sabato 18 agosto 2012

La vita intera è uno yoga



Sri Aurobindo afferma, da qualche parte, che la vita intera è uno yoga. Ed è così: ogni cosa può diventare una meditazione. E a meno che ogni cosa non diventi una meditazione, quest’ultima non ti è accaduta. La meditazione non può essere una parte, un frammento: o è, e in tal caso sei completamente in essa, oppure non è. Non puoi rendere meditativa una parte della tua vita. È impossibile, ma è ciò che si sta cercando di fare ovunque.

Tu hai la possibilità di diventare meditativo, non una parte di te. Quest’ultima ipotesi è impossibile, perché la meditazione è una qualità del tuo essere. È come il respiro: qualunque cosa tu stia facendo, continui a respirare. A prescindere da ciò che stai facendo – camminare, stare seduto, stare sdraiato, dormire – continui a respirare. Non puoi organizzare le cose in modo tale che a volte respiri e a volte no. È qualcosa di continuo.

La meditazione è un respiro interiore, e quando dico “respiro interiore”, lo intendo letteralmente: non si tratta di una metafora. Allo stesso modo con cui respiri l’aria, puoi respirare la consapevolezza; e quando hai cominciato a inspirare ed espirare consapevolezza, non sei più solo un corpo fisico. Con quel respiro più elevato – un respiro della consapevolezza, della vita per ciò che è – entri in un altro reame, in un’altra dimensione. Quella dimensione è metafisica.

Il respiro è fisico, la meditazione è metafisica. Per questo non puoi rendere meditativa una parte della tua vita. Non puoi meditare al mattino e poi dimenticartene. Non puoi andare al tempio o in chiesa a meditare, e poi uscire dalla meditazione non appena esci dal tempio. Non è possibile, e se ci provi starai tentando di fare qualcosa di falso. Puoi entrare e uscire da una chiesa, ma non puoi entrare e uscire dalla meditazione. Quando entri, sei entrato. Adesso, ovunque tu vada, sarai meditazione. È una delle regole essenziali, fondamentali, che vanno sempre ricordate.

Secondo: puoi entrare in meditazione da qualsiasi punto, perché tutta la vita è in profonda meditazione. Le colline stanno meditando, le stelle stanno meditando, i fiori, gli alberi e gli elementi stanno meditando, la Terra stessa è in meditazione.

Tutta la vita sta meditando, e puoi entrare in essa da qualsiasi punto: ogni cosa può diventare un ingresso. Ecco perché esistono tante tecniche e tante religioni; ecco perché una religione non riesce a capirne un’altra: perché gli accessi sono diversi. E qualche volta ci sono religioni che non sono nemmeno conosciute con quel nome. Non riconoscerai come religiose certe persone, perché il loro punto di accesso è troppo diverso.

Per esempio, un poeta: egli può entrare in meditazione senza andare da nessun insegnante, in nessun tempio, senza essere in alcun modo una cosiddetta persona religiosa. La sua poesia e la sua creatività possono diventare un accesso: egli può entrare per loro tramite. Oppure, un vasaio può entrare in meditazione semplicemente creando vasi di terracotta. L’arte stessa diventa un ingresso. Anche un arciere può entrare in meditazione tramite il tiro con l’arco, oppure un giardiniere; chiunque può entrare da qualsiasi punto. Qualunque cosa sei in grado di fare può diventare una soglia. Se la qualità della consapevolezza cambia mentre stai facendo qualcosa, diventa una tecnica. Per cui esistono tante tecniche quante ne puoi immaginare. Qualsiasi azione può diventare una soglia. La cosa fondamentale non è l’azione, la tecnica, la via, il metodo, ma la qualità di consapevolezza che porti nell’azione.

Kabir, uno dei più grandi mistici indiani, era un tessitore, e tale rimase anche quando si realizzò. Aveva migliaia e migliaia di discepoli che gli dicevano: “Smettila di tessere. Non ne hai bisogno. Siamo qui noi, e ti serviremo in ogni modo”.

Kabir rispondeva ridendo: “Il mio tessere non è semplicemente un tessere. Il produrre vestiti è l’azione esteriore; contemporaneamente, dentro di me, accade qualcosa che non potete vedere. Questa è la mia meditazione”. Come può un tessitore essere un meditatore mentre lavora al telaio? Se la qualità mentale che porti nella tessitura è meditativa, ciò che fai non ha importanza.

Un altro mistico era un vasaio: il suo nome era Gora. Produceva vasi di terracotta, danzando e cantando durante la creazione. Mentre creava un vaso sulla ruota, man mano che questo si centrava sulla ruota, anche lui si centrava in se stesso. Solo una cosa era visibile: la ruota che girava, il vaso di terracotta che nasceva e lui che lo teneva centrato; avresti scorto solo una “centratura”. Ma contemporaneamente ne accadeva un’altra: anche lui si stava centrando. Mentre centrava il vaso, aiutandolo a nascere, anche lui stava emergendo nel mondo invisibile della consapevolezza interiore. Quando il vaso era finito, non era quello il vero oggetto del suo lavoro: stava anche creando se stesso.

Qualsiasi azione può diventare meditativa, e una volta che sai in che modo un’azione lo diventa, puoi trasformare tutte le tue azioni in una meditazione. A quel punto la vita intera diventa uno yoga. Camminare per strada, lavorare in ufficio oppure stare semplicemente seduto senza fare nulla – oziare o qualsiasi altra cosa – può diventare una meditazione. Per cui, ricorda: la meditazione non appartiene all’azione, ma alla qualità che porti in essa.


– da “I segreti del Tantra” di Osho



Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...