare a partire dalle onde che siamo per lasciarsi annegare e mettere radici nel fondo dell’oceano. Tutto ciò diventava in lui ogni giorno un poco più vitale, ed egli ricordava le parole di un poeta che l’avevano segnato al tempo della sua adolescenza: “L’esistenza è un mare pieno di onde. Di questo mare la gente comune non percepisce che le onde. Guarda come dalle profondità del mare innumerevoli onde salgono in superficie, mentre il mare rimane nascosto nelle onde”. Oggi il mare gli sembrava meno “nascosto nelle onde”, l’unicità di tutte le cose gli pareva più evidente, e ciò non aboliva la molteplicità. Egli aveva minor bisogno di contrapporre il fondo e la forma, il visibile e l’invisibile. Tutto costituiva l’oceano unico della vita.<br />
<br />
Nel fondo del suo respiro non c’era forse la “Ruah”? Il “pneuma”? Il grande respiro di Dio?<br />
<br />
“Colui che ascolta attentamente la sua respirazione - gli disse allora il vecchio monaco Serafino - non è lontano da Dio. Ascolta chi giace al limite della tua espirazione. Ascolta chi si trova al principio della tua inspirazione”. Effettivamente c’erano al principio e alla fine di ogni respiro alcuni secondi di silenzio, più profondi del flusso e riflusso delle onde, c’era qualcosa che l’oceano sembrava portare...<br />
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<br />
<b>- da <span style="font-size: large;">“L’Esicasmo”</span> di <span style="font-size: large;">Jean-Yves Leloup</span> -</b><br />
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<a href="http://www.meditare.net/wp/meditazione/meditare-come-loceano-esicaismo/">http://www.meditare.net/wp/meditazione/meditare-come-loceano-esicaismo/</a><br />
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<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-86580199892429171392013-07-29T16:30:00.001+02:002013-07-29T16:30:39.492+02:00Sviluppo spirituale e disturbi neuropsichici<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxk7lIPLQ-IeHRqrkj4mc6zYIM3qOeldS9U88-zJkM9FdmV_sNBaXVFNH3ByTjm_qDGA5ksaMsVRWA64MzV_HG-wF-ok68uasBHdmdw84S8E8q-6ykZg2Jg4cgKqVS7YQxNAAn1xnas4o/s1600/notte+oscura+dell%27anima.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxk7lIPLQ-IeHRqrkj4mc6zYIM3qOeldS9U88-zJkM9FdmV_sNBaXVFNH3ByTjm_qDGA5ksaMsVRWA64MzV_HG-wF-ok68uasBHdmdw84S8E8q-6ykZg2Jg4cgKqVS7YQxNAAn1xnas4o/s400/notte+oscura+dell%27anima.jpg" width="271" /></a></div>
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<br />
di <span style="font-size: large;"><b>Roberto Assagioli</b></span><br />
<br />
(scritto e pubblicato nel 1933)<br />
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<br />
Lo sviluppo spirituale dell'uomo è un'avventura lunga e ardua, un viaggio attraverso strani paesi, pieni di meraviglie, ma anche di difficoltà e di pericoli. Esso implica una radicale purificazione e trasmutazione, il risveglio di una serie di facoltà prima inattive, l'elevazione della coscienza a livelli prima non toccati, il suo espandersi lungo una nuova dimensione interna.<br />
<br />
Non dobbiamo meravigliarci perciò che un cambiamento così grande si svolga attraverso vari stadi critici, non di rado accompagnati da disturbi neuropsichici e anche fisici (psicosomatici).<br />
<br />
Questi disturbi, mentre possono apparire all'osservazione clinica ordinaria uguali a quelli prodotti da altre cause, in realtà hanno significato e valore del tutto diverso e devono venir curati in modo ben differente.<br />
<br />
Attualmente poi i disturbi prodotti da cause spirituali vanno divenendo sempre più frequenti, poiché il numero di persone che, consciamente o inconsciamente, sono assillate da esigenze spirituali va divenendo sempre maggiore.<br />
<br />
Inoltre, a causa della maggiore complessità dell'uomo moderno e particolarmente degli ostacoli creati dalla sua mente critica, lo sviluppo spirituale è divenuto un processo interiore più difficile e complicato.<br />
<br />
Per questa ragione è opportuno dare uno sguardo generale ai disturbi nervosi e psichici che insorgono nei vari stadi dello sviluppo spirituale, e offrire qualche indicazione riguardo ai modi più adatti ed efficaci per curarli.<br />
<br />
Nel processo di realizzazione spirituale si possono osservare 5 stadi critici:<br />
<br />
I. Le crisi che precedono il risveglio spirituale;<br />
<br />
II. Le crisi prodotte dal risveglio spirituale;<br />
<br />
III. Le reazioni che seguono al risveglio spirituale;<br />
<br />
IV. Le fasi del processo di trasmutazione;<br />
<br />
V. La "notte oscura dell'anima".<br />
<br />
<br />
<b>I. Crisi che precedono lo sviluppo spirituale.</b><br />
<br />
Per ben comprendere il significato delle singolari esperienze interiori che sogliono precedere il risveglio dell'anima, occorre ricordare alcune caratteristiche psicologiche dell'uomo ordinario. <br />
<br />
Questi, più che vivere, si può dire che si <i>lasci vivere</i>.<br />
<br />
Egli prende la vita come viene; non si pone il problema del suo significato, del suo valore, dei suoi fini. Se è volgare, si occupa solo di appagare i propri desideri personali: di procurarsi i vari godimenti dei sensi, di diventare ricco, di soddisfare la propria ambizione. Se è d'animo più elevato, subordina le proprie soddisfazioni personali all'adempimento dei doveri familiari e civili che gli sono stati inculcati, senza preoccuparsi di sapere su quali basi si fondino quei doveri, quale sia la loro vera gerarchia, ecc. Egli può anche dichiararsi 'religioso' e credere in Dio, ma la sua religione è esteriore e convenzionale, ed egli si sente 'a posto' quando ha obbedito alle prescrizioni formali della sua chiesa e partecipato ai vari riti.<br />
<br />
Insomma l'uomo comune crede implicitamente alla realtà assoluta della vita ordinaria ed è attaccato tenacemente ai beni terreni, ai quali attribuisce un valore positivo; egli considera così, in pratica, la vita ordinaria fine a se stessa, e anche se crede a un paradiso futuro, tale sua credenza è del tutto teorica e accademica, come appare dal fatto, spesso confessato con comica ingenuità, che desidera di andarci... il più tardi possibile.<br />
<br />
Ma può avvenire ‑ e in realtà avviene in alcuni casi ‑ che quest' "uomo ordinario" venga sorpreso e turbato da un improvviso mutamento nella sua vita interiore.<br />
<br />
Talvolta in seguito a una serie di delusioni; non di rado dopo una forte scossa morale, come la perdita di una persona cara; ma talvolta senza alcuna causa apparente, in mezzo al pieno benessere e favore della fortuna (come avvenne a Tolstoj) insorge una vaga inquietudine, un senso di insoddisfazione, di mancanza; ma non la mancanza di qualcosa di concreto, bensì di alcunché di vago, di sfuggente, che egli non sa definire.<br />
<br />
A poco a poco si aggiunge un senso di irrealtà, di vanità della vita ordinaria: tutti gli interessi personali, che prima tanto occupavano e preoccupavano, si 'scoloriscono', per così dire, perdendo la loro importanza e il loro valore. Nuovi problemi si affacciano; la persona comincia a chiedersi il <i>senso della vita</i>, il perché di tante cose che prima accettava naturalmente: il perché della sofferenza propria e altrui; la giustificazione di tante disparità di fortuna; l'origine dell'esistenza umana; il suo fine.<br />
<br />
Qui cominciano le incomprensioni e gli errori: molti, non comprendendo il significato di questi nuovi stati d'animo, li considerano ubbie, fantasie anormali; soffrendone (poiché sono molto penosi), li combattono in ogni modo; temendo di 'perdere la testa', si sforzano di riattaccarsi alla realtà ordinaria che minaccia di sfuggir loro; anzi talvolta, per reazione, vi si gettano con maggior foga, perdutamente, cercando nuove occupazioni, nuovi stimoli, nuove sensazioni. Con questi ed altri mezzi essi riescono talora a soffocare l'inquietudine, ma non possono quasi mai distruggerla completamente: essa continua a covare nel profondo del loro essere, a minare le basi della loro esistenza ordinaria e può, anche dopo anni, prorompere di nuovo più intensa. Lo stato di agitazione diventa sempre più penoso, il vuoto interiore più intollerabile; la persona si sente annientata: tutto ciò che formava la sua vita le sembra un sogno, sparisce come una larva, mentre la nuova luce non è ancora sorta; anzi generalmente la persona ne ignora perfino l'esistenza o non crede alla possibilità di ottenerla.<br />
<br />
Spesso a questo tormento generale si aggiunge una crisi morale più definita; la coscienza etica si risveglia e si acuisce, la persona è assalita da un grave senso di colpa, di rimorso per il male commesso, si giudica severamente ed è colta da un profondo scoraggiamento.<br />
<br />
A questo punto sogliono presentarsi quasi sempre idee e impulsi di suicidio. Alla persona sembra che l'annientamento fisico sia la sola logica conseguenza del crollo e del dissolvimento interiore.<br />
<br />
Dobbiamo far notare che questo è solo uno schema generico di tali esperienze e del loro svolgimento. In realtà vi sono numerose differenze individuali: alcuni non giungono allo stadio più acuto; altri vi arrivano quasi a un tratto, senza il graduale passaggio accennato; in alcuni prevalgono la ricerca e i dubbi filosofici; in altri la crisi morale è in prima linea.<br />
<br />
Queste manifestazioni della crisi spirituale sono simili ad alcuni dei sintomi delle malattie dette nevrastenia e psicastenia. Uno dei caratteri di questa è appunto la 'perdita della funzione del reale', come la chiama Pierre Janet, e un altro è la 'spersonalizzazione'. La somiglianza è accresciuta dal fatto che il travaglio della crisi produce spesso anche dei sintomi fisici, quali esaurimento, tensione nervosa, depressione, insonnia, e svariati disturbi digestivi, circolatori, ecc.<br />
<br />
<br />
<b>II. Crisi prodotte dal risveglio spirituale.</b><br />
<br />
L'aprirsi della comunicazione fra la personalità e l'anima, i fiotti di luce, di gioia e di energia che l'accompagnano, producono spesso una mirabile liberazione. I conflitti interni, le sofferenze e i disturbi nervosi e fisici spariscono, spesso con una rapidità sorprendente, confermando così che quei disturbi non erano dovuti a cause materiali, ma erano la diretta conseguenza del travaglio psico‑spirituale. In questi casi il risveglio spirituale costituisce una vera e propria cura.<br />
<br />
Ma il risveglio non si svolge sempre in modo così semplice ed armonico, bensì può essere a sua volta causa di complicazioni, disturbi e squilibri. Questo avviene in coloro la cui mente non è ben salda, o nei quali le emozioni sono esuberanti e non dominate, oppure il sistema nervoso troppo sensibile e delicato, o ancora quando l'afflusso di energia spirituale è travolgente per la sua subitaneità e violenza.<br />
<br />
Quando la mente è troppo debole e impreparata a sopportare la luce spirituale, oppure quando vi è tendenza alla presunzione e all'egocentrismo, l'evento interiore può venire male interpretato. Avviene, per così dire, una 'confusione di piani': la distinzione fra assoluto e relativo, fra spirito e personalità non è riconosciuta, e allora la forza spirituale può produrre un'esaltazione, una 'gonfiatura' dell'io personale.<br />
<br />
Alcuni anni or sono ho avuto occasione di osservare al manicomio di Ancona un caso tipico di questo genere. Uno dei ricoverati, un simpatico vecchietto, affermava tranquillamente ma ostinatamente... di essere Dio. Intorno a questa sua convinzione egli aveva fabbricato una serie delle più fantastiche idee deliranti; di schiere celesti ai suoi comandi, di grandi cose da lui compiute, ecc. Ma, a parte questo, egli era la persona più buona, gentile e premurosa che si possa immaginare, sempre pronta a render servizi ai medici e ai malati. La sua mente era così chiara e attenta e i suoi atti così accurati, che era stato fatto assistente del farmacista, il quale gli affidava le chiavi della farmacia e la preparazione di medicine. Questo non diede mai luogo ad alcun inconveniente, all'infuori della sparizione di un po' di zucchero che egli sottraeva per far con esso cosa gradita ad alcuni dei ricoverati.<br />
<br />
Dal punto di vista medico ordinario il nostro malato verrebbe considerato come un semplice caso di delirio di grandezza, una forma paranoide; ma in realtà queste non sono che etichette puramente descrittive o di classificazione clinica, e la psichiatria ordinaria nulla sa dirci di certo sulla vera natura e sulle cause di questi disturbi. Mi sembra quindi sia lecito ricercare se non vi possa essere un'interpretazione psicologica più profonda delle idee di quel malato. E' noto come la percezione interiore della realtà dello Spirito e della sua intima compenetrazione con l'anima umana dà a colui che la prova un senso di grandezza e di allargamento interiore, la convinzione di partecipare in qualche modo alla natura divina.<br />
<br />
Nelle tradizioni religiose e nelle dottrine spirituali d'ogni tempo se ne possono trovare numerose attestazioni e conferme, espresse non di rado in forma assai audace.<br />
<br />
Nella Bibbia troviamo la frase esplicita e recisa: "Non sapete che siete Dei?". E sant'Agostino dice: "Quando l'anima ama qualcosa, diventa a essa simile; se ama le cose terrene, diventa terrena; ma se ama Dio (si potrebbe chiedere) diventa essa Dio?".<br />
<br />
L'espressione più estrema della identità di natura fra lo spirito umano nella sua pura e reale essenza e lo Spirito Supremo è contenuta nell'insegnamento centrale della filosofia Vedanta: <i>Tat twam asi</i> (Tu sei Quello) e <i>Aham evam param Brahman</i> (In verità io sono il Supremo Brahman).<br />
<br />
Comunque si voglia concepire questo rapporto fra lo spirito individuale e quello universale, sia che lo si consideri come un'identità o come una somiglianza, una partecipazione, una unione, bisogna riconoscere in modo ben chiaro, e tener sempre presente in teoria e in pratica, la grande differenza che esiste fra lo spirito individuale nella sua natura essenziale ‑ quello che è stato chiamato il 'fondo' o il 'centro' o 'l'apice' dell'anima, l'Io superiore, il Sé reale ‑ e la piccola personalità ordinaria, il piccolo io di cui siamo abitualmente consapevoli.<br />
<br />
Il non riconoscere tale distinzione porta a conseguenze assurde e pericolose. Questo ci dà la chiave per comprendere lo squilibrio mentale del malato di cui ho fatto cenno, e altre forme meno estreme di autoesaltazione e di autogonfiatura. L'errore funesto di tutti coloro che cadono in preda a tali illusioni è quello di attribuire al proprio io personale non rigenerato le qualità e i poteri dello Spirito. In termini filosofici si tratta di una confusione fra realtà relativa e Realtà assoluta, fra il piano personale e quello metafisico. Da questa interpretazione di certe idee di grandezza si possono trarre anche utili norme curative. Essa ci mostra come il cercare di dimostrare al malato che egli ha torto, che le sue idee sono del tutto assurde o il deriderle, non serve a nulla; anzi non fa che inasprirlo. Invece è opportuno riconoscere con lui l'elemento di vero che c'è nelle sue affermazioni e poi cercar pazientemente di fargli comprendere la distinzione suaccennata.<br />
<br />
In altri casi l'improvvisa illuminazione interna prodotta dal risveglio dell'anima determina invece un'esaltazione emotiva, che si esprime in modo clamoroso e disordinato: con grida, pianto, canti e agitazioni motorie varie.<br />
<br />
Coloro poi che sono di tipo attivo, dinamico, combattivo, possono venir spinti dall'eccitazione del risveglio ad assumere la parte del profeta o del riformatore, formando movimenti e sette caratterizzati da un eccessivo fanatismo e proselitismo.<br />
<br />
In certe anime nobili, ma troppo rigide ed eccessive, la rivelazione dell'elemento trascendente e divino del proprio spirito suscita un'esigenza di adeguazione completa e immediata a quella perfezione. Ma in realtà tale adeguazione non può essere semmai che il termine di una lunga e graduale opera di trasformazione e di rigenerazione della personalità; quindi quell'esigenza non può che esser vana e provocare reazioni di depressione e di disperazione autodistruttive.<br />
<br />
In alcune persone, a ciò predisposte, il 'risveglio' si accompagna con manifestazioni psichiche paranormali di vario genere. Esse hanno visioni, generalmente di esseri elevati o angelici, oppure odono delle voci, o si sentono spinte a scrivere automaticamente. Il valore dei messaggi così ricevuti è assai diverso da caso a caso; perciò occorre che essi vengano sempre esaminati e vagliati obiettivamente, senza prevenzioni, ma anche senza lasciarsi imporre dal modo con cui sono pervenuti, né dalla presunta autorità di chi asserisca esserne l'autore. E' opportuno diffidare soprattutto dei messaggi che contengono ordini precisi e richiedono obbedienza cieca, e di quelli che tendono a esaltare la personalità del ricevente. I veri istruttori spirituali non usano mai tali metodi.<br />
<br />
Prescindendo poi dall'autenticità e dal valore intrinseco di quei messaggi, sta il fatto che essi sono pericolosi perché possono facilmente turbare, anche in modo grave, l'equilibrio emotivo e mentale.<br />
<br />
<br />
<b>III. Le reazioni che seguono al risveglio spirituale.</b><br />
<br />
Queste reazioni si producono generalmente dopo un certo tempo.<br />
<br />
Come abbiamo accennato, un risveglio spirituale armonico suscita un senso di gioia, e una illuminazione della mente che fa percepire il significato e lo scopo della vita, scaccia molti dubbi, offre la soluzione di molti problemi e dà un senso di sicurezza interiore. A questo si accompagna un vivido senso dell'unità, della bellezza, della santità della vita, e dall'anima risvegliata s'effonde un'onda di amore verso le altre anime e tutte le creature.<br />
<br />
Invero non vi è nulla di più lieto e confortante del contatto con uno di questi 'risvegliati' che si trovi in un tal 'stato di grazia'. La sua personalità di prima, coi suoi angoli acuti e coi suoi elementi sgradevoli, sembra sparita e una nuova persona, simpatica e piena di simpatia, sorride a noi e al mondo intero, tutta desiderosa di dar piacere, di rendersi utile, di condividere con gli altri le sue nuove ricchezze spirituali di cui non sa contenere in sé la sovrabbondanza.<br />
<br />
Questo stato gioioso dura più o meno a lungo, ma è destinato a cessare. La personalità ordinaria, coi suoi elementi inferiori, era stata solo temporaneamente sopraffatta e addormentata, non uccisa o trasformata. Inoltre l'afflusso di luce e di amore spirituale è ritmico e ciclico come tutto quanto avviene nell'universo; esso quindi prima o poi diminuisce o cessa: il flusso è seguito dal riflusso.<br />
<br />
Questa esperienza interna è penosissima, e in alcuni casi produce reazioni violente e seri disturbi. Le tendenze inferiori si risvegliano e si riaffermano con forza rinnovata; tutti gli scogli, i detriti, i rifiuti, che erano stati ricoperti dall'alta marea, ricompaiono di nuovo.<br />
<br />
La persona, la cui coscienza morale si è fatta, in seguito al risveglio, più raffinata ed esigente, la cui sete di perfezione è divenuta più intensa, si giudica con maggior severità, si condanna con maggior rigore e può credere, erroneamente, di esser caduta più in basso di prima. A ciò può essere indotta anche dal fatto che talvolta certe tendenze e impulsi inferiori, che erano rimasti latenti nell'inconscio, vengono risvegliati e stimolati a una violenta opposizione dalle nuove alte aspirazioni spirituali, che sono per essi una sfida e una minaccia.<br />
<br />
Talvolta la reazione va così oltre, che la persona giunge fino a negare il valore e la realtà della propria recente esperienza interiore. Dubbi e critiche sorgono nella sua mente ed essa è tentata di considerare tutto ciò che è avvenuto come un'illusione, una fantasia, una 'montatura sentimentale'. Essa diviene amara e sarcastica; deride se stessa e gli altri e vorrebbe rinnegare i propri ideali e le proprie aspirazioni spirituali. Eppure, per quanto si sforzi di farlo, essa <i>non può</i> ritornare nello stato di prima: ha avuto la visione e il fascino della sua bellezza resta in lei, non può esser dimenticato. Essa non può più adattarsi a viver soltanto la piccola vita comune; una divina nostalgia la assilla e non le dà requie. Talvolta la reazione assume caratteri nettamente morbosi: insorgono accessi di disperazione e tentazioni di suicidio.<br />
<br />
La cura di tali reazioni eccessive consiste soprattutto nell'impartire una chiara comprensione della loro natura e nell'indicare qual è il solo modo nel quale si possono superare. Si deve far capire a chi ne soffre che lo 'stato di grazia' non poteva durare per sempre, che la reazione era <i>naturale e inevitabile</i>. E' come se egli avesse fatto un volo superbo fin presso alle vette illuminate dal sole, ammirando il vasto paesaggio che si stende fino all'orizzonte; ma ogni volo prima o poi deve finire: si viene riportati alla pianura, e si deve poi ascendere lentamente, passo a passo, il ripido pendio che conduce alla stabile conquista delle cime. Il riconoscimento che questa discesa o 'caduta' è un evento naturale, al quale tutti siamo sottoposti, conforta e solleva il pellegrino e lo incoraggia ad accingersi animosamente all'ascesa.<br />
<br />
<br />
<b>IV. Le fasi del processo di trasmutazione.</b><br />
<br />
L'ascesa di cui abbiamo fatto cenno consiste in realtà nella trasmutazione e rigenerazione della personalità. Un procedimento lungo e complesso, che è composto di fasi di purificazione attiva per rimuovere gli ostacoli all'afflusso e all'azione delle forze spirituali; fasi di sviluppo delle facoltà interiori che erano rimaste latenti o troppo deboli; fasi nelle quali la personalità deve restare ferma e docile, lasciandosi 'lavorare' dallo Spirito e sopportando con coraggio e pazienza le inevitabili sofferenze. E' un periodo pieno di cambiamenti, di alternative fra luce e tenebra, fra gioia e dolore.<br />
<br />
Le energie e l'attenzione di chi vi si trova sono spesso tanto assorbite dal travaglio che gli riesce difficile far fronte alle varie esigenze della sua vita personale.<br />
<br />
Perciò chi l'osservi superficialmente e lo giudichi dal punto di vista della normalità e dell'efficienza pratica, trova che è peggiorato e vale meno di prima. Perciò al suo travaglio interiore si aggiungono spesso giudizi incomprensivi e ingiusti da parte di persone di famiglia, di amici e anche di medici, e non gli vengono risparmiate osservazioni pungenti sui 'bei risultati' delle aspirazioni e degli ideali spirituali, che lo rendono debole e inefficiente nella vita pratica. Questi giudizi riescono spesso assai penosi a chi ne è oggetto, che può talvolta venirne turbato e cadere in preda ai dubbi e allo scoraggiamento.<br />
<br />
Pure questa è una delle prove che devono essere superate. Essa insegna a vincere la sensibilità personale, ad acquistare indipendenza di giudizio e fermezza di condotta. Perciò tale prova dovrebbe venir accolta senza ribellione, anzi con serenità. D'altra parte se coloro che circondano la persona sottoposta alla prova comprendono il suo stato, possono esserle di grande aiuto ed evitarle molti contrasti e sofferenze non necessarie.<br />
<br />
In realtà si tratta di un periodo di transizione: un uscire da un vecchio stadio senza aver raggiunto il nuovo. E' una condizione simile a quella del verme che sta subendo il processo di trasformazione che lo farà diventare un'alata farfalla: esso deve passare per lo stato di crisalide, che è una condizione di disintegrazione e impotenza.<br />
<br />
Ma all'uomo in generale non viene elargito il privilegio che ha il verme di svolgere quella trasmutazione protetto e raccolto in un bozzolo.<br />
<br />
Egli deve, soprattutto oggi, restare al suo posto nella vita e continuare ad assolvere quanto meglio può i propri doveri famigliari, professionali e sociali, come se non stesse avvenendo nulla in lui. L'arduo problema che deve risolvere è simile a quello degli ingegneri inglesi, che dovettero trasformare e ampliare una grande stazione ferroviaria di Londra, senza interrompere il traffico neppur per un'ora.<br />
<br />
Non dobbiamo certo meravigliarci se un'opera così complessa e faticosa è talvolta causa di disturbi nervosi e psichici, ad esempio esaurimento nervoso, insonnia, depressione, irritabilità, irrequietezza. E questi disturbi, dato il forte influsso della psiche sul corpo, possono a loro volta facilmente produrre svariati sintomi fisici.<br />
<br />
Nel curare tali casi occorre comprenderne la vera causa, e aiutare il malato con una sapiente e opportuna azione psicoterapica, poiché le cure fisiche e medicamentose possono aiutare ad attenuare i sintomi e i disturbi fisici, ma evidentemente non possono agire sulle cause psico-spirituali del male.<br />
<br />
Talvolta i disturbi sono prodotti o aggravati dagli eccessivi sforzi personali che fa l'aspirante alla vita spirituale per forzare il proprio sviluppo interno, sforzi che producono una repressione anziché la trasformazione degli elementi inferiori, e una estrema intensificazione della lotta, con una corrispondente eccessiva tensione nervosa e psichica. Questi aspiranti troppo impetuosi devono rendersi conto che la parte essenziale del lavoro di rigenerazione è fatta dallo spirito e dalle sue energie, e che quando essi hanno cercato di attirare quelle energie col loro fervore, le loro meditazioni, il loro retto atteggiamento interno, quando hanno cercato di eliminare tutto quello che può ostacolare l'azione dello spirito, devono attendere con pazienza e con fede che quell'azione si svolga spontaneamente nella loro anima.<br />
<br />
Una difficoltà diversa in un certo senso opposta, deve essere superata nei periodi nei quali l'afflusso di forza spirituale è ampio e abbondante. Quella forza preziosa può venir facilmente sperperata in effervescenza emotiva e in attività febbrili ed eccessive. In altri casi invece essa è tenuta troppo a freno, non viene sufficientemente tradotta in vita e utilizzata, di modo che si accumula sempre più e con la sua forte tensione può produrre disturbi e logorii interiori, come una corrente elettrica troppo forte può fondere le valvole e anche produrre dei corti circuiti.<br />
<br />
Occorre quindi apprendere a regolare opportunamente e saggiamente il flusso delle energie spirituali, evitandone la dispersione, ma usandole attivamente in nobili e feconde opere interne ed esterne.<br />
<br />
<br />
<b>V. La 'notte oscura dell'anima'.</b><br />
<br />
Quando il processo di trasformazione psico-spirituale raggiunge il suo stadio finale e decisivo, esso produce talvolta un'intensa sofferenza e un'oscurità interiore che è stata chiamata dai mistici cristiani 'notte oscura dell'anima'. I suoi caratteri la fanno rassomigliare molto alla malattia chiamata 'psicosi depressiva' o melanconia. Tali caratteri sono: uno stato emotivo d'intensa depressione, che può giungere fino alla disperazione; un senso acuto della propria indegnità; una forte tendenza all'autocritica e all'autocondanna, che in alcuni casi giunge fino alla convinzione di esser perduti o dannati; un senso penoso di impotenza mentale; l'indebolimento della volontà e dell'auto-dominio; un disgusto e una grande difficoltà ad agire.<br />
<br />
Alcuni di questi sintomi possono presentarsi in forma meno intensa anche negli stadi precedenti, ma allora non si tratta della vera 'notte oscura dell'anima'.<br />
<br />
Questa strana e terribile esperienza <i>non</i> è, malgrado le apparenze, uno stato patologico; essa ha cause spirituali e un grande valore spirituale (Vedi san Giovanni della Croce, La notte oscura dell'anima e E. Underhill, Mysticism - New York, 1961).<br />
<br />
A questa, che è stata anche chiamata la 'crocefissione mistica' o 'morte mistica', segue la gloriosa resurrezione spirituale che pone fine a ogni sofferenza e a ogni disturbo, dei quali è sovrabbondante compenso, e che costituisce la pienezza della salute spirituale.<br />
<br />
Il tema da noi scelto ci ha obbligati a occuparci quasi esclusivamente dei lati più penosi e anormali dello sviluppo interiore, ma non vorremmo certo dar l'impressione che coloro che seguono la via dell'ascesa spirituale siano colpiti da disturbi nervosi più facilmente degli uomini ordinari. E' opportuno perciò mettere bene in chiaro i punti seguenti:<br />
<br />
1) In molti casi lo sviluppo spirituale si svolge in un modo più graduale e armonico di quello che è stato descritto, di guisa che le difficoltà vengono superate e i diversi stadi passati senza reazioni nervose e fisiche.<br />
<br />
2) 1 disturbi nervosi e mentali degli uomini e delle donne 'ordinari' sono spesso più gravi, più difficili a sopportare e a curare di quelli prodotti da cause spirituali. I disturbi degli uomini ordinari sono spesso prodotti da conflitti violenti fra le passioni, o fra gli impulsi inconsci e la personalità cosciente; o dalla ribellione contro condizioni o contro persone che sono in contrasto coi loro desideri e le loro esigenze egoistiche. Noti di rado è più difficile curarli, perché gli aspetti superiori sono troppo deboli e vi è poco a cui fare appello per indurli a fare i sacrifici necessari e a sottomettersi alla disciplina occorrente per produrre gli assestamenti, l'armonia che possono render loro la salute.<br />
<br />
3) Le sofferenze e i disturbi di coloro che percorrono la via spirituale, per quanto possano talora essere gravi, sono in realtà solo reazioni temporanee e per così dire le scorie di un processo organico di crescita e di rigenerazione interna. Perciò essi spariscono spesso spontaneamente quando la crisi che li aveva prodotti si risolve, o cedono più facilmente a una cura adatta.<br />
<br />
4) Le sofferenze prodotte dalle basse maree e dai riflussi dell'onda spirituale sono ampiamente compensate dalle fasi di afflusso e di elevazione, e dalla fede nel grande scopo e nell'alta mèta dell'avventura interiore.<br />
<br />
Questa visione di gloria costituisce un'ispirazione potente, un conforto infallibile, una sorgente inesauribile di forza e di coraggio. Noi dovremmo quindi rievocare tale visione nel modo più vivido e il più spesso possibile, e uno dei più grandi benefici che possiamo arrecare a chi è tormentato da crisi e conflitti spirituali è di fare altrettanto.<br />
<br />
Cerchiamo di immaginare vividamente la gloria e la beatitudine dell'anima vittoriosa e liberata che partecipa coscientemente alla saggezza, alla potenza, all'amore della Vita Divina. Immaginiamo con visione ancor più larga la gloria del Regno di Dio realizzato sulla terra, la visione di una umanità redenta, dell'intera creazione rigenerata e manifestante con gioia le perfezioni di Dio.<br />
<br />
Sono visioni di tal genere che hanno reso capaci i grandi mistici e santi di sopportare sorridendo i loro tormenti interiori e il loro martirio fisico, che hanno fatto dire a san Francesco: "Tanto è il bene che m'aspetto che ogni pena mi è diletto!".<br />
<br />
Ma ora dobbiamo scendere da queste altezze e ritornare un istante nella valle ove le anime sono in travaglio.<br />
<br />
Considerando la questione dal punto di vista più strettamente medico e psicologico, occorre rendersi ben conto che ‑ come abbiamo accennato ‑ mentre i disturbi che accompagnano le varie crisi dello sviluppo spirituale appaiono a un primo esame molto simili, e talvolta identici, a quelli dei malati ordinari in realtà le loro cause e il loro significato sono molto differenti, anzi in un certo senso opposti; quindi la cura deve essere corrispondentemente diversa. I sintomi neuro‑psichici dei malati ordinari hanno generalmente un carattere <i>regressivo</i>.<br />
<br />
Quei malati non sono stati capaci di compiere i necessari assestamenti interni ed esterni che fan parte del normale sviluppo della personalità. Per esempio, essi non sono riusciti a liberarsi dall'attaccamento emotivo ai genitori e restano quindi in uno stato di dipendenza infantile da essi o da chi, anche simbolicamente, li sostituisce.<br />
<br />
Talvolta invece la loro incapacità o cattiva volontà a far fronte alle esigenze e alle difficoltà della normale vita familiare e sociale fan sì che essi, anche senza rendersene conto, cerchino rifugio in una malattia che li sottragga a quegli obblighi. In altri casi si tratta di un trauma emotivo: per esempio una delusione o una perdita che essi non sanno accettare e a cui reagiscono con una malattia.<br />
<br />
In tutti questi casi si tratta di un conflitto fra la personalità cosciente e gli elementi inferiori che spesso operano nell'inconscio, con la parziale vittoria di questi ultimi.<br />
<br />
Invece i mali prodotti dal travaglio dello sviluppo spirituale hanno un carattere nettamente <i>progressivo</i>. Essi dipendono dallo sforzo di crescere, da una spinta verso l'alto; essi sono il risultato di conflitti e squilibri temporanei fra la personalità cosciente e le energie spirituali che irrompono dall'alto.<br />
<br />
Da tutto ciò risulta evidente che la cura per i due tipi di malattie deve essere molto diversa.<br />
<br />
Per il primo gruppo il compito terapeutico consiste nell'aiutare il inalato a raggiungere il livello dell'uomo 'normale', eliminando le repressioni e le inibizioni, le paure e gli attaccamenti, aiutandolo a passare dal suo eccessivo egocentrismo, dalle sue false valutazioni, dalle sue concezioni deformate della realtà a una visione oggettiva e razionale della vita, all'accettazione dei suoi doveri e obblighi e a un giusto apprezzamento dei diritti degli altri. Gli elementi non ben sviluppati, non coordinati e contrastanti, devono venir armonizzati e integrati in una <i>psico-sintesi personale</i>.<br />
<br />
Per i malati del secondo gruppo il compito curativo è invece quello di produrre un assestamento armonico, favorendo l'assimilazione e l'integrazione delle nuove energie spirituali con gli elementi normali preesistenti, cioè di compiere una <i>psico-sintesi trans‑personale</i> intorno a un più alto centro interno.<br />
<br />
E' chiaro quindi che la cura adatta per i malati del primo gruppo è insufficiente, anzi può essere anche dannosa, per un malato del secondo. Le sue difficoltà aumentano, anziché diminuire, se egli è nelle mani di un medico che non comprenda il suo travaglio, che ignori o neghi le possibilità dello sviluppo spirituale. Tale medico può svalutare o deridere le aspirazioni spirituali del malato, considerandole come vane fantasie o interpretandole in modo materialistico. Così il malato può venir da lui indotto a ritener di far bene cercando di indurire il guscio della propria personalità e rifiutandosi di dare ascolto agli insistenti appelli della sua anima. Ma questo può solo aggravare il suo stato, render più aspra la lotta, ritardare la soluzione.<br />
<br />
Invece un medico che percorra egli pure la via spirituale, o che almeno abbia una chiara comprensione e un giusto apprezzamento della realtà e delle conquiste spirituali, può essere di grande aiuto a un malato di quel genere.<br />
<br />
Se, come spesso è il caso, questi è ancora allo stadio dell'insoddisfazione, dell'irrequietezza e delle inconsce aspirazioni; se egli ha perduto ogni interesse per la vita ordinaria ma non ha ancora avuto un lume della Realtà Superiore; se egli cerca sollievo in direzioni sbagliate ed erra per vicoli ciechi, allora la rivelazione della vera causa del suo male e un aiuto efficace a trovare la vera soluzione possono facilitare e accelerare molto il risveglio dell'anima, che costituisce di per se stesso la parte principale della cura.<br />
<br />
Quando una persona si trova al secondo stadio, quello nel quale si bea nella luce dello spirito e fa gioiosi voli verso le altezze supercoscienti, si può farle molto bene spiegandole la vera natura e funzione di quelle sue esperienze, preavvisandola che esse sono necessariamente temporanee e descrivendole le ulteriori vicissitudini del pellegrinaggio. Così quella persona è preparata quando sopraggiunge la reazione, e le viene in tal modo risparmiata quella parte non piccola di sofferenza, prodotta dalla sorpresa della 'caduta' e dai dubbi e dagli scoraggiamenti che ne conseguono.<br />
<br />
Quando un tal preavviso non è stato dato e la cura viene iniziata durante la reazione depressiva, il malato può essere molto sollevato e aiutato dall'assicurazione, avvalorata da esempi, che si tratta di uno stato temporaneo dal quale uscirà sicuramente.<br />
<br />
Nel quarto stadio, quello degli 'incidenti dell'ascesa', che è il più lungo e multiforme, l'opera di chi aiuta è corrispondentemente più complessa. I suoi aspetti principali sono:<br />
<br />
1) Chiarire a colui che soffre il significato di quanto sta avvenendo in lui e indicargli il giusto atteggiamento da prendere;<br />
<br />
2) Insegnargli come si può dominare le tendenze inferiori senza però reprimerle nell'inconscio;<br />
<br />
3) Insegnargli, ed aiutarlo, a trasmutare e sublimare le proprie energie psichiche;<br />
<br />
4) Aiutarlo a sostenere e far buon uso delle energie spirituali che affluiscono nella sua coscienza;<br />
<br />
5) Guidarlo, e cooperare con lui, nel lavoro di ricostruzione della sua personalità, di psico-sintesi.<br />
<br />
Nello stadio della 'notte oscura dell'anima' è assai difficile prestare aiuto, perché chi vi si trova è avvolto in una nube così densa, è tanto immerso nella sua sofferenza che la luce dello spirito non giunge alla sua coscienza. L'unico modo di dare forza e sostegno è il ripetere instancabilmente l'assicurazione che si tratta di una esperienza transitoria e non di uno stato permanente, come tende a credere chi vi si trova ‑ ed è ciò che più gli dà disperazione. E' bene inoltre assicurargli con energia che il suo tormento, per quanto terribile, ha un sì grande valore spirituale e gli sarà apportatore di tanto bene che dopo arriverà a benedirlo; così egli viene aiutato a sopportarlo e ad accettarlo con calma, rassegnazione e con forte pazienza.<br />
<br />
Riteniamo opportuno accennare che queste cure psicologiche e spirituali non escludono l'uso sussidiario di mezzi fisici, che possono alleviare i sintomi e concorrere al buon esito della cura. Tali sussidi saranno soprattutto quelli che coadiuvano all'opera sanatrice della natura, come un'alimentazione igienica, esercizi di rilasciamento, contatto con gli elementi naturali, un ritmo adatto delle varie attività fisiche e psichiche.<br />
<br />
In alcuni casi la cura è resa più complicata dal fatto che vi è nel malato un misto di sintomi progressivi e di sintomi regressivi. Si tratta di casi di sviluppo interiore irregolare e disarmonico. Queste persone possono raggiungere alti livelli spirituali con una parte della loro personalità, ma essere d'altro lato schiave di attaccamenti infantili o sotto il dominio di 'complessi' inconsci. Si potrebbe anzi dire che, con un'analisi accurata, nella maggioranza di coloro che percorrono la via spirituale si trovano ‑ come, si noti, <i>in quasi tutti i così detti 'normali'</i> ‑ dei resti più o meno grandi di limitazioni di quel genere.<br />
<br />
Resta però il fatto che, nella grande maggioranza dei casi, vi è una netta prevalenza o dei sintomi regressivi o di quelli progressivi.<br />
<br />
Ma la possibilità che sintomi di entrambi i gruppi si trovino frammisti nello stesso malato deve esser sempre tenuta presente, e occorre che ogni disturbo venga accuratamente studiato e interpretato, per accertarne la vera causa e trovarne quindi la cura adatta.<br />
<br />
Da tutto quanto abbiamo detto risulta chiaro che per curare in modo efficace e soddisfacente i disturbi nervosi e psichici che accompagnano lo sviluppo spirituale, occorre una duplice serie di conoscenze e di pratica: quella del medico esperto di malattie nervose e di psicoterapia, e quella del serio studioso o del pellegrino sulle vie dello Spirito.<br />
<br />
Questa duplice competenza si trova attualmente di rado associata; ma dato il rapido crescere del numero delle persone bisognose di simili cure, tutti coloro che siano in grado di farlo dovrebbero accingersi risolutamente a prepararsi per quell'opera di bene.<br />
<br />
Tali cure poi sarebbero rese più facili se si potesse anche formare assistenti opportunamente preparati, sì da saper cooperare intelligentemente.<br />
<br />
Infine sarebbe molto utile che il pubblico in generale fosse informato dei fatti principali riguardanti le connessioni fra disturbi neuropsichici e crisi interiori, in modo che i familiari possano facilitare il compito dei malato e quello del medico, invece di complicarlo e ostacolarlo con l'ignoranza, i pregiudizi, e anche l'opposizione attiva, come purtroppo avviene assai spesso.<br />
<br />
Quando questa triplice opera di preparazione sarà stata fatta presso i medici, le infermiere e il pubblico, una grande somma di sofferenze non necessarie verrà eliminata e molti pellegrini potranno raggiungere con meno lungo e meno aspro travaglio l'alta mèta che perseguono: l'unione con la Divina Realtà.<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: right;">
<b>- da <span style="font-size: large;">"Lo sviluppo transpersonale"</span> di <span style="font-size: large;">Roberto Assagioli</span> -</b></div>
<br />
<br />
<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-78704803107450316212013-07-17T19:00:00.000+02:002013-07-17T19:00:10.602+02:00Passare il Drago - don Miguel Ruiz<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<b>L'ANATOMIA DEL PARASSITA</b><br />
<br />
II Parassita può anche essere chiamato il bambino interiore. Questo bambino è pura emozione, nel senso che gli animali sono pura emozione. Il Parassita sente e percepisce tutto senza usare l'intelletto. È l'architrave sensoriale dell'essere umano. Porta in sé tutto l'imprinting emotivo. Quindi, si potrebbe dire che il Parassita è l'abilità umana di sentire. Posso anche descrivere il Parassita come Lucifero, oppure come lo Sfidante, l'angelo del livello più alto che, giunto nella densità della materia, dimentica la sua natura divina.<br />
<br />
Il Parassita è il bambino in noi che urla: "Lasciatemi solo!", ma che simultaneamente grida: "Per favore, può venire qualcuno a trovarmi? Aiutatemi". Il messaggio che dà a se stesso e: "Non merito l'amore. Per favore, amatemi. Io giudico tutto. Sono la vittima del mio giudizio". In questo aspetto dell'essere umano c'è sempre la dualità del Giudice e della Vittima. Il Parassita è il corpo emotivo, l'Angelo Caduto che è scivolato nei sensi, nel campo del giudizio, nella separazione e nel tradimento. Il Parassita è una forza elettromagnetica che stabilisce un campo di paura. È questo codice situato in ognuno di noi che attrae nelle nostre vite circostanze e persone che riflettono sempre quanto deve essere portato a compimento. È un gioco che abbiamo fatto nel corso di molte vite. È un processo apparentemente inconscio.<br />
<br />
Provate ad immaginare il diagramma di un essere umano in cui lo spirito è una piccola onda di luce dentro l'anima ed entrambi sono circondati dal corpo. Nello spazio tra l'anima e il corpo, l'interazione tra corpo e anima crea la mente. Quando abbandona il corpo, prima o poi l'anima mangerà la mente. Mentre l'anima divora l'energia eterica della vita appena passata, su di essa si viene a creare un'impronta di questa energia eterica. Poi lo spirito divora l'anima, ma lo spirito conserva l'impronta delle vibrazioni eteriche. Noi chiamiamo questo tipo di impronta karma. Il karma rimane con lo spirito quando quest'ultimo entra in una nuova vita. Quando lo spirito è pronto per la rinascita, queste tracce di vibrazioni reagiscono a schemi vibrazionali simili nell'uomo e nella donna che saranno i genitori del neonato. Le loro vibrazioni entreranno come una chiave nella serratura dello spirito che sta arrivando.<br />
<br />
L'essenza di ciò che siamo è responsabile del fatto che ci viene sempre riportata indietro la completezza di ciò che siamo. Ci spinge sempre in circostanze in cui esistono opportunità per guarirci. Il karma crea dei buchi nell'anima, la nostra architrave, che può essere guarita solo sperimentando pienamente i sentimenti che abbiamo bloccato con il nostro giudizio. Se l'anima è segnata da rabbia irrisolta, entrerà in un essere che avrà genitori che agiranno in modo adatto alla guarigione dell'anima. Un genitore potrebbe esprimere ira, mentre l'altro potrebbe reprimerla. Stiamo usando l'ira come esempio, ma potremmo sostituirla con qualsiasi schema emotivo.<br />
<br />
Il processo attraverso cui il bambino è condotto a bloccare i propri sentimenti segue questo tragitto:<br />
1. La memoria dell'ira viene risvegliata in lui perché nel suo imprinting porta ira.<br />
2. Viene risvegliato anche il suo giudizio nei confronti dell'ira.<br />
3. Reagisce con paura perché porta con sé memorie di dolore e di giudizio.<br />
4. Si esclude dall'esperienza difendendosi.<br />
5. Assume una decisione nei confronti dell'ira: l'ira fa male. Non sono capace di proteggermi dall'ira. I genitori e le persone irate sono pericolose. Io sono pericoloso quando sono irato. La vita non è gentile. Sentire mi fa male.<br />
6. Il bambino prende una decisione: eviterò l'ira. Eviterò le persone irate. Cercherò di non fare irare le persone. Cercherò di non sentirmi irato. Eviterò i sentimenti. I sentimenti sono pericolosi.<br />
<br />
Non ci rendiamo conto dei nostri accordi, dei patti stretti, sinché non li cerchiamo attivamente per annullarli. Questo lavoro (grazie alla conoscenza silenziosa) è estremamente prezioso, perché ci permette di muoverci oltre i patti, oltre le decisioni prese guarendole con consapevolezza. Sotto i nostri sentimenti di collera, o sotto altre emozioni, esiste la paura. Se vi chiedete: "Da dove arriva questa paura?", avete l'opportunità di sciogliere la colla del giudizio e di portare alla luce l'origine della paura. Potete ricatturare quella parte di voi stessi che avete escluso. La paura che sentite è qualcosa di familiare. L'avete già vissuta in circostanze simili quando eravate bambini e avete fatto un patto con essa, e ora state reagendo alla paura che vi ha colpiti allora, esattamente nello stesso modo in cui avete reagito allora. Ci proteggiamo seguendo il patto che abbiamo stretto nell'infanzia. Ma ogni volta che diventiamo consapevoli della nostra paura, scopriamo il tesoro che vi si nasconde dietro.<br />
<br />
Grazie alla consapevolezza possiamo ricatturare il nostro potere. Possiamo ripercorrere le nostre esperienze con gli occhi dell'amore, gli occhi di una madre e di un padre amorevoli, e guarirle. Ci accorgiamo che è stata la paura a stabilire in noi questa difesa. Quindi, capiamo che tutti i nostri sentimenti e le nostre difese non sono altro che parte di noi. Io sono tutto ciò che è dentro e fuori le mura delle mie difese. La nostra esperienza non è altro che un sentimento. Tutto ciò che i sentimenti chiedono è di essere percepiti. La soluzione consiste nel percepire i propri sentimenti. Quando ne diventiamo capaci, l'intera dinamica del Parassita si dissolve. Quando giunge il momento di essere toccati da questa conoscenza, è come udire un richiamo al risveglio.<br />
<br />
Negli anni Sessanta, molte persone hanno provato una sensazione di risveglio. In quel periodo la luce del Sole ebbe una variazione sconvolgente. Accadde proprio in quel periodo perché tutte le nostre azioni sono in qualche modo provocate dal Sole. L'attenzione al sé, che iniziò con le rivoluzioni sociali degli anni Sessanta, potrebbe essere la cosa più meravigliosa che sia mai accaduta, perché studiare se stessi significa studiare Dio, il Divino, il Sé Reale e non l'ego.<br />
<br />
La stessa coscienza spirituale che ha provocato la ricerca spirituale degli anni Sessanta sta ancora scegliendo. Lo spirito che ha scelto ciò che ci accade, i nostri genitori e la nostra vita, sta ancora scegliendo ciò che ci capiterà in questa vita. Noi pensiamo di scegliere, ma l'unica cosa che veramente accade è che torniamo sempre alla completezza. Ci arriviamo vivendo la vita per quello che è e per quello che non è, senza giudicarla.<br />
È qualcosa che non facciamo con la nostra mente né con il Parassita. Ci limitiamo a entrare in uno spazio privo di giudizio e questo è ciò che significa arrendersi. Noi accettiamo che tutto è divinamente perfetto, arrendendoci all'esperienza. Lo chiamiamo il passaggio del drago. Ho passato il drago. Non devo più superarlo. Per uscire dal sogno, per superare il drago, per giungere alla pura luce nera ho dovuto combattere. Il nostro campo dell'aura ci protegge dalla luce nera. La pura luce nera non è un conduttore di vita. Per questo, superare il drago significa affrontare un rischio fisico. In un certo senso, è più facile per le donne superare il drago, perché loro sanno come arrendersi. La resa è codificata nelle donne perché, quando partoriscono, devono fisicamente abbandonare i propri figli, poi devono abbandonarli emotivamente.<br />
<br />
<br />
<b>- da <span style="font-size: large;">"La Via dei Quattro Accordi"</span> di <span style="font-size: large;">don Miguel Ruiz</span> -</b><br />
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<br />
<a href="http://www.facebook.com/photo.php?fbid=384136908357036&set=a.208842365886492.37949.208838539220208&type=3&theater">http://www.facebook.com/photo.php?fbid=384136908357036&set=a.208842365886492.37949.208838539220208&type=3&theater</a><br />
<br />
<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-73644293157398752302013-06-27T19:20:00.000+02:002013-07-03T19:20:57.281+02:00Vedere senza occhi, toccare senza mani, giungere senza camminare<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="360" src="http://www.youtube.com/embed/Ik0lqOR38bQ" width="480"></iframe><br />
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<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">- dal film <b>"Milarepa"</b> di Liliana Cavani -</span></div>
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<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-59474171732742149772013-06-14T19:22:00.000+02:002013-06-14T19:22:11.479+02:00Poesia dei Nativi Americani<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7qzcPGBQUxtchF_WLvOh90GVNX2Ot81Ws-yB-P9SOa40ezg4lGl4xjUcEVJovLhpuepVh2BpIzCxYbZMRKDz8DNBA18pdq2JzSPhdY48-PGzwTsYMAOnDjdHIRMOjkBU4vR_c6TKFGW8/s1600/native-american.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7qzcPGBQUxtchF_WLvOh90GVNX2Ot81Ws-yB-P9SOa40ezg4lGl4xjUcEVJovLhpuepVh2BpIzCxYbZMRKDz8DNBA18pdq2JzSPhdY48-PGzwTsYMAOnDjdHIRMOjkBU4vR_c6TKFGW8/s400/native-american.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
Il lungo sentiero e la foresta oscura<br />
son davanti a me,<br />
odo il suono di tamburi lontani<br />
che la magia del vento diffonde nell'aria<br />
e avverto il canto ritmico del mio cuore.<br />
Ascolto nel vento il tuo nome,<br />
sussurro lieve... sospiro d'amore<br />
che aumenta al ritmo del tam tam,<br />
poi torna a defluire fino ad estinguersi.<br />
Comincia il canto melodioso della natura<br />
fra i sottili fili d'erba che il vento<br />
scuote inondando il mio spirito.<br />
Vengo a Te<br />
o voce nel vento<br />
Aspettami.<br />
Sono debole e indifesa<br />
ho bisogno della Tua forza e della Tua mano.<br />
Affidami alle ali del vento<br />
e fa che i miei occhi ammirino<br />
sempre un tramonto dorato.<br />
Fa che io voli alta nel cielo<br />
sicura come un'aquila<br />
e la mia anima ascolti<br />
il sussurro della pioggia.<br />
Rendimi saggia<br />
che capisca la fragilità di una foglia<br />
e la potenza del vento.<br />
La tua forza e la tua dignità<br />
mi siano scudo contro il male.<br />
Fa che io sia sempre vicino a Te<br />
con mani sante e occhi luminosi<br />
fino a quando la luce del tramonto<br />
svanirà in una notte stellata<br />
ed il mio Spirito s'innalzerà a Te<br />
con la dolcezza delle ali di una colomba!<br />
<br />
<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-77606908688565981952013-05-27T18:11:00.001+02:002013-05-27T18:11:20.085+02:00Lo spirito del Sufismo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwrnjtrBhNtTgkhAr_7eF9pAzQwJtVW6XJUAITkBc1mfB2pFC21SQe5Xu6Ynt44PmT5l28UEdbgRwE7HZNFXRDBLLFRjTN00y847feJhvXzuuRm2ZUo_8Ip0aNNe72aALL6kNXaYoPpj8/s1600/sufi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwrnjtrBhNtTgkhAr_7eF9pAzQwJtVW6XJUAITkBc1mfB2pFC21SQe5Xu6Ynt44PmT5l28UEdbgRwE7HZNFXRDBLLFRjTN00y847feJhvXzuuRm2ZUo_8Ip0aNNe72aALL6kNXaYoPpj8/s400/sufi.jpg" width="400" /></a></div>
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di <span style="font-size: large;"><b>Hazrat Inayat Khan</b></span><br />
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Il Sufismo non può essere chiamato una religione perché è libero dai principi, dalle distinzioni e dalle differenze, che sono proprio la base sulla quale le religioni sono fondate; il Sufismo non può neanche essere chiamato una filosofia, perché la filosofia insegna lo studio della natura nelle sue qualità e nella sua varietà, mentre il Sufismo insegna l’unità. Quindi potrebbe essere chiamato semplicemente l’allenamento della visione.<br />
<br />
La parola ‘Sufi’ implica purità, e purità contiene due qualità (purità e purezza). Purità significa non mescolato con nessun altro elemento, o in altre parole ciò che esiste nel proprio elemento, non amalgamato e non macchiato. La seconda qualità della purezza è una grande adattabilità.<br />
<br />
Tale è anche la natura del Sufi. Per prima cosa si purifica tenendo costantemente davanti a sé la visione di Dio, non permettendo che le macchie delle differenze e delle distinzioni terrene siano rispecchiate sul suo cuore, né alle associazioni buone o cattive, né ai rapporti con gente di classe alta o bassa. Nessuna fede o credenza può mai interferire con la sua purità.<br />
<br />
Il Sufi mostra la sua fratellanza universale nella sua adattabilità. Fra i Cristiani lui è un Cristiano, fra Ebrei lui è un Ebreo, fra i Musulmani lui è un Musulmano, fra gli Indù lui è un Indù; poiché lui è uno con tutti, e quindi tutti sono con lui. Lui permette ad ognuno di unirsi alla sua fratellanza, e nello stesso modo permette a se stesso di unirsi a chiunque altro. Lui non chiede mai: “Qual è la tua fede o nazione o religione?”, né chiede: “Quali sono i tuoi insegnamenti o principi?”<br />
<br />
Chiamalo fratello, lui risponde fratello, e lo pensa. Riguardo ai principi, il Sufi non ne ha nessuno, perché la dolcezza può essere vantaggiosa per uno, e dannosa per un altro. E così vale per ogni principio, bene o male, gentile o crudele. Se chiediamo a un soldato di avere compassione durante la battaglia, sarà subito sconfitto. Ciò dimostra che ognuno ha i propri principi per ogni azione o situazione. Una persona potrebbe credere in un certo principio, mentre un’altra potrebbe avere un’opinione completamente opposta. Ciò che una persona potrebbe chiamare bene, un’altra potrebbe chiamarlo male. Uno dice che una certa strada è quella giusta, mentre un altro prende la direzione opposta. Il Sufi, invece di centrarsi nei suoi piaceri e dispiaceri e di limitare se stesso ad un certa fede o credenza, ragionando da solo su ciò che è bene o male, focalizza la sua vista su quella di un altro, e quindi vede la ragione per cui lui crede e per cui non crede, per cui qualcosa è giusto per uno e sbagliato per un altro. Il Sufi comprende anche perché qualcosa che viene chiamato bene da alcuni potrebbe essere chiamato male da altri, e così mantenendo sotto controllo il suo punto di vista arriva alla vera altezza della saggezza.<br />
<br />
Il Sufi è un vero Cristiano riguardo alla carità, alla fratellanza e alla guarigione della sua anima come a quella dell’anima di un altro. Non è intransigente nel modo di aderire ad una Chiesa particolare, o nell’abbandonare gli altri maestri ed i loro seguaci che vennero prima e dopo Cristo, e il suo apprezzamento e le pratiche della sua verità sono intensi come quelli di un vero Cristiano.<br />
<br />
E’ nelle vite dei dervisci che si vede la vera rappresentazione della vita e degli insegnamenti di Cristo, specialmente nel loro condividere la loro casa e il loro cibo con gli altri, sia amici che nemici. Persino oggigiorno continuano nei loro modi puri. Il Sufi è un Cattolico poiché produce il disegno del suo ideale di devozione nella sua anima, ed è un Protestante abbandonando la parte cerimoniale del culto.<br />
<br />
Il Sufi è un Bramano, perché la parola Bramano significa ‘colui che conosce Brahma’, o Dio, l’unico Essere. La sua religione consiste nel credere in nessuna altra esistenza tranne quella di Dio, che il Bramano chiama Advaita. Il Sufi ha tanti gradi spirituali da attraversare quanti ne hanno gli Yogi. Ci sono pochissime differenze persino nelle loro pratiche, dato che la differenza è principalmente nei nomi. Senza dubbio il Sufi preferibilmente sceglie una vita normale rispetto a quella di un asceta, tuttavia non si limita né alla prima né al seconda. Il Sufi considera gli insegnamenti degli Avatars vere manifestazioni della divina saggezza, ed ha una perfetta intuizione nella sottile conoscenza del Vedanta. Il Sufi apprezza il concetto dell’inoffensività del Jain, e considera che la gentilezza sia la vera strada di purità e perfezione. Nel passato i Sufi hanno vissuto la vita di rinuncia, e in Oriente la maggior parte di loro vive ancora una vita del tutto inoffensiva, proprio come gli Jains.<br />
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Il Sufi è un Buddista, perché ragiona su ogni passo in avanti nel suo viaggio spirituale. Gli insegnamenti Sufi sono molto simili agli insegnamenti dei Buddisti; infatti è il Sufi che unisce i credenti e i non credenti nell’Ideale di Dio e nella conoscenza dell’unità.<br />
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Il Sufi è un Musulmano, non perché molti Musulmani furono Sufi, né a causa del suo utilizzo della fraseologia Musulmana, ma perché nella sua vita dimostra quello che un vero Musulmano dovrebbe essere.<br />
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I Musulmani hanno un tale senso di devozione che non importa quanto grande un peccatore o quanto crudele un uomo possa essere, il nome di Allah o di Maometto lo scioglie subito in lacrime. In modo simile le pratiche del Sufismo sviluppano per prime le qualità del cuore che spesso sono trascurate da molti altri mistici.<br />
<br />
E’ la purificazione del cuore che lo rende recettivo all’illuminazione dell’anima. I Sufi sono coloro che leggono il Corano per ogni esperienza nella vita, e vedono e riconoscono il volto di Maometto in ogni atomo della manifestazione.<br />
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Il Sufi, come uno Zoroastriano o un Parsi, guarda verso il sole e si inchina di fronte all’aria, al fuoco, all’acqua, alla terra, riconoscendo l’immanenza di Dio nella Sua manifestazione, prendendo il sole e la luna come i segni di Dio.<br />
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Il Sufi interpreta il fuoco come il simbolo della saggezza, e il sole come la luce celestiale. Non solo si inchina di fronte a loro ma assorbe anche le loro qualità. Generalmente in presenza dei dervisci brucia costantemente un fuoco di legno e l’incenso.<br />
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Il Sufi è un Ebreo, specialmente nello studio e nella maestria dei diversi nomi di Dio. Il potere miracoloso di Mosé può essere trovato anche nelle vite dei Sufi sia nel passato sia nel presente. Infatti, il Sufi è il maestro del misticismo Ebraico; la voce divina sentita da Mosé sul Monte Sinai nel passato è udibile a molti Sufi oggi.<br />
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<a href="http://www.movimentosufi.com/LO%20SPIRITO%20DEL%20SUFISMO%20di%20Hazrat%20Inayat%20Khan.html">http://www.movimentosufi.com/LO%20SPIRITO%20DEL%20SUFISMO%20di%20Hazrat%20Inayat%20Khan.html</a><br />
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<b>IL SUFISMO E IL MESSAGGIO SUFI</b><br />
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Sufismo significa saggezza. Tutti sappiamo che i Cristiani sentono che c'è saggezza nell'essere Cristiani. Gli Ebrei sentono che c'è saggezza nell'essere Ebrei. I Musulmani sentono che c'è saggezza nell'essere Musulmani. Gli Indù e i Buddisti, e così molti altri, sentono anche che c'è saggezza nell'appartenere alla religione cui appartengono. Infatti, se i Cristiani scoprono veramente la saggezza, allora sono Sufi, sia che loro scelgano di chiamarsi così oppure no. Se gli Ebrei scoprono veramente la saggezza, allora sono Sufi. Se i Musulmani scoprono veramente la saggezza, allora sono dei Sufi, e lo stesso vale per i Buddisti e gli Indù e per tutti coloro che seguono qualsiasi religione.<br />
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Un Sufi, per definizione, è un'anima religiosa; tuttavia, il Sufismo non è una religione, né un culto o una scuola. Il Sufismo è proprio solo una "porta aperta", un atteggiamento di simpatia interiore verso tutte le credenze. Tutte le religioni sembrano essere tutte derivazioni di uno e dello stesso impulso, il grido del cuore, la brama dell'anima per Dio.<br />
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Un Sufi sente la necessità di fare certe pratiche che non sono tenute segrete egoisticamente come nel caso di vari culti e sette. Queste pratiche sono salutari da un punto di vista fisico come anche psicologico. Per esempio, le pratiche di respirazione sono incoraggiate per sviluppare la finezza dell'energia del Prana nel respiro. Non è il volume del respiro che è importante ma piuttosto l'intensità della luce del Cosmo che il respiro trasmette. Altre discipline come le pratiche di concentrazione aiutano estremamente l'allenamento della mente. Sorprendentemente, più siamo capaci di concentrarci su un dato pensiero e tenerlo saldo, più siamo capaci di liberare la mente da un pensiero che non è voluto. Ci sono talmente tante persone che sono infelici perché sono ossessionate da pensieri che disturbano, e non sanno come sbarazzarsene.<br />
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Ci sono anche pratiche di tipo devozionale, quali le preghiere in cui il Sufi si trattiene dal chiedere, ma invece tenta di offrire amore e gratitudine al Divino Amato. La parola amore rappresenta una realtà vastissima che ha significato soltanto quando l'io è dimenticato nello schiudersi dell'Amore.<br />
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Il Sufi prende gli altri più seriamente di sé, e questa è la ragione per cui è molto difficile comprendere ciò che un Sufi pensa e sente veramente. In riguardo all'esistenza materiale, il Sufi è sveglio alla realtà della creazione, mentre allo stesso tempo osserva l'infinita realtà dell'illusione.<br />
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<a href="http://www.movimentosufi.com/index.html#IL%20SUFISMO">http://www.movimentosufi.com/index.html#IL%20SUFISMO</a><br />
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<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3507334244879692068.post-1697703349414353502013-05-19T22:11:00.000+02:002013-05-20T12:42:28.281+02:00La dedica al guerriero<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6Jsh6vXDIlTvikHau4lyeWuEICCpgSM3mRa8IWGV1f2YnM9XrdrIvao6ZT-dXaGTU47cRgbU3RCGeddLYvRRcpsDo1mGtPcjoVzC7GQ3ZK6ZbJMBZt3X7bfr9C5QsTZ5fqSfeNOUNyIo/s1600/guerriero_con_lupo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6Jsh6vXDIlTvikHau4lyeWuEICCpgSM3mRa8IWGV1f2YnM9XrdrIvao6ZT-dXaGTU47cRgbU3RCGeddLYvRRcpsDo1mGtPcjoVzC7GQ3ZK6ZbJMBZt3X7bfr9C5QsTZ5fqSfeNOUNyIo/s400/guerriero_con_lupo.jpg" width="308" /></a></div>
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In un mondo dove i punti di riferimento sono pochi o mancano, dove i maestri, quelli veri, scompaiono sotto le sferzate di una mediocrità imperante e dove il Sistema poggia le suo forti basi sul relativismo e il "si salvi chi può", non è al manager o al perfetto impiegato che sento di voler scrivere una dedica, ma a quella persona particolare, a quell' uomo spinto ad agire da un Dio: il guerriero.<br />
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Non commettere, caro lettore, l' errore di prendere la parola guerriero come inneggiante all' egoismo ed alla violenza, i poteri forti ci mettono a disposizione un vocabolario falso; il vero guerriero è l' uomo spinto da un Dio, un essere supremo ed interiore che lo muove e guida affinché vinca le sue battaglie per un grande cambiamento o muoia ispirando gli altri.<br />
Di esseri umani davvero guerrieri ve ne sono pochi, ma è su quei pochi che si giocano le sorti di tutti noi e, forse, proprio tu, che stai dall' altra parte dello schermo, rientri in questo gruppo speciale e, magari, accenni anche ad un piccolo sorriso mentre leggi queste parole.<br />
Il guerriero è colui che non ha legami particolari, poiché non è del particolare che gli interessa, ma di tutto ciò che esiste ed è collegato con la sua missione. Il guerriero è colui che non accetta i limiti che ha, poiché sa di non avere limiti e che sono questi in realtà soltanto riflessi di una parte di lui che non lo rappresenta davvero, ma che hanno cercato di incollargli addosso. Il guerriero è colui che sa di non conoscersi affatto, ma che promette a sé stesso di non darsi per vinto nella crescita, poiché il flusso dell'esistenza è in continuo cambiamento e noi con esso. Il guerriero è quella persona che non ha rimpianti, traumi o dipendenze e non perché non abbiano mai cercato di ferirlo o ucciderlo o perché non abbia mai sbagliato, avuto paura o desiderato qualcosa, ma perché è vivo e forte nel presente e si sente costantemente ispirato dal Dio che gli è dentro e che lo fa alzare ogni volta che cade, senza guardare alle parti che ha perso. Il guerriero vive pienamente le proprie emozioni, ma non lascia mai loro potere e controllo, lui è padrone di sé quando desidera esserlo. Il guerriero è colui che guardando il cielo stellato, ogni sera, saluta i suoi fratelli e le sue sorelle che da lontano lo osservano aspettando il suo ritorno. Il guerriero è quella persona che non scappa davanti ai doveri, ma che sa di essere nato per portarseli sulle spalle poiché è l' unico che potrebbe farcela a sopportarli. Il guerriero è colui che non si arrende quando gli dicono che il suo sogno di un mondo migliore è solo un sogno o che le persone che gli stanno intorno non brandiranno mai con lui la spada o non lo ameranno mai per ciò che fa. Il guerriero non si arrende perché il Dio che gli è dentro gli dà la forza di cui ha bisogno e perché non è un uomo del popolo, ma per il popolo, e non gli importa se qualcuno combatterà con lui o lo amerà per il suo sacrificio, lui non cerca altri martiri, ricerca un mondo che di martiri non abbia più bisogno.<br />
Il guerriero non sempre nasce tale, capita infatti, a volte, che in un momento, in una giornata come un altra, la vita per una persona acquisti improvvisamente un significato diverso e che qualcosa, nel profondo del suo essere, apra gli occhi e la riempia di nuova energia. Altre volte è invece un percorso alla ricerca del vero sé che porta una persona a diventare un guerriero e a combattere fino alla fine dei suoi giorni per cambiare qualcosa, anche solo un dettaglio, affinché nessuno più pensi di non essere tanto forte per vivere pienamente o che solo alcuni abbiano un Dio al loro interno e possano maneggiare una spada.<br />
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Forse ti ho annoiato, caro guerriero che leggi queste parole, forse ti ho detto cose di te che già sapevi, ma pensavo fosse giusto che almeno una volta, almeno io, potessi dirti che non sei solo e che quel grazie di cui sicuramente non avrai bisogno, c' è chi sente di volertelo dire con tutto sé stesso. Grazie..<br />
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dal blog Alleanza Magica: <a href="http://alleanzamagica.blogspot.it/2012/05/la-dedica-al-guerriero.html">http://alleanzamagica.blogspot.it/2012/05/la-dedica-al-guerriero.html</a><br />
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<br />Stefania Nicolettihttp://www.blogger.com/profile/09926516275506490977noreply@blogger.com0