domenica 11 dicembre 2016

L'Amore divino che danza da un cuore all'altro (Yogananda)



Ho cercato l'amore in molte vite. Ho versato lacrime amare di separazione e di pentimento per capire che cosa sia l'amore. Ho sacrificato ogni cosa, gli attaccamenti e le illusioni, per imparare, alla fine, che amo soltanto l'Amore, soltanto Dio. Allora ho bevuto l'amore da tutti i cuori sinceri. E ho visto che egli è l'unico cosmico amante, l'unica fragranza che permea nel giardino della vita tutti i variopinti fiori dell'amore.

Molte anime, ansiose e impotenti, si domandano perché mai l'amore voli da un cuore all'altro: le anime risvegliate sanno che il cuore non è incostante quando ama persone diverse, perché è l'amore per l'unico Dio-Amore, che è presente in tutti i cuori.

Il Signore ti sussurra sempre silenziosamente:

Io sono l'Amore. Ma, per fare l'esperienza del dono dell'amore, ho diviso me stesso in tre: l'amore, colui che ama e colui che è amato. Il mio amore è bello, puro, eternamente felice e io lo assaporo in molti modi e in molte forme.

Come padre, bevo riverente amore dalla sorgente del cuore di mio figlio. Come madre, bevo il nettare dell'amore incondizionato dalla coppa dell'anima del bambino. Come bambino, assorbo l'amore protettivo della giusta razionalità paterna. Come neonato, bevo l'amore senza limiti dal sacro Graal della magia materna. Come padrone bevo l'amore comprensivo dalla coppa della sollecitudine del servo. Come servo, sorseggio rispettoso amore dalla coppa dell'apprezzamento del padrone. Come Guru, gusto l'amore purissimo dal calice dell'assoluta devozione del discepolo. Come amico bevo dalle fontane spumeggianti dell'amore spontaneo. Come amico divino, bevo a grandi sorsi le acque cristalline dell'amore cosmico, dalla riserva dei cuori che adorano Dio.

Amo l'amore soltanto, ma mi lascio illudere quando, come padre o come madre, curo e amo solo il mio bambino; quando, come amante, mi prendo cura solo dell'amato, quando, come servo, vivo solo per il padrone. Ma poiché amo soltanto l'amore, spezzo infine l'illusione della miriade dei miei sé umani. Per questa ragione conduco il padre nelle regioni astrali, quando dimentica che è il mio amore, e non il suo, a proteggere il figlio. E strappo il bambino dalle braccia della mamma, perché lei possa capire che è il mio amore che adorava in lui. E rapisco l'amata all'innamorato che crede di amare lei, invece del mio amore che risponde in lei.

Così il mio amore gioca a nascondino in ogni cuore umano, affinché tutti possano imparare a scoprire e adorare non i temporanei involucri umani del mio amore, ma il mio amore stesso, che danza da un cuore all'altro.

Gli esseri umani si tormentano l'un l'altro dicendo: "Ama solo me", e così io raffreddo le loro labbra e le sigillo per sempre, affinché non pronuncino più questa menzogna. Poiché sono tutti miei figli, voglio che imparino a pronunciare la verità: "Ama l'unico Amore in tutti". E' una falsità dire a un altro: "Ti amo", finché non si comprende la verità: "Dio, quale amore, in me, ama il suo amore in te".

La luna ride dei milioni di innamorati che, inconsapevolmente, hanno mentito ai loro amati dicendo: "Ti amerò per sempre". Le loro ossa sono sparpagliate sulle sabbie dell'eternità spazzate dal vento. Essi non possono più usare il loro respiro per dire: "Ti amo". Non possono né ricordare né mantenere la promessa di amarsi per sempre.

Senza dire una parola, io ti ho sempre amato. Io solo posso veramente dire: "Ti amo", perché ti amavo prima che tu nascessi, il mio amore ti dà la vita e ti sostiene anche in questo momento; io solo potrò amarti quando i cancelli della morte ti imprigioneranno là dove nessuno, neanche il tuo più grande amore umano, potrà raggiungerti.

Io sono l'amore che fa danzare le marionette umane sui fili delle emozioni e degli istinti, per recitare il dramma dell'amore sul palcoscenico della vita. Il mio amore è meraviglioso e infinitamente dolce, quando amate soltanto l'amore; ma la fune di salvataggio della vostra pace e della vostra gioia si spezzerà, se vi lascerete irretire dalle emozioni umane e dagli attaccamenti. Figli miei, cercate di capire che desiderate veramente soltanto il mio amore.

Coloro che mi amano solo come persona, o che mi amano imperfettamente in una sola persona, non sanno che cosa sia l'amore. Sanno che cosa è l'amore solo coloro che mi amano saggiamente, perfettamente, completamente, con totale abbandono, coloro che mi amano perfettamente e ugualmente in tutti e che mi amano perfettamente e ugualmente come tutti.


- da "Il Divino Romanzo" di Paramahansa Yogananda -



http://www.centrostudikriyayoga.eu/CSKY/Yogananda/discorsi-articoli/Dellamore.html



venerdì 18 novembre 2016

Cammina senza piedi, vola senza ali, pensa senza mente (Osho)



Tu hai detto: “Cammina senza piedi, vola senza ali, pensa senza mente”. Anche se per vite intere ho vissuto a testa in giù, non riesco a camminare senza piedi. Come mai?


Potrai continuare a vivere a testa in giù per molte altre vite... non ci riuscirai mai. Non è di questo che hai bisogno per camminare senza piedi. È irrilevante; anzi, non c’entra affatto. Non c’è alcun bisogno di equilibrismi inutili per camminare senza piedi e volare senza le ali. Anzi, così facendo, non riuscirai neppure a muovere un passo con i piedi; figuriamoci senza! Stando a testa in giù, non sarai in gradi di camminare affatto. Sarai un uomo morto, non sarai affatto vivo.

Quando dico di camminare senza piedi, cosa sto dicendo? Innanzitutto dico questo: impara a camminare con i piedi, e poi fai estrema attenzione alla tua interiorità, osserva, sii consapevole. Crea una coscienza luminosa. Osserva chi cammina, quando stai camminando. Stai davvero camminando? Sei arrivato in India dall’Inghilterra o dal Giappone: qualcosa dentro di te si è veramente mosso? Tu non hai camminato. Il corpo è stato trasportato sin qui dal Giappone, ma la tua consapevolezza è la stessa.

Un tempo eri un bambino; ora sei un giovanotto, oppure un adulto, hai compiuto un lungo percorso: ma sei davvero cambiato? Nella profondità del tuo essere non sei cambiato affatto; non c’è stato viaggio alcuno. Nel centro più intimo del tuo essere sei esattamente lo stesso.

Se osservi mentre cammini, saprai che non esiste alcun “camminare”. Se osservi mentre pensi, ti accorgerai che non esiste alcun “pensare”. Se osservi mentre parli, vedrai che non esiste alcun “parlare”. L’essenza più intima del tuo essere rimane intatta, è intoccabile. È un fiore di loto sull’acqua: rimane nell’acqua ma non ne è toccato.

È la conoscenza di quel testimone ciò che io intendo...

PENSA SENZA MENTE
VOLA SENZA ALI
CAMMINA SENZA PIEDI

Non vi sto insegnando trucchi da circo equestre, come volare, o fare equilibrismi sulla testa.

Il manager di un circo intervista alcune persone da assumere. Alla fine della giornata ne ha prese poche e mandate via tantissime, annoiandosi a morte con i loro trucchetti. Mentre si prepara a lasciare l’ufficio, entra un tale che dice: «Mi piacerebbe lavorare nel suo circo».
Senza degnarlo di un’occhiata, il manager chiede: «E tu cosa sai fare?».
«Posso volare come un uccello...» risponde l’altro.
«Mi spiace, ma non ci servi, e comunque tutti i posti sono già stati presi» lo interrompe il manager categorico.
«Va be’, pazienza» commenta l’uomo deluso... e vola fuori dalla finestra.

No, non vi sto insegnando questo tipo di trucchi. Dovete abbandonare i trucchi: e questi sono tutti trucchi! La gente ne rimane affascinata, perché l’ego si sente gratificato quando è in grado di fare qualcosa che nessun altro sa fare: se riusciste a camminare senza piedi, a volare senza ali, ne sareste felici, pur non avendo realizzato alcunché! Qualsiasi stupido uccello già vola, cosa pensate di aver realizzato? Non esiste alcuna realizzazione in cose simili.

È accaduto: un signore altero e arrogante si presentò da Ramakrishna, dicendo: «Sai che sono capace di camminare sull’acqua?». Erano seduti sulla riva del Gange a Dakshineswar. Ramakrishna scoppiò in una risata – era un uomo davvero innocente – e ribatté: «Sei capace di camminare sull’acqua?».
«Sì» confermò l’altro.
E Ramakrishna: «Quanti anni ti ci sono voluti per imparare questo trucco?».
«Diciotto» fu la risposta.
«Che sciocco,» disse Ramakrishna ridendo «diciotto anni?! Quando io voglio attraversare il fiume, pago due lire. E per qualcosa che vale due lire... diciotto anni?! Non ho mai incontrato uno sciocco come te. Hai sprecato la tua vita! Io uso semplicemente il traghetto. Non c’è bisogno...!»

Ma queste cose attraggono; la mente è molto attratta dagli eventi miracolosi che vi possono accadere. E i miracoli accadono continuamente, ma voi non li vedete; respirate, siete vivi, amate, vedete i raggi del sole, il mondo è un’assoluta benedizione. Accadono miracoli a ogni istante! Ma voi vorreste volare come uno stupido uccello, e a quel punto vi sentireste orgogliosi di essere diventati grandi yogi o chissà cos’altro.

Ricorda: sii ordinario; non cercare di essere speciale in alcun modo, altrimenti ti muoverai nella direzione sbagliata. Essere speciali significa essere egoici, e l’ego è l’unico problema. Non ne esistono altri. Dimenticati di essere speciale. Sii semplicemente ordinario; e nell’esserlo vi è una gioia infinita. Sii semplicemente umano.

Ed essendo ordinario arriverai a conoscere. Conoscerai l’arte del camminare senza piedi e volare senza ali. Quell’arte significa solo questo: «Io non sono colui che fa. Mi sono rilassato. Ora è Dio a camminare in me. È Dio che parla in me, è Dio che ama attraverso di me, io sono una canna di bambù. La mia vita è priva di mete particolari, la sua meta è la mia. E se egli non ha meta, io sono perfettamente felice senza mete. Fluisco con il fiume; ovunque mi porti, quella è la mia casa, se porta da qualche parte. E se non porta in alcun luogo, allora quella sarà la mia casa».

Questo è il rilassamento. E rilassarsi nella realtà significa conseguire, essere illuminati. L’illuminazione è un lasciarsi andare totalmente.


– da “Orme sulle rive dell’ignoto” di Osho




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