venerdì 26 agosto 2011

Il presente è l'unica possibilità



Una persona che vive, mangia e dorme in modo meditativo è uno yogi.

La sua vita e tutto ciò che fa è meditativo: vive nel momento, gioca con l’esistenza, non è serio, non concepisce la vita come fardello ma come gioco.

Non si preoccupa né del passato né del futuro. Vive nel presente, è il presente.

La vita così diventa un flusso: non c’è alcuna meta da raggiungere perché in un gioco non ci sono mete.

Se in un gioco stabiliamo degli obiettivi, non è più un gioco, è diventato un lavoro. Il lavoro non esiste senza un obiettivo da raggiungere; il gioco non esiste con un obiettivo.

Se fini e mezzi coincidono, ciò che fai è meditativo. Se ci sono i mezzi da una parte e il fine dall’altra - e c’è un percorso - allora diventa un lavoro, e viene preso con serietà. Ma questo crea conflitto, tensione, diventa un peso che distrugge la tua innocenza.

Quando i mezzi sono il fine, e il fine sono i mezzi, quando questi due elementi sono una cosa sola, quando prendi tutto con questo atteggiamento, la vita diventa meditativa. Allora l’inizio è anche la fine, il tuo primo passo è l’ultimo, la nascita è la morte. Se i due elementi sono uniti, l’incontro è anche l’addio e la mente diventa meditativa. Allora non ci sono fardelli e la vita diventa solamente un leela, un gioco.

La mente ambiziosa non può mai andare oltre il futuro, non può distaccarsi dal futuro. La mente ambiziosa è sempre orientata verso il futuro, e la mente che è orientata verso il futuro è anche orientata verso il passato perché il futuro non può essere altro che una proiezione del passato.

Proiettiamo i nostri ricordi passati in desideri futuri. I nostri sogni del futuro sono le nostre esperienze del passato – dipinte con più cura, decorate meglio, ma sempre immagini, essenzialmente passate, proiettate nel futuro.

Ma una persona meditativa vive nel presente. Se vuoi vivere davvero, il presente è l’unica possibilità. Se vuoi solo rinviare la vita, la direzione sarà quella del passato e del futuro.

Ogni individuo è così unico che non può esserci un cammino da seguire; ognuno deve creare il proprio. Il sentiero non è già lì pronto, per cui basta percorrerlo per arrivare da qualche parte. La vita è creare un cammino e percorrerlo. Quello creato da uno non potrà essere adoperato da nessun altro, perché il cammino dello yoga è interiore.

Non ci sono indicazioni, pietre miliari. Buddha ha percorso un sentiero, che però era del tutto interiore ed esisteva solo per lui. Nessun altro può percorrerlo, non può appartenere a nessun altro. Non puoi morire al posto mio, non puoi morire la mia morte.

La ricerca avviene in totale solitudine, attraversando i regni più oscuri. Ma la ricerca stessa diventa una luce.

La consapevolezza del fatto di essere soli cancella il sentirsi soli e crea la propria forma di coraggio.



Osho




http://www.vivizen.com/2010/06/osho-il-presente-e-lunica-possibilita.html


mercoledì 17 agosto 2011

Le vette sublimi della musica



Non era la prima volta che il Buddha percorreva la strada che portava da Varanasi a Rajagaha. Camminava lentamente, godendo il paesaggio di foreste e risaie. Verso mezzogiorno si fermò a mendicare in un villaggio lungo la strada. Quindi si addentrò nella foresta per mangiare serenamente, e poi si dedicò alla meditazione camminata. Terminata, sedette all’ombra di un albero per la meditazione seduta. Godeva la solitudine nella foresta. Era in meditazione da diverse ora quando passò lì accanto un gruppo di giovani elegantemente vestiti, palesemente preoccupati per qualcosa. Alcuni portavano strumenti musicali. Il giovane in testa al gruppo chinò il capo per salutare il Buddha e chiese: “Monaco, hai visto una ragazza correre in questa direzione?”.

“Perché desideri tanto trovarla?”, domandò il Buddha.

Il giovane raccontò la storia. Venivano da Varanasi ed erano giunti al mattino nella foresta per una piacevole scampagnata, portando con sé strumenti musicali e una ragazza per intrattenerli. Terminati i canti, le danze e i banchetti, si erano distesi per un sonnellino. Al risveglio, avevano scoperto che la ragazza era scomparsa con i loro gioielli. Ecco perché la cercavano.

Il Buddha li guardò serenamente e chiese: “Ditemi, amici, in questo momento presente è più importante trovare la ragazza o trovare il vostro vero sé?”.

I giovani trasalirono. Il radioso aspetto del Buddha e l’insolita domanda li ricondussero a se stessi. “Venerabile maestro” rispose il primo giovane, “forse è bene trovare prima noi stessi”.

“La vita è solo e sempre nel momento presente, ma la mente dimora di rado nel presente”, disse il Buddha. “Preferiamo inseguire il passato o rincorrere il futuro. Crediamo di essere in noi, ma in realtà non siamo quasi mai in contatto con noi stessi. Le nostre menti sono troppo indaffarate a inseguire i ricordi di ieri o i sogni di domani. L’unico modo per essere in contatto con la vita è ritornare al momento presente. Tornando al momento presente vi risveglierete e, in quell’attimo, troverete il vostro vero sé.
Guardate queste tenere foglie accarezzate dal sole. Avete mai guardato il loro colore con cuore sereno e risvegliato? Il verde delle foglie è una delle meraviglie della vita. Se non l’avete mai guardato, fatelo ora”.

I giovani lo ascoltavano in silenzio. Seguendo la direzione indicata dal dito del Buddha, guardarono le foglie verdi che stormivano sommessamente alla brezza pomeridiana. Rivolto al giovane seduto alla sua destra, il Buddha disse: “Vedo che porti un flauto. Ti prego, suona qualcosa per noi”.

Anche se intimidito, il giovane portò il flauto alla bocca e iniziò a suonare. Tutti ascoltavano attentamente. Il suono del flauto pareva il pianto inconsolabile di un amante deluso. Gli occhi del Buddha non si staccavano dal giovane suonatore. Quando la musica finì, la tristezza sembrava permeare la foresta. Nessuno parlava. Poi, all’improvviso, il giovane tese il flauto al Buddha: “Ti prego, venerabile monaco, suona qualcosa per noi”.

Il Buddha sorrise mentre molti scoppiavano a ridere. L’amico doveva essere ammattito, chi aveva mai sentito di un monaco che suonasse il flauto? Con stupore, videro il Buddha accettare lo strumento e lo fissarono tutti, incapaci di dissimulare curiosità. Il Buddha fece alcuni respiri profondi e sollevò il flauto.

Nella sua mente si produsse l’immagine del ragazzo che, molti anni prima, suonava il flauto nei giardini reali di Kapilavatthu. Era una notte di luna piena. Mahapajapati sedeva su un sedile di pietra, intenta ad ascoltarlo. Yasodhara aveva acceso un bastoncino d’incenso di sandalo. Il Buddha incominciò a suonare.

Il suono si levò delicato come un sottile filo di fumo dal tetto di un’umile capanna della campagna di Kapilavatthu all’ora del pasto serale. Lentamente, il filo impalpabile si gonfiò in aria come una matassa di nubi che a loro volta si trasformarono in un loto di mille petali, ogni petalo di un diverso colore splendente. Sembrava che un unico flautista si fosse trasformato per magia in diecimila suonatori e che tutte le meraviglie dell’universo si fossero trasformate in suoni: suoni di diecimila colori e forme, suoni delicati come una brezza e veloci come il ticchettio della pioggia, sicuri come una gru in volo, dolci come una ninnananna, smaglianti come un gioiello e impalpabili come il sorriso di colui che ha trasceso ogni pensiero di guadagno e di perdita. Gli uccelli smisero di cantare per ascoltare la musica sublime, e la brezza si arrestò dal suo gioco con le foglie. La foresta era immersa in un’atmosfera di pace perfetta, di serenità e meraviglia. I giovani seduti attorno al Buddha si sentivano stupendamente ristorati e dimoravano tutti nel momento presente, in contatto con la meraviglia degli alberi, del Buddha, del flauto e della reciproca amicizia. Anche dopo che il Buddha ebbe deposto lo strumento, continuavano a udire la musica. Nessuno pensava più alla ragazza e ai gioielli rubati.

A lungo nessuno parlò. Poi il proprietario del flauto disse: “Maestro, la tua musica è meravigliosa. Non ho udito nessuno suonare così. Chi ti ha insegnato? Vorresti accettarmi come tuo discepolo perché io possa imparare a suonare come te?”.

Il Buddha sorrise e rispose: “Ho imparato a suonare il flauto da ragazzo, ma sono sette anni che non lo tocco più. Riconosco però che la mia musica è migliore di quella di un tempo”.

“Come può essere, maestro? Come può la tua musica essere migliore se da sette anni non ti eserciti?”.

“Suonare il flauto non dipende soltanto dall’esercizio. Se oggi suono meglio che in passato è perché ho trovato il mio vero sé. Non puoi raggiungere le sublimi vette dell’arte se prima non scopri l’insuperabile bellezza del tuo cuore. Se vuoi suonare il flauto in modo eccellente, devi trovare il tuo vero sé percorrendo la Via del Risveglio”.

Quindi espose il sentiero della liberazione: le Quattro Nobili Verità e il Nobile Ottuplice Sentiero. I giovani ascoltavano assorti. Alla fine tutti si inginocchiarono e chiesero di essere accettati come discepoli. Il Buddha conferì l’ordinazione a tutti e li invitò a partire per Isipatana, per presentarsi al bhikkhu Kondanna che li avrebbe guidati nella Via. Molto presto, li rassicurò, li avrebbe rivisti.

Quella notte il Buddha dormì in solitudine nella foresta. Il mattino attraversò il Gange e si diresse a est. Desiderava rivedere i bambini di Uruvela prima di raggiungere Rajagaha per incontrare il re Bimbisara.


– da “Vita di Siddhartha il Buddha” di Thich Nhat Hanh


domenica 7 agosto 2011

Breatharianismo: un sacro viaggio individuale



Intervista a Jasmuheen
apparsa sul Bangkok Metro Magazine
del gennaio 1997



Domanda: Che cos'è esattamente il breatharianismo, e in che cosa consiste? Dove e quando è sorto?

Risposta: Il breatharianismo è sorto all'alba dei secoli. La Mente Universale indica che ci fu un tempo in cui tutti gli esseri erano sostenuti da forze praniche. Breatharianismo è la capacità di assorbire tutti gli elementi nutritivi - vitamine e cibi dei quali si ha bisogno per avere un veicolo fisico sano - dalla forza vitale universale o energia chi. Colui che lo pratica non ha bisogno di cibo. Se si vuole divenire breathariani occorre esercitare il dominio sulla propria mente, attuare cioè una consapevole riprogrammazione della memoria cellulare, eliminando ogni convinzione limitativa e meschina.


Domanda: Come si diventa breathariano e quali sono i requisiti?

Risposta: Come detto, il problema sta nella capacità di porsi in sintonia. La ricerca indica che gli esseri umani hanno un sistema basato su quattro corpi: fisico, emozionale, mentale e spirituale; sistema paragonabile a una chitarra a quattro corde. Ciascuna corda rappresenta una nota, e quando è accordata, la musica che ne scaturisce (come la vita che si vive) è magica: allo stesso modo un essere umano acquista armonia e capacità illimitate. Se è invece in disarmonia, l'individuo, come uno strumento scordato, proverà malessere emotivo, fisico e mentale. I requisiti per essere un breathariano consistono unicamente nel forte desiderio di non avere limiti e di condurre la vita al massimo potenziale. Questo significa esaltarsi sino al punto di aprire la mente a seducenti possibilità. Significa avere il cuore pieno di gioia e gratitudine per il dono che ci è stato elargito di creare e di essere testimoni della grandiosità della creazione. Significa avere la capacità di assorbire tutto quello che desideriamo da tutte le dimensioni, attraverso questi cinque sensi cui si aggiungono i due sensi più sottili: l'intuizione e il sapere. Vivere di luce è semplicemente una conseguenza naturale del viaggio e dell'esperienza di essere assolutamente perfetti.


Domanda: Quanti breathariani vi sono nel mondo e dove si trovano?

Risposta: Per quel che ne so, oltre 200 persone dell'area oceanica sono coinvolte in questo movimento. Da circa quattro anni ho intrapreso questo particolare viaggio iniziatico, e la mia attività attuale è molto differenziata; comunque, a causa dei miei continui spostamenti, vengo a conoscenza di molte iniziative al riguardo. Non si conoscono però nomi e luoghi, e non vi sono documenti indicanti quanto il fenomeno sia esteso. Comunque si tratta di una pratica molto comune per gli sperimentatori dell'immortalità, per gli yogi dell'India e dell'Himalaya: costoro vivono senza nutrirsi né dormire, e sono in grado di mutare a loro piacimento la temperatura corporea.


Domanda: Quali sono i vantaggi e quali gli svantaggi di questa pratica?

Risposta: Uno dei primi vantaggi di cui potei godere fu una incredibile luminosità del mio essere, una ampiezza nel sentire, un percepirmi carica d'energia, estesa, multidimensionale. Tutti benefici derivanti dal lasciarsi sostentare dalla scintilla divina che è in noi. Ricordo il primo giorno in cui provai la sensazione di non essere più limitata dalla realtà fisica, ma di essere completamente libera. Libera di scegliere. Libera di creare. Libera di studiare, di ricercare, e quindi di mettere in pratica questi nuovi modi di essere e di pensare. Ogni giorno sento che la vita è un dono, e per questo ringrazio la forza creatrice per la gioia che mi concede di vivere questa esperienza fisica. Cerco di avere sempre presente il dato di "essere un ente spirituale che vive un'esperienza umana". Sento che tutto è meraviglioso, in quanto essere spirituale la cui essenza si fonda sulla legge di risonanza, la quale opera - a vari gradi e in tutti i campi - in maniera elettromagnetica.

Per quanto concerne altre prerogative, in molti si elevano i livelli energetici e con questi la capacità terapeutica, la chiaroveggenza e la sensibilità uditiva. Ad alcuni ricrescono i capelli, ad altri i capelli grigi riacquistano il loro colore naturale. Badate che ciò non dipende dal tipo di alimentazione, ma dalla acquisita libertà di scelta.

Ribadisco, infatti, che nessuna cellula del mio corpo ha bisogno di essere alimentata per vivere. Avendo la consapevolezza di ciò, sia a livello teorico che pratico, so che ha ben poca importanza il fatto di mangiare o di non mangiare. La mia predisposizione naturale è di vivere di luce. Poterlo fare è così semplice che potrei dire faccia parte dei data base della mia memoria. In ogni caso la mia ricerca e il comunicare quanto vado apprendendo serve a facilitare ad altri questa pratica iniziatica. Pratica che se ormai non mi preoccupa più, essendo attivamente impegnata nel M.A.P.S.*, è rivolta ad insegnare agli altri il vero potenziale umano. In tal modo l'energia debilitante della sfiducia, determinata da paura ed ignoranza, può essere trasformata nella luce della conoscenza.

Nella mia ricerca e nei viaggi compiuti nella regione oceanica, ho tratto alcuni insegnamenti che riassumerei nel modo seguente:

In quest'opera siamo come delle cavie che sperimentano una possibile soluzione del problema della fame nel mondo. La pratica del digiuno è d'antica origine, ma è stata dimenticata dal mondo moderno industrializzato. La sfida principale per noi consiste nello spingere la gente al di là dell'abituale sistema di vita, dei valori comunemente accettati. Dobbiamo quindi, per realizzare questo nostro scopo ed estendere questa nuova conoscenza al mondo intero, disattivare questa energia negativa prodotta dal timore a dalla sfiducia.

Molti di noi hanno tratto risultati positivi dalla loro ricerca, studiando metafisica, prima a livello intuitivo, quindi a livello consapevole, durante molte vite. Ora, dal momento in cui ricordiamo e riponiamo la nostra fiducia in questa conoscenza, comprendiamo che questa pratica iniziatica può determinare un senso di sconforto nella massa inconsapevole. Questi sono argomenti di discussione riservati a menti superiori: solo coloro che hanno attivato i quattro quinti del loro cervello sono in grado di comprendere e di apprezzare i nostri ideali e le nostre visioni. In seguito a questa nostra opera di diffusione - molti non conoscono neppure il processo della reincarnazione - speriamo di piantare dei semi di speranza, d'amore e di gioia nei cuori di tutti coloro che intuiscono il valore di questo insegnamento che affratella l'umanità. Il problema non consiste nel mangiare o nel non mangiare. Per le culture economicamente sviluppate ed industrializzate il vero problema consiste nel riuscire ad essere liberi nel proprio essere come nelle proprie scelte, alla cui base non deve albergare alcun senso di paura. Per le civiltà e le regioni che soffrono la fame, si tratta della libertà dal bisogno di cibo e quindi dalla morte provocata dalla sua mancanza. Stiamo offrendo all'umanità la possibilità di scegliere di creare collettivamente un modello di realtà che rechi una trasformazione positiva individuale e planetaria, che porti ad onorare tutte le forme di vita. La durata di questa azione dipende da quanti cuori e quante menti vorranno udire e comprendere questo messaggio per poi agire di conseguenza.

La nostra attuale missione è di ambasciatori del M.A.P.S. e il mio specifico ruolo è quello di un Essere senza limite.

Stiamo apprendendo insieme, insegnando insieme, dimostrando insieme. I miei compagni di viaggio trovano che il problema principale consista nell'alienazione sociale derivante da questa scelta, visto che la maggior parte delle civiltà occidentali consuma il cibo essenzialmente per un piacere emotivo; vale a dire che l'agire sociale si fonda principalmente sul mangiare. Un altro problema, ancora legato al cibo, è il senso di noia derivante dal non mangiare e quindi dal non gustare il cibo, sicché un forte disagio investe coloro che si nutrono soprattutto per piacere. Molti breathariani hanno pertanto scelto di mantenere la possibilità di provare il piacere del palato consumando ad esempio un biscotto al cioccolato una volta al mese, o altro che li soddisfi.

Una volta appreso e dimostrato che il nutrimento proviene interamente dalle frequenze più elevate e più sottili dell'energia pranica (che indichiamo come energia fotonica), si ottiene la liberazione dal preconcetto bisogno del cibo. A questo punto si può indulgere al consumo di qualche alimento per il solo senso del gusto e del piacere, non per bisogno. Stiamo ancora indagando sulla profondità e complessità della psiche umana per quanto concerne la connessione del mangiare, quale attività fondata su basi emotive, con questo aspetto di noia. Come dice Sai Baba, una volta dominato il senso del gusto, si riesce a dominare tutti gli altri sensi.


Domanda: Si possono determinare rischi per la salute, problemi o carenze (di ferro ad esempio, o di vitamina B12)?

Risposta: Riprendendo la domanda precedente, affermo che la vita è prana. Se una persona sceglie di essere alimentata dalle forze praniche, queste gli apportano tutte le vitamine e le altre sostanze necessarie per mantenere un corpo fisico, che nell'auto-rigenerarsi, diviene immortale. Da ciò si deduce che il sentirsi stanchi o avere problemi di salute deriva esclusivamente da un atteggiamento mentale, dal non aver saputo trasformare la propria struttura mentale/cellulare da cui si originano le proprie convinzioni. Personalmente non consiglierei questo viaggio iniziatico a chi non è ancora riuscito a sintonizzare il proprio campo energetico su questa nuova armonia, a chi non abbia appreso questa metafisica o la "legge universale dei quanti". Perché questa pratica sia proficua e non produca danni, occorre saper esaltare il nostro intelletto attraverso la ricerca e superare ogni preconcetto limitante.


Domanda: Il corpo è soggetto a mutamenti fisiologici?

Risposta: Attraverso questa pratica di dominio della mente, si potrà cambiare a proprio piacere la forma del corpo. È ciò lo chiamiamo riplasmazione. Il nostro lavoro consiste nell'attivare e quindi utilizzare i quattro quinti del cervello, dove alberga la consapevolezza più elevata. Di solito si è troppo presi dalla "mente inferiore" tesa alla sopravvivenza nella realtà fisica, per poter esplorare il pieno potenziale umano. Ma una volta ottenuto il completo dominio dei bisogni elementari, allora si è liberi di esplorare la coscienza superiore, attraverso la meditazione ed altre pratiche tradizionali. Questa nuova coscienza ci permetterà allora di godere del nostro Essere illimitato.

Dal punto di vista fisiologico, la ghiandola pituitaria e quella pineale, nell'accrescere le nostre capacità, fanno sì che la telepatia diventi prerogativa normale di molti individui. Una cosa che vorremmo fare è documentare questo lavoro con filmati, utilizzando macchinari moderni in grado di leggere i campi di energia, con la partecipazione di terapeuti accreditati sia nell'ambito della medicina tradizionale che di quella elaborata in ambito New Age: così fece il Dalai Lama nel 1991 in collaborazione con l'Università di Harvard. Stiamo pertanto cercando chi sia interessato a finanziare e sostenere questo progetto.


Domanda: Che cosa accadrà agli organi dell'apparato digerente? Si atrofizzeranno o si ridurranno?

Risposta: Se si osserverà il corpo all'interno, si potrà vedere un fiorire di energia, simile ad un'onda, che lo magnetizza. Ciò dipenderà dalla vostra decisione e dal vostro comando di venire alimentati pranicamente. Il prana allora affluisce attraverso i pori della pelle. Ciò mi fa ricordare il modo di nutrirsi delle balene, che filtrano ettolitri di acqua per nutrirsi del plancton. Il guardare allora gli organi, le ossa, il flusso sanguigno, produrrà un'impressione meravigliosa. Quel che di solito "vedo" è un riflesso di salute vibrante. Questa "diagnosi" interna basata sulla lettura intuitiva dei campi d'energia, la si raggiunge attraverso l'attivazione del sesto senso. La diagnosi dipende molto dall'essersi liberati delle scorie cellulari. È scoria un pensare negativo, un sentire negativo ed un alimentarsi con sostanze nocive.

Attraverso tecniche tradizionali si producono fenomeni facilmente comprovati: il metabolismo cambia e lo stomaco si riduce, dal momento che non è più impegnato nella "normale" funzione digestiva. Molti di noi hanno utilizzato terapie alternative, sia tradizionali che non tradizionali, ed hanno ottenuto risultati positivi. L'azzardo è dovuto al fatto che molte pratiche nel mondo occidentale non sono mai state sperimentate, per cui non si hanno modelli con i quali confrontarsi. In generale, comunque, una volta che si è riusciti ad alimentarsi col prana, la parte fisica non ha più patito malesseri di alcun genere.

La digestione e l'alimentazione costituiscono due problemi separati. Che gli organi, il sangue e le ossa, vengano nutriti con la sostanza eterica del prana o con la sostanza fisica del cibo, essi manterranno e dimostreranno perfetta salute e vitalità. Per poter compiere una autodiagnosi, suggerisco che l'individuo richiami alla memoria il tempo in cui gli organi erano ben allenati nell'operare questo raffinato lavoro energetico e comandi piena consapevolezza di ciò: questo faciliterà la pratica di una diagnosi energetica. Si tratta di un'azione puramente intuitiva che ci pone in grado di sintonizzarci e di connetterci con la Mente Universale o con la coscienza superiore. È comunque fondamentale tener presente il fatto che possiamo soltanto attrarre una vibrazione che rispecchi la nostra propria consapevolezza.

In sintesi diciamo allora che gli organi si mantengono in forma, quindi migliorano, raggiungendo la piena salute, nella misura in cui si esercita il completo dominio del corpo: allora si sperimenta una consapevole e illimitata capacità di creare la realtà. La sfida dell'alimentazione pranica è uno dei più potenti mezzi che conosco per verificare il potere della pura scintilla di energia che realmente ci sostiene. Senza di questa non potremmo vivere. Senza questa non conosceremmo il piacere, la gioia, oppure l'illimitato. Ecco il modo per richiamare tale potere: «Cara potente presenza dell'Io sono, io ordino il completo dominio di tutti i miei corpi inferiori, affinché tu possa manifestarti completamente. Io adesso esprimo completamente Magia Divina e Dominio e Paradiso in tutti gli ambiti, in alto come in basso. E così sia!». Che grande enunciato!

Un atteggiamento e un pensiero positivo producono una positiva esperienza di vita.

Oppure evocate la forza divina che è in voi, il Maestro interno, Dio, Padre o Madre creatori, o quel che voi volete.


Domanda: Che cosa accade agli organi del gusto? Forse si atrofizzeranno?

Risposta: Un grosso problema per chi vuole intraprendere questa pratica è la perdita del gusto, dei piaceri del palato. È importante non assumere un atteggiamento negativo in tal senso, sì da creare una dipendenza emozionale dal cibo, per cui possiamo continuare ad indulgere ad un piacere intermittente del cibo. Quel che abbiamo sperimentato è che le persone, quando smettono di mangiare, divengono desiderose di sapori molto forti o molto dolci, oppure oscillano fra le due tendenze. Con un po' del sapore desiderato si rimuove tale bisogno, mentre parallelamente si utilizzano metodi di riprogrammazione per eliminare la dipendenza dal cibo. È nostra intenzione che questa pratica sia piacevole e non negativa.


Domanda: È possibile tornare a mangiare? Possono sorgere dei problemi?

Risposta: La maggior parte della gente che compie questa pratica torna a mangiare senza alcun problema, e facilita questo ritorno all'alimentazione solida mediante ingestione di liquidi: dal brodo si passa alla frutta e alla verdura per giungere infine a una normale alimentazione. La ragione principale per la quale la gente ricomincia a mangiare sta nella pressione sociale, nello stancarsi di apparire un diverso. Notate che del resto questa pratica non attrae molte persone; la maggior parte della gente che ne sente parlare conclude o che è impossibile non alimentarsi, oppure pensa che non valga la pena di privarsi di qualcosa di così piacevole come il mangiare.


Domanda: Costituisce un problema la disidratazione? Che cosa bevono i breathariani? Soltanto acqua o anche altre sostanze liquide? Che cosa pensa della caffeina, dell'alcol o di altri stimolanti?

Risposta: Ci sono persone che non mangiano e non bevono, ma la maggior parte dei breathariani del mondo occidentale mantiene il rituale socializzante di una tazza di tè, per non essere completamente alienati. La maggior parte non indulge in alcolici, in quanto hanno un effetto negativo sui cambi di energia del corpo. Alcuni però pensano di potere, attraverso il dominio esercitato dalla mente, trasmutare in luce tutto quel che viene ingerito. Io personalmente preferisco sempre una buona tazza di tè!


Domanda: Ci possono essere problemi con la maternità? Una breathariana può allattare?

Risposta: Ho conosciuto solo una donna che ha partorito praticando il breatharianismo. Non ha avuto problemi di allattamento e il bambino era perfettamente in salute. Si ritorna a quello che è un problema mentale. Occorre una trasformazione mentale, occorre rendersi assolutamente conto che quando ci si nutre della forza vitale universale, il corpo fisico rimane vitale e gode di ottima salute.


Domanda: Si può divenire breathariani sin dalla nascita o c'è un'età minima per questa pratica?

Risposta: Molti bambini che vengono attualmente al mondo non provano il desiderio di mangiare. È una conseguenza naturale del loro elevato grado vibratorio e dell'alto livello di coscienza raggiunto. Per quanto concerne l'età minima, dipende dalla famiglia in cui si vive e dall'ambiente sociale, perché molti bambini vengono facilmente influenzati, al di là delle loro capacità innate. Sovente vengono limitati nelle loro capacità intuitive dagli adulti, che proprio per la loro età pensano di avere una maggiore conoscenza (principio discutibile a livello esoterico).


Domanda: Il breatharianismo può danneggiare la crescita, lo sviluppo fisico? Esistono dei breathariani grassi?

Risposta: Coloro che attuano questa pratica sono sempre in armonia, hanno un completo dominio sulla loro struttura molecolare e possono regolare a piacimento la loro misura corporea e la loro figura attraverso una riprogrammazione. Il corpo è un computer biologico, la mente è il software, la vita è la stampa. Se non piace la vita o un suo aspetto, si può riprogrammare il software. Un pensare positivo produce una vita di valore, un pensare senza limiti produce una vita senza limitazioni.

Per quanto concerne la domanda sui "breathariani grassi", dico che ci sono persone che hanno intrapreso questa pratica con l'intenzione di dimagrire. Ma poiché questa è una iniziazione sacra adatta al guerriero dello spirito, non sono stati in grado di continuare a seguirne i dettami, per cui hanno ricominciato a mangiare. L'intenzione di chi vuole intraprendere questo cammino deve essere pura. Al di là comunque di chi ricomincia a mangiare, considerate che il successo dell'iniziativa sta nel fornire un nuovo modello di conoscenza. La memoria cellulare deriva dall'esperienza di poter vivere mesi o anni alimentandosi col prana. Questa convinzione è trasferita nella memoria cellulare, cosa che determina un livello sottile ma potente di libertà.


Domanda: Che nesso ha questa attività col sonno? Tutti i breathariani praticano la meditazione? Sono ricchi di energia?

Risposta: I breathariani in maggior parte dormono la metà di quanto erano soliti dormire, o di quanto viene considerato giusto dormire. Essi dormono soltanto quando vogliono; di solito allo scopo di uscire dal corpo ed entrare in altre bande d'energia.

Per quanto concerne la meditazione, dico che costituisce il metodo più efficace per produrre armonia interiore. Essa ci permette inoltre di accedere all'illimitata natura della pura scintilla d'energia che è in noi. Molti breathariani hanno fissato la loro profonda consapevolezza in un eterno presente, e scelgono di meditare in maniera formale per la gioia del rimanere in silenzio senza distrazioni esterne, distrazioni ben diffuse nell'ambito della cultura occidentale. I livelli di energia sono fantastici, in particolare quando se ne ha piena convinzione. Ricordatevi di questo principio allorché intraprenderete il vostro viaggio iniziatico che vi porterà al dominio della mente sulla materia.


Domanda: Quali saranno gli influssi del breatharianismo sull'aspettativa di vita? È una fontana di giovinezza o conduce alla vecchiaia? Influenza la bellezza fisica?

Risposta: Non posso parlare a nome di tutti i breathariani, ma soltanto in base alla mia esperienza personale, per cui la mia immortalità fisica si sviluppa di pari passo con il principio del breatharianismo. L'indiana Giri Bala e Teresa Neumann, che ebbe le stimmate di Cristo, erano entrambe breathariane: esse invecchiarono serenamente e Teresa morì. L'essere un breathariano non garantisce l'immortalità fisica, a meno che non si riprogrammino la ghiandola pineale e quella pituitaria, affinché secernano soltanto ormoni vitali. Per essere fisicamente immortale occorre abbandonare il preconcetto per cui la morte è ineluttabile, e depurare i campi di energia dei corpi di tutte le impurità intellettuali, emotive e materiali (attinenti cioè all'alimentazione). È un'azione di purificazione e costituisce lo strumento armonizzato nella maniera più sublime nell'orchestra del divino, che si rivela nella realtà fisica. Ciò vuol dire allora che la fontana della giovinezza è connessa con un nostro atteggiamento mentale. Dal canto mio posso dire di esercitare dominio sul mio veicolo (il corpo fisico) e di non esserne schiava, ed è mia intenzione perseguire lo scopo che mi sono fissata nella vita: elevare il mio corpo verso la luce o disfarmene allorché avrò condotto a termine la mia opera, piuttosto che provocarne la morte per negligenza o eccessi. Aggiungo che poche persone hanno capacità sciamaniche e possono trasformare a loro piacere il loro aspetto fisico. Il valore del resto non sta nella bellezza fisica, ma nella bellezza vibratoria.


Domanda: Questa pratica influisce sul campo sessuale e sulle relazioni sessuali?

Risposta: Molti breathariani che hanno un loro partner, seguono sovente la pratica tantrica, o quella taoista, per cui i flussi di energia sessuale stimolano sia l'orgasmo cerebrale che quello sessuale. Questa pratica fa in modo che l'energia sessuale (chakra di base e chakra sacrale) venga incanalata assieme all'energia spirituale (corona e chakra frontali) e all'energia di un amore incondizionato (chakra del cuore) mediante la tecnica dell'orbita microcosmica (come indicato da Mantak Chia, l'autore del "Tao Yoga dell'amore").

Molti possono scegliere il celibato, e non per mancanza di possibilità di esprimersi sessualmente, ma in seguito ad una trasformazione consapevole della vita sessuale determinata dall'aver incanalato l'energia sessuale in una vibrazione creativa più alta, più raffinata. Le energie sessuali devono essere trasformate in una più elevata vibrazione oppure utilizzate per la procreazione o indirizzate mediante una pratica tantrica.


Domanda: I breathariani possono avere bambini? Ci sono breathariani che concepiscono?

Risposta: Certamente!


Domanda: Esiste un'organizzazione internazionale di breathariani e se esiste come funziona? I breathariani costituiscono un gruppo omogeneo o un movimento religioso?

Risposta: Assolutamente no. Per conto mio l'essere breathariana costituisce il 2 per cento del mio io, comunque è qualcosa di positivo che, assieme ad altri, sto sperimentando. La nostra accresciuta energia ha poi creato una serie di ramificazioni tese a combattere la fame nel mondo. Col nostro operato stiamo semplicemente cercando di fare in modo che la gente acquisisca un nuovo modo di essere che le permetta di liberarsi del bisogno del cibo, del dormire e persino delle costrizioni del tempo. Il controllo della temperatura del corpo, visto che questo non richiede cibo o sonno, è un derivato dell'essere senza limite e in grado di sfruttare il nostro pieno potenziale. Queste pratiche sono seguite da innumerevoli yogi.

Disse Gesù: «Tutto quel che ho fatto lo potete fare anche voi, e meglio».

Come già detto, sono una ambasciatrice del M.A.P.S., che è il movimento di una Società Positiva Ridestata. Coloro che sono interessati alla trasformazione personale e planetaria, per il bene di tutti, sono i benvenuti in quest'azione di sostegno, senza distinzione di credo religioso o altro. Il nostro notiziario, la Elraanis Voice, è dedicato alla ricerca e alla divulgazione di una illuminazione sia individuale che collettiva, che si rifletta in ambito sociale, economico, educativo e politico.


Domanda: Vi sono dei breathariani famosi?

Risposta: Il conte di Saint Germain, che compose le opere attribuite a Shakespeare: non lo si vide mangiare né bere in pubblico, e mantenne per secoli un'età indefinita. Maestri come Sai Baba, Babaji ed altri yogi dell'Himalaya, i quali non hanno bisogno di alimentarsi. Altri maestri spirituali sono rimasti per 40 giorni senza acqua né cibo. L'"immortalista" più ragguardevole si dice sia Bhartriji, yogi di duemila anni. Secondo Leonard Orr, il fondatore del Rebirthing, Bhartriji ha la sua residenza in un ashram nel villaggio di Bhartara, nel distretto di Alwar, nello stato indiano del Rajasthan.



- dal libro "Nutrirsi di luce. Alimentazione pranica
e immortalità fisica"
di Jasmuheen -




* Movement of an Awakened Positive Society (Movimento per una Società Positiva Risvegliata)


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