sabato 7 agosto 2010

Mangiare con consapevolezza e meditazione


Ci sono cibi che ti attirano moltissimo e l’attrazione nasce dal fatto che li vedi disponibili. Vai in un hotel, in un ristorante, e vedi certi cibi - l’odore che esce dalle cucine, il colore e l’aroma del cibo. Tu non stavi pensando al cibo, e improvvisamente ne senti il bisogno - ciò non ti aiuterà. Questo non è il tuo desiderio reale. Puoi benissimo mangiare quella cosa - e non ti sentirai soddisfatto. Mangerai senza trarne alcun beneficio; alcuna soddisfazione. E la soddisfazione è la cosa più importante. È l’insoddisfazione che crea l’ossessione.

Semplicemente, ogni giorno, prima di mangiare, medita. Chiudi gli occhi e senti di cosa ha bisogno il corpo: qualunque cosa sia! Non hai ancora visto il cibo - non hai davanti del cibo; stai semplicemente sentendo il tuo essere, ciò di cui ha bisogno il tuo corpo, ciò che desideri, che ti è assolutamente necessario.

Il Dott. Leonard Pearson definisce questi cibi “cibi risonanti” - cibi che emettono un sottile mormorio. Vai e mangiane quanto ne vuoi, ma limitati a quello. Gli altri cibi vengono definiti “cibi invitanti”: ti interessano solo quando li vedi. Perciò si tratta di una cosa mentale, non è un tuo bisogno. Il corpo desidera semplicemente ciò di cui ha bisogno, non desidera nient’altro. Questo ti sazierà, e una volta conosciuto l’appagamento, non cercherai altro cibo.

Il problema si manifesta solo se ti nutri di cibi “invitanti”: li vedi, ne divieni interessato e li mangi. Ma non possono darti soddisfazione, perché il corpo non ne ha bisogno. E non traendone soddisfazione, non ti senti sazio. Perciò mangi di più, ma per quanto mangi, non ti senti mai sazio, perché non ne avevi bisogno fin dall’inizio. Se riesci a soddisfare il primo tipo di desiderio, allora il secondo scomparirà. La gente invece non ascolta mai il primo, per cui il secondo diventa un problema.

Se ascoltassi i cibi che risuonano in te, quelli che ti invitano scomparirebbero. Il secondo diventa un problema solo perché hai scordato completamente di ascoltare il tuo desiderio interiore, e ti è stato insegnato a non farlo. Ti hanno sempre detto: “Mangia questo, non mangiare quello”, regole fisse. Il corpo non conosce regole fisse.

L’uomo ha dimenticato il linguaggio del cibo. L’uomo viene ingannato dappertutto, con la pubblicità, le immagini a colori, la televisione, il cinema. Vieni attratto verso altri cibi, e allontanato dalla risonanza del tuo corpo. Le aziende sono interessate a venderti qualcosa da cui loro traggono favori e benefici, non tu.

Ti ci vorrà qualche giorno, qualche settimana forse, per imparare a sentire ciò di cui hai bisogno. Non badare a quello che dicono gli altri. Se desideri del gelato, mangia il gelato. Mangia finché non ti senti sazio, finché ne desideri, e improvvisamente scoprirai cosa significa sentirsi appagati. Una volta conosciuto l’appagamento, non sentirai più il desiderio di abbuffarti.

È l’insoddisfazione che ti porta a riempirti sempre di più, e senza alcun risultato. Ti senti pieno, ma insoddisfatto, da qui nasce il problema. Perciò riscopri innanzitutto ciò che è naturale. Perché abbiamo solo dimenticato: è tutto lì nel corpo. Quando vai a far colazione, chiudi gli occhi e senti cosa desideri; qual è il tuo desiderio reale. Non pensare a cosa c’è; pensa solo a quello che desideri, e poi cerca quella cosa e mangiala. Fai così per qualche giorno. A poco a poco vedrai che i cibi non ti “inviteranno” più.

E poi un’altra cosa: quando mangi, mastica molto bene. Non ingoiare tutto in fretta, poiché il cibo è piacere orale, la bocca può gustarlo. Perché allora non masticarlo di più, gustarlo di più? E per rendere il gusto ancora più intenso, fai tutto ciò che puoi. Quando mangi qualcosa, prima annusa. Gustane l’aroma, perché metà del gusto sta nell’aroma. Perciò annusa il cibo, guardalo. Non c’è fretta, prenditi tutto il tempo che vuoi. Fanne una meditazione. Anche se gli altri pensano che sei matto, non curartene. Guardalo da ogni lato. Toccalo con gli occhi chiusi, accostalo alla guancia. Gustalo in tutti i modi, inalane l’aroma. Poi prendine un boccone e masticalo, godendone pienamente; fanne una meditazione. Una piccolissima quantità di cibo ti basterà e ti farà sentire molto più soddisfatto.


Osho



- dal sito Vivi Zen: http://www.vivizen.com/2009/01/osho-tecnica-per-chi-mangia-troppo.html -


2 commenti:

Anonimo ha detto...

"Bambini, dopo avere sbucciato un mandarino, potete mangiarlo con consapevolezza o distrattamente. Cosa significa mangiare un mandarino con consapevolezza? Mangiando un mandarino, sapete che lo state mangiando. Ne gustate pienamente la fragranza e la dolcezza. Sbucciando il mandarino, sapete che lo state sbucciando; staccandone uno spicchio e portandolo alla bocca, sapete che lo state staccando e portando alla bocca; gustando la fragranza e la dolcezza del mandarino, sapete che ne state gustando la fragranza e la dolcezza. Il mandarino che Nandabala mi ha offerto aveva nove spicchi. Li ho messi in bocca uno per uno in consapevolezza e ho sentito quanto sono splendidi e preziosi. Non ho dimenticato il mandarino, e così il mandarino è diventato qualcosa di molto reale. Se il mandarino è reale, anche chi lo mangia è reale. Ecco cosa significa mangiare un mandarino con consapevolezza.
Bambini, cosa significa mangiare un mandarino senza consapevolezza? Mangiando un mandarino, non sapete che lo state mangiando. Non ne gustate la fragranza e la dolcezza. Sbucciando il mandarino, non sapete che lo state sbucciando; staccandone uno spicchio e portandolo alla bocca, non sapete che lo state staccando e portando alla bocca; gustando la fragranza e la dolcezza del mandarino, non sapete che ne state gustando la fragranza e la dolcezza. Così facendo, non potete apprezzarne la natura splendida e preziosa. Se non siete consapevoli di mangiarlo, il mandarino non è reale. Se il mandarino non è reale, neppure chi lo mangia è reale. Ecco cosa significa mangiare un mandarino senza consapevolezza.
Bambini, mangiare il mandarino con presenza mentale significa essere davvero in contatto con ciò che mangiate. La vostra mente non rincorre i pensieri riguardo allo ieri o al domani, ma dimora totalmente nel momento presente. Il mandarino è totalmente presente. Vivere con presenza mentale e consapevolezza vuol dire vivere nel momento presente, con il corpo e la mente che dimorano nel qui e ora".
Thich Nhat Hanh - Vita di Siddharta il Buddha

Stefania Nicoletti ha detto...

Lo pubblicai anni fa sul blog :-)

http://petali-di-loto.blogspot.com/2009/11/mangiare-un-mandarino-con.html

Quel libro di Thich Nhat Hanh è uno dei miei preferiti.

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