lunedì 4 gennaio 2010

Il silenzio interiore è il punto da cui nasce ogni cosa


Il silenzio interiore - Carlos Castaneda

Don Juan definiva il silenzio interiore come uno stato peculiare dell'essere in cui tutti i pensieri vengono cancellati e in cui si vive a un livello diverso da quello della consapevolezza quotidiana. Il silenzio interiore significa sospensione del dialogo interiore, il compagno sempre presente dei nostri pensieri, ed è quindi una condizione di completa pace.

Gli antichi sciamani lo chiamavano silenzo interiore perché è uno stato in cui la percezione non dipende dai sensi, ma da un'altra facoltà dell'uomo, la facoltà che lo rende un essere magico e che è stata depotenziata non dall'uomo stesso, ma da qualche influenza estranea.

DON JUAN:
«Nello sciamanismo, il silenzio interiore è il punto da cui nasce ogni cosa. In altre parole, tutto ciò che facciamo ci guida verso tale stato che, come sempre accade nel mondo degli sciamani, non emerge se non veniamo scossi da qualcosa di gigantesco.» mi spiegò.

Aggiunse poi che gli sciamani dell'antico Messico erano soliti elaborare un'infinità di sistemi per scuotere se stessi o i loro colleghi, fin nelle fondamenta, per raggiungere la condizione tanto ambita del silenzio interiore. Essi ritenevano che i gesti più disparati, apparentemente lontani da tale obiettivo, come per esempio saltare in una cascata o passare la notte appesi a testa in giù sul ramo più alto di un albero, fossero i punti chiave per realizzarlo.

Basandosi sulle spiegazioni di questi sciamani, don Juan dichiarò con estrema sicurezza che il silenzio interiore viene accumulato. Nel mio caso, si sforzò di guidarmi a costruire un nucleo di silenzio interiore nella profondità del mio essere, che avrei poi fatto crescere, istante dopo istante, ogni volta che lo praticavo. Mi spiegò che gli sciamani avevano scoperto che ogni singolo individuo possiede una soglia diversa di silenzio interiore per quanto riguarda il tempo: ciò significava che il silenzio interiore prima di poter funzionare, dev'essere mantenuto da ciascuno di noi per tutto il tempo necessario a varcare tale soglia. (...)

DON JUAN:
«Il silenzio interiore inizia ad agire nell'attimo stesso in cui cominci ad accumularlo. Gli antichi sciamani volevano ottenere il risultato supremo, il raggiungimento cioè di quella soglia individuale di silenzio. (...) E tale risultato era ciò che gli antichi sciamani chiamavano fermare il mondo, l'attimo in cui tutto ciò che ci circonda cessa di essere ciò che è sempre stato. Questo è il momento in cui gli sciamani ritornano alla loro vera essenza. La definivano anche libertà totale. In quell'istante l'uomo-schiavo diventa l'uomo-essere-libero, con capacità percettive che sfidano il nostro pensiero lineare.»


- da "Il lato attivo dell'infinito" -


1 commento:

Andrea Scarsi ha detto...

Dopo essermi letto tutto Castaneda in giovane età e aver goduto della sua poesia mistica, ho capito cosa intendeva e unito il suo linguaggio all'esperienza che comunicava, praticando la meditazione. È stato Osho a farmi entrare nel silenzio interiore e fermare il mondo. È stayo bello leggere il tuo post, mi ha riunito col me di quel tempo. Love. Andrea

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