Il Samādhi è l'Illuminazione. Quando la vita che scorre nel praticante, ossia la Kuṇḍalinī, sale fino a raggiungere il Settimo Chakra, in quello stesso “luogo” ed istante avviene l'unione con Dio. Non si tratta di un'idea mentale e raggiungibile attraverso un condizionamento, un programma: è nell'assenza totale dei programmi che si può riconoscerla. Non è nemmeno possibile associarla ad un vero e proprio corpo Sottile, perché è un portale per l'esistenza intera nella sua purezza essenziale. Si trova all'apice della Super-coscienza, esattamente dove la spontaneità dell'energia suprema si unisce alla consapevolezza oceanica.
Spiegare a parole questo stato dell'essere è impossibile e non ci sono esercizi che provochino direttamente questo stato, si può solo lavorare sui meccanismi e meditare per preparare il terreno. Per questo motivo non ti proporremo esercizi su questo Chakra, non ce n'è affatto bisogno, in quanto non ha blocchi intrinsechi e dinamiche che li alimentano: sono quelli dei centri inferiori ad impedire all'energia di arrivare fin qui, poiché molto prima di arrivarvi viene deviata e incanalata nei “circuiti alternativi”, ossia i meccanismi. Le affermazioni, i convincimenti, l'autoipnosi, non aiutano affatto ai fini dell'illuminazione, piuttosto costituiscono ulteriori ostacoli e schemi da ripulire.
Tutti i giochi sono illusione, così come lo è l'esperienza della schiavitù, mentre la Realtà eterna siamo noi: la vita che fa le esperienze, ossia lo spazio di consapevolezza in cui tutto avviene.
Proiezione e Morte
Tutto questo non accade solo “fuori” di noi, ma poiché la distanza tra interno ed esterno è del tutto irreale, le stesse dinamiche avvengono interiormente. Le cose che percepiamo come esterne non sono che la materiale manifestazione del nostro inconscio e le nostre reazioni incarnano la proiezione del meccanismo che chiamiamo “io”, costituito dall'insieme delle identificazioni.
Forse anche tu credi di essere libero quando ti arrabbi perché non ti concedono le ferie, ma in realtà hai solo scelto la forma della tua schiavitù. Questa è la vera morte, rimanere fermi, intrappolati nell'identificazione con la spazzatura che abbiamo accumulato, fatta di etichette, classificazioni, giudizi, auto-giudizi e convinzioni. La morte fisica non è che un cambio di forma, ma viene percepito come una fine perché la filtriamo attraverso la morte che sperimentiamo tutti i giorni: il meccanico stato inconscio. Non sei cosciente qui e ora, ecco perché vedi la morte come uno stato di sonno, ma in realtà nell'ignoto immaginiamo sempre ciò che abbiamo adesso.
Ciò che sfugge alla comprensione intellettuale per la Mente è un vuoto, dove è lei stessa a proiettare paure, fantasie, desideri e stati che vive senza averne consapevolezza. Per questo motivo la morte sembra una cosa crudele, brutta, triste, ma tale immagine che ne abbiamo è data da ciò che esiste nel nostro inconscio in questo preciso momento. Lasciare il corpo significa cambiare forma, trasformarsi, ma ciò che perdiamo non era reale, concreto ed eterno. Nel momento in cui il corpo viene abbandonato è come cambiare abito: è solo la forma a mutare, ma l'essenza rimane la stessa. L'esistenza persiste e se ci si identifica con essa, con ciò che è eterno, non esiste più meccanismo, paura, morte e dolore; fino a quando invece investiremo tutte le nostre risorse energetiche e temporali su cose destinate a cambiare, sviluppando ad esse attaccamento, la sofferenza sarà la nostra ombra.
Siamo la Stessa Vita
Vivere tra luce ed ombra è difficile, ci porta a lottare sempre contro parti di noi, anche quando apparentemente ce l'abbiamo con qualcuno di esterno. Non esiste una reale separazione tra noi e le altre persone: siamo forme dello stesso oceano, fiumi dello stesso mare di vita che respiriamo in ogni attimo. Pensaci un attimo: adesso stai respirando lo stesso Prana che scorre nelle Nadi di ogni uomo, è una sola vita che entra nelle forme, le sostiene e nutre facendone esperienza, per poi trascenderle e tornare parte indistinta della vita pura e senza forma.
L'esperienza dell'onda avviene sempre nell'oceano, in quanto la forma divide solo in apparenza, soltanto perché in quel frangente la vita ci si identifica. Assapora questa frase, è così piena di significato da straripare di energia viva e vibrante! Respiriamo la stessa aria, lo stesso Prana sostiene tutte le forme ed al tempo stesso le unisce e trascende. I corpi fisici sono solo fenomeni immersi nell'eterno, ma la vita che li anima cade nella dimenticanza e fa esperienza della materia e della soggettività, fino al momento in cui non trascende queste illusioni.
Spesso sei troppo impegnato a compiere azioni per sentire chi le fa, ossia gustare intensamente e totalmente quell'essenza vitale che compie le esperienze, la pura esistenza che sta dentro ed oltre ogni forma. Molta gente dà più importanza al fare che all'essere, non si chiedono mai chi sono veramente e se ciò che loro chiamano “io” sia quello vero, reale, eterno, oppure una semplice maschera, un ruolo o un'etichetta impermanente. Invece è molto importante concedersi di essere e sentire intensamente questa pura esistenza, perché si tratta dell'unica realtà eterna e contiene in sé ogni cosa abbiamo sempre desiderato, ma che fino a ora abbiamo cercato nel mondo fenomenico e illusorio.
Sentiti in questo istante, non aspettare né rimandare, perché l'unica certezza è il presente: è l'unico “tempo” in cui è possibile vivere, mentre nel passato e nel futuro possiamo solo far esperienza della “non vita”. Adesso tu sei qui, stai leggendo queste parole, ma chi sei? Chi sta leggendo? Eri così impegnato nell'azione che ti sei totalmente dimenticato di esistere e questo avviene costantemente. Porta tutta la tua attenzione e sensibilità a chi guarda dai tuoi occhi, concedendoti di percepire l'essenza immobile, che in genere rimane nascosta dietro a tutte le etichette, le convinzioni e le azioni.
Quando si sente questa vita, la si osserva come testimoni, alla fine sarà naturale tornare con essa un tutt'uno e nel momento in cui la spontaneità si fonde al testimone, ecco che l'onda torna all'oceano: questa è l'illuminazione. Sentiti sempre più intensamente e non lasciare che le azioni ed i sensi ti attraggano di nuovo nel subconscio, con i suoi drammi e meccanismi. Svegliati ora. Sii vivo ora. Rimani immobile e lascia che ogni cosa crolli, trascendendo il peso del passato che ti impedisce di vivere pienamente. Rinasci al presente ed ogni cosa, per te, sarà una rinascita. Non trattenere o respingere il cambiamento, lasciati andare e godi questo fluire: ti condurrà a perdere ogni limite, fino a raggiungere l'eterno.
Realizzazione della Verità
Quando la vita raggiunge il Settimo Chakra si comprende in modo chiaro e semplice che cosa sono l'uomo e l'Universo. Si tratta di un tipo di comprensione realizzante, un'intuizione che si accende e non si spegne mai più: non viene persa di vista, piuttosto la sentiamo sempre e intensamente, al punto che ogni gesto, parola e azione, da essa scaturisce. Non è per niente simile ad una nozione mentale, che ricordi solo se ci pensi: è qualcosa di sempre presente ed al tempo stesso è impossibile darlo per scontato.
Nella sua immensità riusciamo ad aver sempre presente questa realizzazione, perché è come arrivare sulla cima di una montagna e stabilirvisi, ossia raggiungere un punto di vista così vasto che include quelli soggettivi in un'organicità perfetta; di conseguenza tutto acquista un senso molto profondo. Ogni altro punto di vista qui si sublima, integrandosi nell'essenza della realtà, che viene prima e dopo di ogni cosa. A questo punto la dualità è totalmente annullata, nel senso che comprendiamo che effettivamente non esiste un “fuori” e un “dentro”: noi siamo l'esistenza.
Per noi non ci sono più inferni e paradisi, cose giuste o sbagliate, luci ed ombre, ogni cosa ha così tante sfumature da non essere classificabile, perché si tratta di un pezzo di un intero ed è impossibile comprenderlo pienamente al di fuori della visione globale. Se ne possono vedere solo alcuni aspetti alla volta, dalla prospettiva razionale, perché, per analizzare, la Mente Schematica ha bisogno di dividere, sezionare; così avviene la frammentazione. Con la realizzazione diventa chiaro che tutto questo è un gioco della Mente, che ci fa credere esista un “dentro e un fuori da noi”, mentre in realtà sono la stessa cosa ed è per questo che ciò che è “dentro” di noi si materializza anche “fuori”. In realtà non sono la stessa cosa che si ripete, non sono distinte, ma la stessa esatta cosa che possiamo vedere da punti di vista differenti.
Il nostro apparato sottile e l'Universo non sono affatto distinti. La pura esistenza è la vita, Kuṇḍalinī, che si muove polarizzata tra Primo e Settimo Chakra. Il Primo centro è la dimensione materiale, la più bassa dell'inconscio, istintiva e calamitante verso il basso. Questo è l'apice dell'illusione, che cattura la spontaneità nei meccanismi della soggettività, addormentandola nel turbine delle illusioni. È oscuro, nascosto, non illuminato dalla luce della coscienza, ma è soltanto un'illusione: quando lo illuminiamo di coscienza scompare. Il Settimo centro energetico è invece la parte più alta, pura ed elevata, che calamita l'energia verso l'alto portandoci all'evoluzione.
- da “La via della saggezza indiana” di Ambra Guerrucci -
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