martedì 28 agosto 2012

Dissolvere l'inconsapevolezza con la presenza nell'Adesso



LA PERDITA DELL’ADESSO: L’ILLUSIONE FONDAMENTALE

Anche se io accetto totalmente che in definitiva il tempo sia un’illusione, quale differenza può fare nella mia vita? Devo comunque vivere in un mondo che è completamente dominato dal tempo.

Essere d’accordo sul piano intellettivo è una credenza come tante e non farà grande differenza nella vita. Per realizzare questa verità bisogna viverla. Quando ogni cellula del corpo è presente al punto di sentirsi vibrante di vita, e quando voi potete percepire questa vita in ogni momento come gioia dell’Essere, allora potete dire di essere liberi dal tempo.


Ma devo ugualmente pagare le bollette domani, e devo ugualmente invecchiare e morire come chiunque altro. Allora come posso mai dire di essere libero dal tempo?

Le bollette di domani non sono un problema. Il dissolvimento del corpo fisico non è un problema. La perdita dell’Adesso è il problema, o meglio: è l’illusione fondamentale che trasforma una semplice emozione o un evento in un problema personale e in sofferenza. La perdita dell’Adesso è la perdita dell’Essere.

Essere liberi dal tempo significa essere liberi dal bisogno psicologico del passato per ricavarne la propria identità e del futuro per ricavarne il proprio appagamento. Rappresenta la trasformazione di consapevolezza più profonda che si possa immaginare. In certi rari casi questo mutamento di consapevolezza avviene in modo spettacolare e radicale, una volta per sempre. Quando è così, di solito si verifica un abbandono totale nel mezzo di un’intensa sofferenza. Quasi tutti voi, però, dovete sforzarvi per raggiungerlo.

Quando avete colto i primi bagliori dello stato di consapevolezza senza tempo, cominciate a spostarvi avanti e indietro fra le dimensioni del tempo e della presenza. Da principio diventate consapevoli di quanto raramente la vostra attenzione è davvero nell’Adesso. Ma sapere di non essere presenti è un grande successo: quel sapere è presenza, anche se inizialmente dura appena per un paio di secondi di tempo orario prima di andare nuovamente perduto. Poi, con frequenza crescente, voi scegliete di concentrare la vostra consapevolezza sul momento presente anziché sul passato o sul futuro, e quando vi rendete conto che avevate perduto l’Adesso siete in grado di rimanervi non soltanto per un paio di secondi ma per periodi più lunghi se percepiti dal punto di vista esteriore del tempo orario. Allora prima di consolidarvi nello stato di presenza, vale a dire prima di essere pienamente consapevoli, vi spostate avanti e indietro per un certo tempo fra la consapevolezza e l’inconsapevolezza, fra lo stato di presenza e lo stato di identificazione con la mente. Perdete l’Adesso e vi ritornate, ripetutamente. Alla fine la presenza diventa il vostro stato predominante.

Per la maggior parte delle persone la presenza non viene mai percepita oppure lo è soltanto accidentalmente e brevemente in rare occasioni senza essere riconosciuta per ciò che è. Quasi tutti gli esseri umani presentano un’alternanza non fra consapevolezza e inconsapevolezza ma soltanto fra livelli diversi di inconsapevolezza.



INCONSAPEVOLEZZA ORDINARIA E INCONSAPEVOLEZZA PROFONDA

Che cosa intendi per livelli diversi di inconsapevolezza?

Come è noto, nel sonno passiamo continuamente tra fasi di sonno senza sogni e fasi oniriche. Analogamente, allo stato di veglia quasi tutti voi oscillate fra l’inconsapevolezza ordinaria e l’inconsapevolezza profonda. Ciò che chiamo inconsapevolezza ordinaria è l’identificarsi con i propri processi di pensiero e le proprie emozioni, reazioni, desideri e avversioni. È lo stato normale della maggior parte di voi. In tale stato siete gestiti dalla mente egoica e siete inconsapevoli dell’Essere. È uno stato non di dolore acuto o di infelicità ma di un basso livello quasi continuo di disagio, malcontento, noia o nervosismo, una sorta di rumore di fondo. Potete non rendervene conto perché fa parte della vita “normale”, così come non vi rendete conto di un basso rumore di fondo quale può essere il ronzio di un condizionatore d’aria, fino a quando non si ferma. Quando effettivamente si ferma, vi è un senso di sollievo. Molte persone utilizzano alcol, droghe, sesso, cibo, lavoro, televisione o perfino il fare acquisti come anestetici in un tentativo inconsapevole di eliminare questo disagio di fondo. Quando ciò avviene, un’attività che potrebbe essere molto piacevole se svolta con moderazione si permea di una situazione di compulsione o di dipendenza e tutto ciò che se ne trae è un sollievo dei sintomi di brevissima durata.

Il disagio dell’inconsapevolezza ordinaria si trasforma nel dolore dell’inconsapevolezza profonda (uno stato di sofferenza o infelicità più acute o più evidenti) quando le cose “vanno storte”, quando l’ego è minacciato o vi sono un pericolo o una perdita, reali o immaginari, nella situazione di vita oppure un conflitto in un rapporto personale. È una versione rafforzata dell’inconsapevolezza ordinaria, diversa da questa non per tipologia ma per intensità.

Nell’inconsapevolezza ordinaria, la resistenza abituale o la negazione di ciò che esiste crea il disagio e il malcontento che quasi tutti accettano come vita normale. Quando questa resistenza si intensifica per via di qualche minaccia o pericolo per l’ego, apporta un’intensa negatività come, per esempio, collera, paura acuta, aggressività, depressione e così via. L’inconsapevolezza profonda spesso significa che è stato innescato il corpo di dolore e che voi vi siete identificati con quest’ultimo. La violenza fisica sarebbe impossibile senza l’inconsapevolezza profonda. Può anche avvenire facilmente quando e dove una folla di persone o perfino un’intera nazione generano un campo di energia negativa.

Il miglior indicatore del vostro livello di consapevolezza è dato da come affrontate le situazioni minacciose della vita quando si presentano. Attraverso queste situazioni, una persona già inconsapevole tende a diventarlo ancora più in profondità, e una persona consapevole tende a diventare più intensamente consapevole. Potete utilizzare una situazione minacciosa per risvegliarvi oppure potete lasciare che vi trascini in un sonno ancora più profondo. Il sogno dell’inconsapevolezza ordinaria allora si trasforma in un incubo.

Se non riuscite a essere presenti nemmeno in circostanze normali, come quando state seduti da soli in una stanza, passeggiate nei boschi o ascoltate qualcuno, certamente non sarete in grado di rimanere consapevoli quando qualcosa “va storto” o vi trovate ad affrontare persone o situazioni difficili, caratterizzate da perdita o minaccia di perdita. Sarete sopraffatti da una reazione, che in definitiva è sempre qualche forma di paura, e verrete trascinati nell’inconsapevolezza profonda. Queste situazioni minacciose sono le vostre prove. Soltanto il modo in cui le affrontate dimostrerà a voi e agli altri a che punto siete per ciò che riguarda il vostro stato di consapevolezza, e non quanto a lungo sapete stare seduti con gli occhi chiusi o quali visioni percepite.

Pertanto è essenziale apportare maggiore consapevolezza nella vostra vita in situazioni ordinarie in cui tutto procede con relativa tranquillità. In questo modo acquisite maggiore intensità di presenza. Questo genera in voi e attorno a voi un campo energetico di elevata frequenza di vibrazione. Nessuna inconsapevolezza, nessuna negatività, nessuna discordia o violenza possono entrare in questo campo e sopravvivere, così come il buio non può sopravvivere in presenza della luce.

Quando imparate a essere testimoni dei vostri pensieri ed emozioni, il che è una parte essenziale dell’essere presenti, potete restate sorpresi quando per la prima volta vi rendete conto del “rumore” di fondo dell’inconsapevolezza ordinaria e capite quanto di rado, o mai, siete veramente a vostro agio con voi stessi. A livello del pensiero incontrerete molta resistenza sotto forma di giudizi, malcontento e proiezione mentale lontano dall’Adesso. A livello emozionale vi sarà una corrente sotterranea di disagio, tensione, noia o nervosismo. Entrambi sono aspetti della mente nella sua modalità abituale di resistenza.

[...]

Come possiamo eliminare la negatività, secondo quanto suggerisci tu?

Lasciandola cadere. Come lasciate cadere un pezzo di carbone ardente che tenete in mano? Come lasciate cadere qualche bagaglio pesante e inutile che state portando? Riconoscendo che non volete più soffrire questo dolore o portare questo fardello e quindi lasciandolo andare.

L’inconsapevolezza profonda, come il corpo di dolore o un altro dolore profondo come la perdita di una persona cara, di solito deve essere trasformata attraverso l’accettazione, unita alla luce della vostra presenza, della vostra attenzione costante. Molti schemi dell’inconsapevolezza ordinaria, d’altronde, possono essere semplicemente lasciati cadere quando sapete che non li volete più e non ne avete più bisogno, quando capite di avere una scelta, di non essere soltanto un fascio di riflessi condizionati. Tutto ciò implica che siete in grado di accedere alla potenza dell’Adesso. Senza questo, non avete scelta.



– da “Il potere di Adesso” di Eckhart Tolle



sabato 18 agosto 2012

La vita intera è uno yoga



Sri Aurobindo afferma, da qualche parte, che la vita intera è uno yoga. Ed è così: ogni cosa può diventare una meditazione. E a meno che ogni cosa non diventi una meditazione, quest’ultima non ti è accaduta. La meditazione non può essere una parte, un frammento: o è, e in tal caso sei completamente in essa, oppure non è. Non puoi rendere meditativa una parte della tua vita. È impossibile, ma è ciò che si sta cercando di fare ovunque.

Tu hai la possibilità di diventare meditativo, non una parte di te. Quest’ultima ipotesi è impossibile, perché la meditazione è una qualità del tuo essere. È come il respiro: qualunque cosa tu stia facendo, continui a respirare. A prescindere da ciò che stai facendo – camminare, stare seduto, stare sdraiato, dormire – continui a respirare. Non puoi organizzare le cose in modo tale che a volte respiri e a volte no. È qualcosa di continuo.

La meditazione è un respiro interiore, e quando dico “respiro interiore”, lo intendo letteralmente: non si tratta di una metafora. Allo stesso modo con cui respiri l’aria, puoi respirare la consapevolezza; e quando hai cominciato a inspirare ed espirare consapevolezza, non sei più solo un corpo fisico. Con quel respiro più elevato – un respiro della consapevolezza, della vita per ciò che è – entri in un altro reame, in un’altra dimensione. Quella dimensione è metafisica.

Il respiro è fisico, la meditazione è metafisica. Per questo non puoi rendere meditativa una parte della tua vita. Non puoi meditare al mattino e poi dimenticartene. Non puoi andare al tempio o in chiesa a meditare, e poi uscire dalla meditazione non appena esci dal tempio. Non è possibile, e se ci provi starai tentando di fare qualcosa di falso. Puoi entrare e uscire da una chiesa, ma non puoi entrare e uscire dalla meditazione. Quando entri, sei entrato. Adesso, ovunque tu vada, sarai meditazione. È una delle regole essenziali, fondamentali, che vanno sempre ricordate.

Secondo: puoi entrare in meditazione da qualsiasi punto, perché tutta la vita è in profonda meditazione. Le colline stanno meditando, le stelle stanno meditando, i fiori, gli alberi e gli elementi stanno meditando, la Terra stessa è in meditazione.

Tutta la vita sta meditando, e puoi entrare in essa da qualsiasi punto: ogni cosa può diventare un ingresso. Ecco perché esistono tante tecniche e tante religioni; ecco perché una religione non riesce a capirne un’altra: perché gli accessi sono diversi. E qualche volta ci sono religioni che non sono nemmeno conosciute con quel nome. Non riconoscerai come religiose certe persone, perché il loro punto di accesso è troppo diverso.

Per esempio, un poeta: egli può entrare in meditazione senza andare da nessun insegnante, in nessun tempio, senza essere in alcun modo una cosiddetta persona religiosa. La sua poesia e la sua creatività possono diventare un accesso: egli può entrare per loro tramite. Oppure, un vasaio può entrare in meditazione semplicemente creando vasi di terracotta. L’arte stessa diventa un ingresso. Anche un arciere può entrare in meditazione tramite il tiro con l’arco, oppure un giardiniere; chiunque può entrare da qualsiasi punto. Qualunque cosa sei in grado di fare può diventare una soglia. Se la qualità della consapevolezza cambia mentre stai facendo qualcosa, diventa una tecnica. Per cui esistono tante tecniche quante ne puoi immaginare. Qualsiasi azione può diventare una soglia. La cosa fondamentale non è l’azione, la tecnica, la via, il metodo, ma la qualità di consapevolezza che porti nell’azione.

Kabir, uno dei più grandi mistici indiani, era un tessitore, e tale rimase anche quando si realizzò. Aveva migliaia e migliaia di discepoli che gli dicevano: “Smettila di tessere. Non ne hai bisogno. Siamo qui noi, e ti serviremo in ogni modo”.

Kabir rispondeva ridendo: “Il mio tessere non è semplicemente un tessere. Il produrre vestiti è l’azione esteriore; contemporaneamente, dentro di me, accade qualcosa che non potete vedere. Questa è la mia meditazione”. Come può un tessitore essere un meditatore mentre lavora al telaio? Se la qualità mentale che porti nella tessitura è meditativa, ciò che fai non ha importanza.

Un altro mistico era un vasaio: il suo nome era Gora. Produceva vasi di terracotta, danzando e cantando durante la creazione. Mentre creava un vaso sulla ruota, man mano che questo si centrava sulla ruota, anche lui si centrava in se stesso. Solo una cosa era visibile: la ruota che girava, il vaso di terracotta che nasceva e lui che lo teneva centrato; avresti scorto solo una “centratura”. Ma contemporaneamente ne accadeva un’altra: anche lui si stava centrando. Mentre centrava il vaso, aiutandolo a nascere, anche lui stava emergendo nel mondo invisibile della consapevolezza interiore. Quando il vaso era finito, non era quello il vero oggetto del suo lavoro: stava anche creando se stesso.

Qualsiasi azione può diventare meditativa, e una volta che sai in che modo un’azione lo diventa, puoi trasformare tutte le tue azioni in una meditazione. A quel punto la vita intera diventa uno yoga. Camminare per strada, lavorare in ufficio oppure stare semplicemente seduto senza fare nulla – oziare o qualsiasi altra cosa – può diventare una meditazione. Per cui, ricorda: la meditazione non appartiene all’azione, ma alla qualità che porti in essa.


– da “I segreti del Tantra” di Osho



mercoledì 8 agosto 2012

Felicità - Hermann Hesse



Felicità


Fin quando dai la caccia alla felicità,
non sei maturo per essere felice,
anche se quello che più ami è già tuo.

Fin quando ti lamenti del perduto
ed hai solo mete e nessuna quiete,
non conosci ancora cos'è pace.

Solo quando rinunci ad ogni desiderio
e non conosci né meta né brama
e non chiami per nome la felicità,

Allora le onde dell'accadere non ti raggiungono più
e il tuo cuore e la tua anima hanno pace.


- Hermann Hesse -



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