sabato 19 gennaio 2013

Maestro e discepolo: un incontro di anime


Amato Maestro,
sei stato mio zio, quello prediletto, e mio padre, la mia levatrice, un bambino che ride, il mio migliore amico, un vecchio saggio, il mio cantastorie preferito, e il mio Maestro... il mio primo pensiero all’alba e l’ultima alla sera...
Sei stato due caldi occhi scuri, una mano gentile, piedi per la mia testa; un formicolio per il corpo... a volte un silenzio, altre un canto...
Sei stato una scossa, un bagliore, una presenza, una assenza; giorno e notte, estate e inverno... un uomo per ogni stagione; la promessa di una realizzazione, la sola speranza, il supremo distruttore di ogni mio sogno; il solo rifugio, e colui che ho cercato di evitare; un mago, e un semplice essere umano, un uomo qualunque.
Eri un enigma, eri me stesso. Eri la luna, le stelle e tutto ciò che intorno a loro si muove. Eri il verde e il colore della terra, l’azzurro e l’oro della mia terra. Eri il tutto e il nulla. Sempre, eri amore.
Osho, per favore, puoi parlare dell’evoluzione del rapporto tra Maestro e discepolo?


Esiste rapporto e rapporto, ma nessuno è paragonabile al rapporto che esiste tra Maestro e discepolo. Tutti gli altri rapporti, perfino il migliore, sono soggetti a condizioni.
Ad esempio, un rapporto d’amore pretende sempre qualcosa. Il solo rapporto libero da condizioni, da pretese, da richieste, è quello che esiste tra Maestro e discepolo.
Di fatto è un fenomeno così raro e unico, che non dovrebbe essere inserito nella stessa categoria degli altri rapporti. Solo la povertà del linguaggio ci porta a parlare di rapporto. È una fusione, è un incontro senza alcuna ragione.
Il discepolo non chiede nulla e il Maestro non promette nulla; tuttavia nel discepolo esiste una sete e nel Maestro esiste una promessa.
È un’intimità nella quale nessuno è superiore e nessuno è inferiore... il discepolo è sempre e comunque femminile, perché il discepolo non è altro che disponibilità, un grembo aperto, pronto a ricevere: è ricettività. E il Maestro è sempre maschile, perché il Maestro non è altro che dare, un donarsi, per l’unico e semplice motivo che il tutto da lui straripa. Deve dare: è una nube carica di pioggia.
Come il discepolo è alla ricerca, alla ricerca è il Maestro. Il discepolo cerca un luogo in cui potersi aprire senza alcuna paura, senza alcuna resistenza, senza doversi trattenere. Un totale abbandono.
E anche il Maestro ricerca un essere umano capace di accogliere il mistero, pronto a lasciarsi fecondare dal mistero, pronto a rinascere. Esistono molti insegnanti, e ci sono molti allievi. Gli insegnanti hanno acquisito un sapere, e possono essere molto dotti, colti, ma nel loro cuore regnano le tenebre; la loro istruzione maschera la loro ignoranza. Ed esistono studenti alla ricerca di quelle conoscenze.
Maestro e discepolo sono un fenomeno completamente diverso.
Il Maestro non dà conoscenze, condivide il proprio essere.
E il discepolo non è alla ricerca di conoscenze, è alla ricerca dell’essere: è, ma non sa chi è. Vuole riconoscersi, vuole mettersi a nudo davanti a se stesso.
Il Maestro può fare una cosa molto semplice: creare fiducia. Tutto il resto accade. Nel momento in cui il Maestro riesce a creare fiducia, il discepolo abbandona le sue difese, i suoi abiti, ciò che conosce. Di nuovo torna ad essere un bambino: innocente, sveglio, vivo. È un nuovo inizio.
Tuo padre e tua madre hanno dato vita al tuo corpo: è una vita che si concluderà con la morte. I tuoi genitori sono responsabili della tua nascita e della tua morte. Anche il Maestro ti dà una nuova nascita, ma è la nascita della consapevolezza, e questa non ha mai fine.
Occorre solo un’atmosfera di assoluta fiducia; e in quella fiducia le cose iniziano ad accadere da sole; né il discepolo né il Maestro fanno qualcosa. Il discepolo accoglie ciò che accade. Il Maestro è il veicolo delle forze universali: è simile ad un bambù cavo, che può diventare un flauto. Ma il suono non è del bambù. Al bambù può andare solo il merito di non distruggere quel canto, di lasciarlo fluire.
Il Maestro è un medium della consapevolezza universale. Se tu sei disponibile, all’improvviso la consapevolezza universale scuote la consapevolezza assopita, la consapevolezza addormentata che esiste in te. Il Maestro non ha fatto nulla. Tutto accade!
Vale la pena ricordare ciò che accadeva nell’antichità: i ricercatori passavano da centinaia di insegnanti, fino a quando arrivavano alla presenza di un uomo che, all’improvviso, risvegliava in loro la fiducia; erano arrivati... e anche i Maestri viaggiavano... ricordo un episodio... Gautama il Buddha giunse in una città. Tutti erano accorsi per ascoltarlo, ma Buddha continuava ad aspettare guardando di continuo la strada... e questo perché una ragazzina, di non più di tredici anni, lo aveva incontrato e gli aveva detto: “Aspettami, porto questo cibo a mio padre, nei campi, e sarò di ritorno in tempo... ma non scordarti di aspettarmi.”
Dopo poco, gli anziani della città chiesero a Buddha: “Chi aspetti? Tutte le persone importanti sono presenti, inizia il tuo discorso.” Buddha ribatté: “Manca ancora la persona per la quale sono venuto fin qui, e devo aspettare.”
La ragazzina arrivò e disse: “Sono un po’ in ritardo, ma tu hai mantenuto la promessa. Sapevo che l’avresti fatto, dovevi farlo, perché ti sto aspettando dal giorno in cui sono diventata consapevole... avevo forse quattro anni quando ho sentito il tuo nome per la prima volta. E il solo suono del tuo nome ha fatto risuonare qualcosa nel mio cuore. E da allora è passato tanto tempo, sono forse dieci anni che aspetto...” Buddha le rispose: “Non hai atteso invano. Sei tu che mi hai attirato in questo villaggio.”
E iniziò a parlare. La ragazza fu l’unica ad avvicinarsi chiedendogli l’iniziazione: “Ho atteso a sufficienza, ora voglio stare con te.” Buddha: “Devi venire con me, perché la tua città è così lontana da ogni percorso e io non posso continuare a venire fin qui. Il cammino è lungo e io sto invecchiando.”
In città nessun altro, ad eccezione di quella ragazzina, si presentò a chiedere di essere iniziato.
Nella notte, prima di coricarsi, Ananda, il primo discepolo di Buddha, gli chiese: “Prima di coricarti vorrei farti una domanda: tu senti un’attrazione verso un certo luogo, come se si trattasse di magnetismo?”
Buddha rispose: “Hai ragione. È così che decido dove andare. Quando sento che qualcuno ha sete, che è così assetato che senza di me non ha alternativa alcuna, mi incammino in quella direzione.”
Il Maestro si sposta verso il discepolo.
Il discepolo si incammina verso il Maestro.
Prima o poi si incontreranno, è inevitabile.
Non è un incontro fisico, né un incontro mentale. È un incontro di anime, come se all’improvviso avessi avvicinato due candele accese: le candele restano separate, ma le loro fiamme si uniscono, e diventano una sola.
Quando l’anima è una sola, è difficilissimo dire che tra due corpi esiste un rapporto. Non è vero, ma non esiste altra parola: il linguaggio è molto povero.
Si tratta di una unione di essenze.

(da “The Rajneesh Upanishad”, settembre 1986)


Amato Maestro,
se un discepolo non è d’accordo con alcune delle cose che il Maestro dice, è un discepolo?


Il discepolo è assolutamente libero di essere o non essere d’accordo con ciò che il Maestro dice. Ma quello che il Maestro non dice, non può creare disaccordo nel discepolo! In quel caso c’è una totale armonia.
Ciò che il Maestro dice non è altro che un gioco di parole privo di importanza. Il Maestro non è un filosofo, non sta affatto insegnando un sistema di pensiero. Non ti chiede di essere o non essere concorde...
Puoi non convenire con tutto ciò che dice, ma essere in accordo col Maestro.
Il problema è essere in armonia con il suo essere. Quando sei in accordo con l’essere del Maestro, non ti preoccupi di contestare le sue parole.

(da “The Rajneesh Upanishad”, settembre 1986)


Il mio approccio alla vostra crescita è fondamentalmente quello di rendervi indipendenti da me. Ogni tipo di dipendenza è una schiavitù, e la dipendenza spirituale è la peggiore di tutte. Ho fatto ogni sforzo possibile per rendervi consapevoli della vostra individualità, della vostra libertà, della vostra assoluta capacità di crescere senza l’aiuto di nessuno. La crescita è qualcosa di intrinseco al vostro essere. Non viene dall’esterno: non è un imposizione, è uno schiudersi, una rivelazione.
Tutte le tecniche di meditazione che vi ho dato non dipendono da me; la mia presenza o assenza non fa alcuna differenza: tutto dipende da voi. Non è la mia presenza, ma la vostra a essere necessaria perché le tecniche possano funzionare.
Non è il mio essere qui ma il vostro essere qui, il vostro essere nel presente, il vostro essere svegli e consapevoli che servirà a qualcosa. In realtà, nessuno può salvare nessun altro; sarebbe contrario alla verità basilare della libertà individuale.
Per quel che mi riguarda, sto solo facendo ogni sforzo per liberarvi da tutti, me incluso, e per lasciarvi soli nel cammino della ricerca.
L’esistenza rispetta colui che ha il coraggio di essere in solitudine nella ricerca della verità. Gli schiavi non godono del rispetto dell’esistenza. Non si rispettano loro stessi, come possono aspettarsi che l’esistenza mostri loro rispetto?
Perciò ricordate, quando me ne sarò andato, non perderete nulla. Al contrario è possibile che guadagnate qualcosa di cui non siete affatto consapevoli. In questo momento sono disponibile nel mio corpo, imprigionato in una forma definita. Quando me ne andrò, dove potrò andare? Sarò qui nel vento, nell’oceano; e se mi avrete amato, se avrete avuto fiducia in me, mi sentirete in mille modi: nei vostri momenti di silenzio, improvvisamente sentirete la mia presenza. Una volta libero dal corpo, la mia consapevolezza sarà universale. Adesso dovete venire da me. Allora non avrete bisogno di venire a cercarmi.
Dovunque siate... la vostra sete, il vostro amore... e mi troverete nel profondo del vostro cuore, nel suo stesso battito.

(da “Beyond Enlightenment”, ottobre 1986)


Io credo e confido assolutamente nell’esistenza. Se c’è qualcosa di vero in ciò che dico, sopravvivrà. Coloro che sono interessati al mio lavoro porteranno semplicemente la fiaccola, ma non imporranno niente a nessuno, né con la spada, né con il ricatto del pane. Resterò una fonte di ispirazione per la mia gente e questo è ciò che sentirà la maggior parte dei sannyasin. Voglio che coltivino per conto loro qualità come l’amore, intorno a cui non è possibile creare alcuna chiesa, come la consapevolezza, che non è monopolio di nessuno, come la celebrazione, la capacità di essere felici, di mantenere lo sguardo fresco di un bambino. Voglio che la mia gente conosca se stessa, non che si adegui alle idee di qualcun altro. E la strada è entrare dentro se stessi.

(intervista rilasciata a Enzo Biagi, estate 1989)


– da “Operazione Socrate. Il caso Osho Rajneesh” –





“Si dovrebbe accogliere la morte con gioia... è uno dei più grandi eventi della vita. Nella vita, esistono solo tre grandi eventi: la nascita, l’amore e la morte. La nascita, per tutti voi, è già accaduta: non potete farci più nulla. L’amore è una cosa del tutto eccezionale... accade solo a pochissime persone, e non lo si può prevedere affatto.
Ma la morte, accade a tutti quanti: non la si può evitare. È la sola certezza che abbiamo; quindi, accettala, gioiscine, celebrala, godila nella sua pienezza.
La morte è semplice svanire nella fonte. La morte è andare nel regno di ciò che non è manifesto: è addormentarsi in Dio.
Di nuovo tornerai a fiorire. Di nuovo rivedrai il sole e la luna, e di nuovo e ancora... fino a quando non diventi un Buddha, fino a quando non riuscirai a morire in piena coscienza; fino a quando non sarai in grado di rilassarti in Dio consciamente, con consapevolezza.
Solo allora, non esiste ritorno: quella è una morte assoluta, è la morte suprema.”


“Se mi hai amato, per te, io vivrò per sempre. Vivrò nel tuo amore. Se mi hai amato, il mio corpo scomparirà, ma per te, io non potrò mai morire. Anche quando me ne sarò andato, so che tu mi verrai a cercare. Certo, ho fiducia che tu verrai a cercarmi in ogni pietra e in ogni fiore e in ogni sguardo e in tutte le stelle. Posso prometterti una cosa: se mi verrai a cercare, mi troverai... in ogni stella e in ogni sguardo... perché se hai veramente amato un Maestro, con lui sei entrato nel Regno dell’Eterno. Non è una relazione nel tempo, dimora nell’assoluta atemporalità.
Non ci sarà morte alcuna. Il mio corpo scomparirà, il tuo corpo scomparirà, ma questo non farà una gran differenza. Se la scomparsa del corpo creasse una pur minima differenza, dimostrerebbe soltanto che tra noi non è accaduto l’amore.”


OSHO
MAI NATO
MAI MORTO
HA SOLO VISITATO
QUESTO PIANETA TERRA
11.12.1931
19.01.1990






martedì 8 gennaio 2013

Preghiera per l'amore



Adesso condivideremo un bellissimo sogno, che vorrete sognare tutto il tempo.

In questo sogno, vi trovate in un giorno caldo e assolato. Ascoltate gli uccelli, il vento e il rumore di un fiume.

Camminate verso il fiume e sulla riva vedete un vecchio seduto in meditazione.

Dalla sua testa emana una luce di vari colori. Cercate di non disturbarlo, ma lui si accorge della vostra presenza e apre gli occhi. Sono pieni d'amore e vi rivolge un grande sorriso.

Gli chiedete come fa a irradiare quella bellissima luce e se può insegnarvi a farlo. Lui risponde che molti, moltissimi anni fa, fece la stessa domanda al suo maestro. Così comincia a raccontarvi la sua storia: "Il mio maestro si aprì il petto, tirò fuori il cuore e ne fece emanare una fiamma. Poi aprì il mio petto, prese il mio cuore e vi mise dentro quella fiamma. Quindi me lo restituì e non appena fu di nuovo nel mio petto, sentii un amore intenso, perché la fiamma che il maestro mi aveva messo nel cuore era il suo amore.

Quella fiamma crebbe fino a diventare un grande fuoco, un fuoco che non brucia, ma purifica tutto ciò che tocca. Toccò tutte le cellule del mio corpo e queste ricambiarono il mio amore. Diventai una cosa sola con il corpo e l'amore crebbe ancora di più. Quel fuoco toccò tutte le emozioni della mia mente, trasformandole in un amore intenso. Così amai me stesso, completamente, incondizionatamente. Il fuoco continuava a bruciare e sentii il bisogno di condividere quell'amore. Decisi di metterne un pezzetto in ogni albero e gli alberi ricambiarono il mio amore e diventai una cosa sola con loro, ma l'amore non si fermò, anzi crebbe ancora di più. Ne misi un pezzetto in ogni fiore, nell'erba, nella terra, ricevetti in cambio il loro amore e diventammo una cosa sola. Il mio amore crebbe ancora di più fino a estendersi a tutti gli animali del mondo che risposero ricambiando il mio amore e diventammo una cosa sola. Ma il mio amore continuò a crescere sempre di più. Ne misi un pezzetto in ogni cristallo, in ogni sasso, nella polvere, nei metalli e tutto mi amò e diventai una cosa sola con la Terra. Quindi decisi di mettere il mio amore nell'acqua, negli oceani, nei fiumi, nella pioggia, nella neve. L'acqua mi ricambiò e diventammo una cosa sola. Ma il mio amore cresceva ancora. Decisi di darlo all'aria, al vento. Sentivo una forte comunione con la terra, con il vento, gli oceani, la natura e il mio amore cresceva sempre più. Guardai il cielo, il Sole e le stelle e misi un pezzetto d'amore in ciascuna stella, nella Luna e nel Sole e il mio amore continuò a crescere. Ne misi un pezzetto in ogni essere umano e diventai una cosa sola con tutta l'umanità. Dovunque vada, chiunque incontri, mi vedo riflesso nei loro occhi, perché sono parte di ogni cosa, perché amo."

In quel momento il vecchio si apre il petto, tira fuori il cuore che contiene una bellissima fiamma e mette quella fiamma nel vostro petto.

Ora il suo amore cresce dentro di voi. Ora siete una cosa sola con il vento, l'acqua e le stelle, con la natura, con gli animali e con tutti gli esseri umani. Sentite il calore e la luce che emanano dalla fiamma che avete nel cuore. Dalla vostra testa irradia una luce di vari colori.

Splendenti d'amore, pregate:

"Grazie, Creatore dell'Universo, per la vita che mi hai donato. Grazie per avermi dato tutto ciò di cui avevo davvero bisogno. Grazie per l'opportunità di sperimentare questo bellissimo corpo e questa mente meravigliosa. Grazie per vivere dentro di me con tutto il tuo amore, con tutto il tuo spirito puro e illimitato, con la tua luce calda e radiosa. Grazie per usare le mie parole, i miei occhi e il mio cuore per portare il tuo amore dovunque io vada. Ti amo così come sei e poiché sono una tua creatura, amo anche me stesso così come sono. Aiutami a mantenere nel cuore l'amore e la pace e a rendere l'amore un nuovo modo di vivere. Che io possa amare per il resto della mia vita. Amen."


- da "I Quattro Accordi" di don Miguel Ruiz -


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