mercoledì 19 dicembre 2012

I diversi tipi di influenze - Gurdjieff



New York, 24 febbraio 1924


L’uomo è soggetto a numerose influenze, che si possono suddividere in due categorie: quelle dovute a cause fisiche e chimiche, e quelle di origine associativa, dovute al nostro condizionamento.
Le influenze fisico-chimiche sono di natura materiale, e provengono dalla combinazione di due sostanze che, fondendosi, producono qualcosa di nuovo. Queste influenze si formano indipendentemente da noi. Esse agiscono dall’esterno.
Per esempio, le emanazioni di una persona possono combinarsi con le mie: la miscela dà origine a qualcosa di nuovo. Questo vale per le emanazioni esteriori; ma la stessa cosa succede all’interno dell’uomo.
Forse avrete notato che, quando una persona vi sta seduta accanto, potete sentirvi a vostro agio, oppure a disagio. Quando non c’è accordo, ci sentiamo a disagio.
Ogni uomo ha diverse specie di emanazioni, ciascuna con le proprie leggi e suscettibile di molte combinazioni.
Le emanazioni di un centro formano varie combinazioni con le emanazioni di un altro centro. Queste sono combinazioni chimiche. Le emanazioni variano persino in conseguenza del fatto che io abbia bevuto il tè oppure il caffè.
Le influenze associative sono completamente diverse. Se qualcuno mi urta, oppure piange, l’effetto su di me è meccanico. Questi fatti mi richiamano dei ricordi, e questi ricordi o associazioni richiamano altre associazioni, e così via. A causa di questo shock, i miei sentimenti, i miei pensieri cambiano. Tale processo non è chimico, ma meccanico.
Questi due tipi di influenze provengono da realtà che ci sono vicine. Ma ci sono anche altre influenze, che vengono da fonti vaste come la Terra, i pianeti, il Sole, dove operano leggi di un altro ordine. Tuttavia, se siamo totalmente soggetti all’influenza delle piccole cose, parecchie influenze di queste grandi entità non ci possono raggiungere.

Parliamo innanzitutto delle influenze fisico-chimiche. Ho già detto che l’uomo ha parecchi centri. Ho parlato della vettura, del cavallo e del cocchiere, e anche delle stanghe, delle redini e dell’etere. Ogni cosa ha le proprie emanazioni e la propria atmosfera. Ogni atmosfera ha una natura particolare, perché ogni atmosfera ha un’origine diversa, delle proprietà diverse e un contenuto diverso. Esse si assomigliano, ma le vibrazioni delle loro materie sono diverse.
La vettura, il nostro corpo, ha un’atmosfera con delle proprietà speciali.
Anche i miei sentimenti producono un’atmosfera, le cui emanazioni possono propagarsi a grande distanza.
Quando penso in modo associativo, ne risultano delle emanazioni di un terzo tipo.
Quando il posto vuoto nella vettura è occupato da un passeggero, le emanazioni sono ancora diverse, e si differenziano dalle emanazioni del cocchiere. Il passeggero non è uno zoticone: egli pensa alla filosofia, e non al whisky.
Così, ogni uomo può avere quattro tipi di emanazioni, ma non necessariamente deve averle tutte. Può avere più emanazioni di un tipo e meno di un altro tipo. Sotto questo aspetto, gli uomini sono diversi, e uno stesso uomo può essere diverso secondo i momenti. Io ho bevuto un caffè e lui no: l’atmosfera è differente. Io fumo e la signora sospira.
C’è sempre interazione, talvolta nociva e talvolta benefica per me. A ogni istante sono questo o quello, e intorno a me le cose stanno così o cosà. E cambiano anche le influenze dentro di me. Io non posso cambiare nulla. Sono uno schiavo. Queste influenze le definisco fisico-chimiche.

Le influenze associative sono del tutto differenti. Prendiamo innanzitutto le influenze associative esercitate su di me dalla “forma”. La forma mi influenza. Sono abituato a vedere una forma particolare: quando è assente, ho paura. La forma dà lo shock iniziale alle mie associazioni. Anche la bellezza è “forma”. In realtà, noi non siamo in grado di vedere la forma così com’è, ma ne vediamo soltanto un’immagine.
La seconda di queste influenze associative è rappresentata dai miei sentimenti, dalle mie simpatie e antipatie. I vostri sentimenti mi toccano e i miei reagiscono di conseguenza. Qualche volta è tutto il contrario, dipende dalle combinazioni. O siete voi a influenzare me, o sono io a influenzare voi. Questa influenza può essere chiamata “relazione”.
La terza di queste influenze associative si può chiamare “persuasione” o “suggestione”. Per esempio, un uomo che persuade un altro con delle parole. Qualcuno persuade voi, voi persuadete qualcun altro. Tutti persuadono e tutti suggestionano.
La quarta di queste influenze associative consiste nella superiorità di un uomo su un altro uomo. In questo caso, è possibile che non ci siano influenze della forma o del sentimento. Voi prendete atto che una certa persona è più intelligente, più ricca, capace di parlare di determinate cose; insomma, ha qualcosa di speciale, una specie di autorità. Questo vi tocca perché va al di là dei vostri limiti, e succede anche senza che inten1engano i sentimenti.
Quindi ci sono otto tipi di influenze. La metà sono fisico-chimiche, l’altra metà associative.
Inoltre esistono delle altre influenze che ci toccano molto profondamente. Ogni momento della nostra vita, ogni sentimento, ogni pensiero riceve una colorazione dalle influenze planetarie. E ancora una volta siamo degli schiavi.
Mi soffermerò molto brevemente su questo aspetto, e poi riprenderò il tema principale. Non dimenticate le cose di cui abbiamo parlato. La maggior parte della gente non ha continuità nei pensieri, e continuamente perde di vista il soggetto.

La Terra e tutti gli altri pianeti sono in perpetuo movimento, ciascuno a velocità differente. Talvolta si avvicinano e talvolta si allontanano. Per questo motivo, le loro interazioni si rafforzano, si indeboliscono oppure cessano del tutto. Per il momento ci basti sapere che le influenze planetarie sulla Terra si alternano: ora agisce un pianeta, ora un altro, ora un terzo, e così via. Un giorno studieremo separatamente l’influenza di ogni pianeta, ma oggi, per darvene un’idea generale, li consideriamo nella loro totalità.
Schematicamente, possiamo descrivere queste influenze nel modo seguente. Immaginiamo una grande ruota sospesa sopra la Terra, con sette o nove proiettori a luce colorata fissati sul bordo. La ruota gira, e a turno la luce dei vari proiettori illumina la Terra, la quale, di conseguenza, è sempre colorata dalla luce del proiettore che la illumina nel momento considerato.
Tutti gli esseri nati sulla Terra sono colorati dalla luce che prevale al momento della loro nascita, e mantengono questa colorazione per tutta la vita. Come non c’è effetto senza causa, così non c’è causa senza effetto. E, senza alcun dubbio, i pianeti hanno un’influenza enorme, tanto sulla vita dell’umanità in generale, quanto sulla vita di ogni individuo in particolare. È un grave errore della scienza moderna non riconoscere questa influenza. Ma questa influenza non è così grande come gli “astrologi” moderni vorrebbero farci credere.
L’uomo è un prodotto dell’interazione di tre tipi di materia: una positiva (l’atmosfera della Terra); la seconda, negativa (i minerali, i metalli); infine, una terza combinazione (le influenze planetarie), che viene dall’esterno e incontra le prime due materie. Questa forza neutralizzante è quell’influenza planetaria che colora ogni nuova vita che nasce. La colorazione rimane per l’intera esistenza. Se il colore era rosso, quando questa “vita” incontrerà il rosso, si sentirà in corrispondenza con esso.
Certe combinazioni di colori hanno un effetto calmante; altre, un effetto perturbatore; ogni colore ha una particolare proprietà. È una legge, una questione di differenze chimiche. Ci sono, per così dire, delle combinazioni “simpatiche” e delle combinazioni “antipatiche”. Per esempio, il rosso stimola la collera, il blu risveglia l’amore. La combattività corrisponde al giallo. Quindi, se sono portato a collere improvvise, è un fatto dovuto all’influenza dei pianeti.
Ciò non significa che voi o io esistiamo effettivamente in questo modo, ma è una possibilità. Possono intervenire delle influenze più forti. Talvolta dall’interno agisce un’altra influenza, che vi impedisce di avvertire l’influenza esterna; in questi casi potete essere così presi da voi stessi da trovarvi per così dire, chiusi in una corazza. E questo fatto non vale soltanto per le influenze planetarie; spesso succede che altre influenze, provenienti ancor più da lontano, non riescano a raggiungervi. Più l’influenza è distante, più è debole: anche se è inviata apposta per voi, non può toccarvi, perché la vostra corazza glielo impedisce.
Più un uomo è sviluppato, più è soggetto alle influenze. Talvolta, nel tentativo di liberarci dalle influenze, per evitarne una finiamo per subirne molte altre, e così diventiamo ancora meno liberi, ancora più schiavi.

Abbiamo parlato di nove influenze.
A ogni istante, tutto ci influenza. Ogni pensiero, ogni sentimento, ogni movimento è il risultato di qualche influenza. Tutto ciò che facciamo, tutte le nostre manifestazioni sono quel che sono perché qualcosa ci influenza dall’esterno. Qualche volta questa schiavitù ci umilia, altre volte no: dipende dalle cose che ci piacciono. Noi subiamo anche parecchie influenze in comune con gli animali. Di tutte queste influenze, possiamo cercare di eliminarne una o due ma, via quelle, ne arrivano altre dieci. Tuttavia esiste un margine di scelta, ossia possiamo conservarne alcune, e liberarci di altre. È possibile liberarsi da due tipi di influenze.
Per liberarsi dalle influenze fisico-chimiche, bisogna essere passivi. Ripeto, si tratta di influenze dovute alle emanazioni dell’atmosfera del corpo, dei sentimenti, della mente e, in alcune persone, anche dell’etere. Per poter resistere a queste influenze, bisogna essere passivi. Allora si può diventare un po’ più liberi. In questo caso interviene la legge di attrazione: i simili si attraggono, ovvero, ogni cosa va dove ci sono più cose della sua stessa natura. Chi ha molto, riceve ancora di più. Chi ha poco, anche quel poco gli viene tolto.
Quando sono calmo, le mie emanazioni sono pesanti e non si disperdono; se arrivano altre emanazioni, posso assorbirle finché c’è posto. Ma se sono agitato, non ho abbastanza emanazioni perché, essendo leggere, esse si disperdono verso gli altri.
Quando mi arrivano delle emanazioni, esse occupano gli spazi vuoti, perché sono necessarie là dove c’è del vuoto.
Le emanazioni si fermano dove regna la calma, dove c’è assenza di conflitti, dove c’è dello spazio vuoto. Se non c’è posto, se tutto è già pieno, le emanazioni possono anche arrivare, ma rimbalzano indietro o passano oltre. Quando sono calmo, se ho dello spazio vuoto, posso riceverle; se sono pieno, esse non mi disturbano. Così sono tranquillo in entrambi i casi.

Per liberarsi dalle influenze del secondo tipo, cioè le influenze associative, ci vuole una lotta artificiale. In questo caso vale la legge di repulsione. Questa legge consiste nel fatto che dove c’è poco viene aggiunto molto, ossia è il contrario della prima legge. Con le influenze del secondo tipo, tutto si svolge
in conformità alla legge di repulsione.
Quindi, per liberarsi da tutte queste influenze, ci sono due princìpi diversi per i due tipi di influenze. Se volete essere liberi, dovete sapere quale principio applicare per ogni singolo caso. Se ricorrete alla “repulsione” quando ci vuole l’“attrazione”, siete perduti. Molta gente fa il contrario di ciò che è giusto. Eppure è facile fare la distinzione tra questi due tipi di influenze: si può fare sul momento.
Per quanto riguarda le altre influenze, è necessaria una grande conoscenza. Ma questi due tipi di influenze sono semplici: chiunque, prendendosi il disturbo di osservare, può riconoscere di quale influenza si tratta. Certe persone, pur sapendo che esistono queste emanazioni, non riescono a vederne le differenze. Eppure, osservandole attentamente, è facile distinguerle. È molto interessante dedicarsi a questo studio; ogni giorno si ottengono dei risultati interessanti e si acquisisce il gusto per la discriminazione. Ma è una cosa difficile da spiegare teoricamente.
È impossibile ottenere dei risultati immediati, liberandosi istantaneamente da queste influenze; ma studiarle e riconoscerle è accessibile a tutti.
Il cambiamento è una meta lontana, ed esige molto tempo e molto lavoro. Ma lo studio non prende molto tempo. E, se vi preparate bene, il momento del cambiamento sarà meno difficile, e non avrete più da perdere tempo in discriminazioni.
Lo studio del secondo tipo di influenze, le influenze associative, è più facile in pratica. Prendiamo ad esempio l’influenza che si esercita attraverso la forma. O voi influenzate me, o io influenzo voi. Ma la forma è esteriore, come i movimenti, i vestiti, la pulizia o il suo contrario, insomma tutto ciò che chiamiamo generalmente la “maschera”. Se lo capite, potete facilmente cambiarla. Supponiamo che un uomo vi gradisca vestita di nero: grazie a ciò potete influenzarlo. Ma volete cambiarvi d’abito per lui solo o per molta altra gente? Alcune lo fanno solo per lui, altre no. Talvolta un compromesso si rivela necessario.
Non prendete niente alla lettera. Dico queste cose solo a titolo d’esempio.
Per quanto concerne la seconda categoria di influenze associative, quelle che abbiamo chiamato “sentimento” e “relazione”, dovremmo sapere che l’atteggiamento degli altri nei nostri confronti dipende da noi. Se volete vivere in maniera intelligente, dovete comprendere innanzitutto che la responsabilità di quasi tutti i sentimenti che ispirate, buoni o cattivi, dipende da voi, dal vostro atteggiamento esteriore e interiore. L’atteggiamento degli altri molto spesso riflette il vostro. Voi cominciate e l’altro vi segue. Voi la amate, ella vi ama. Voi siete irritati, ella è irritata. È una legge: ricevete ciò che date.
Ma in altri casi è diverso. Qualche volta bisognerebbe amare questo e non quello. In certi casi, se voi l’amate, ella non vi amerà; ma quando smettete di amarla, ella comincerà ad amarvi. Ciò è dovuto a leggi fisico-chimiche.
Ogni cosa è il risultato di tre forze: dappertutto, c’è affermazione e negazione, catodo e anodo. L’uomo, la Terra, tutto ciò che esiste è come una calamita. La differenza sta solo nella quantità di emanazioni. Ovunque, due forze sono all’opera: una attira, l’altra respinge. Come ho appena detto, anche l’uomo è una calamita. La mano destra spinge, la mano sinistra tira, o viceversa. Certe cose hanno molte emanazioni, altre meno; ma ogni cosa attira o respinge. C’è sempre un tira e molla, o un molla e tira. Quando il vostro tira-e-molla è in armonia con quello di un altro, allora c’è amore e una giusta intesa. Ecco perché i risultati possono essere molto diversi. Secondo che vi sia o non vi sia corrispondenza quando io spingo e l’altro tira, il risultato sarà molto diverso. Talvolta entrambi molliamo nello stesso momento. Se ci si trova d’accordo, l’influenza che ne risulta è calmante. Altrimenti, è l ’inverso.
Ogni cosa dipende da un’altra. Per esempio, io non riesco a essere calmo: io spingo e lui tira. Oppure non posso essere calmo se non riesco a modificare la situazione. Ma possiamo cercare di adattarci. C’è una legge secondo la quale dopo ogni spinta c’è una pausa. Se siamo in grado di prolungarla e di non precipitarci sulla spinta successiva, noi possiamo utilizzare questa pausa. Se sappiamo restare calmi, possiamo trarre beneficio dalle vibrazioni che seguono la spinta.
Tutti possono fermarsi, perché c’è una legge secondo la quale ogni cosa si muove finché dura il suo impulso, dopodiché si ferma. Sia lui sia io possiamo fermare il movimento.
Tutto avviene in questo modo. Uno shock al cervello, e le vibrazioni si mettono in moto. Le vibrazioni si prolungano per inerzia come gli anelli sulla superficie di uno stagno in cui sia caduta una pietra. Se l’impatto è forte, passa molto tempo prima che il movimento si calmi. La stessa cosa succede alle vibrazioni del cervello. Se non do continuamente degli shock, esse si fermano, si calmano. Bisogna imparare a fermarle.
Se agisco coscientemente, l’interazione avviene coscientemente. Se agisco inconsciamente, ogni cosa è il risultato di ciò che emetto.
Io affermo una cosa; subito l’altro mi contraddice. Io dico che è nero; l’altro sa che è nero, ma ha voglia di discutere e comincia a dire che è bianco. Se deliberatamente gli do ragione, egli cambia bandiera e si mette ad affermare ciò che negava un attimo prima. Egli non può trovarsi d’accordo, perché ogni shock gli provoca la reazione opposta. Se si stanca, può darsi che finisca per darmi ragione esteriormente, ma non interiormente. Per esempio, io guardo una persona, mi piace il suo viso. Questo nuovo shock, più potente della conversazione, mi fa acconsentire esteriormente. Talvolta siete già convinti, ma continuate a discutere.
È molto interessante osservare le conversazioni altrui, a condizione di restarsene al di fuori. È molto più interessante del cinema. Talvolta due persone parlano della stessa cosa, una fa un’affermazione, l’altra non capisce ma si mette a discutere... anche se è dello stesso parere.
È tutto meccanico.
Per quanto riguarda le relazioni, la cosa può essere formulata così: le relazioni esteriori dipendono da noi. Se prendiamo le misure necessarie, abbiamo la possibilità di cambiarle.

Il terzo tipo di influenza, la suggestione, è molto potente. Tutti subiscono l’influenza della suggestione; ognuno suggestiona l’altro. Parecchie suggestioni agiscono su di noi con estrema facilità, soprattutto se ignoriamo di esservi esposti. Ma anche quando ne siamo consapevoli, la suggestione fa ugualmente il suo effetto.
Dovete capire una legge molto importante. In linea generale, in ogni momento della nostra vita, lavora un solo centro: la mente o il sentimento. Il nostro sentimento si comporta in un certo modo solo quando nessun altro centro l’osserva, quando il potere di critica è assente. Un centro in quanto tale non ha coscienza né memoria; è un pezzo di carne senza sale di tipo particolare, un organo, una certa combinazione di sostanze che ha semplicemente la particolare capacità di registrare.
Infatti, un centro è perfettamente paragonabile alla banda sensibile di un nastro da registrazione. Se gli comunico qualcosa, in seguito esso può riprodurla. È completamente meccanico, organicamente meccanico. I centri sono leggermente diversi per quanto riguarda la loro sostanza, ma le loro proprietà sono identiche.
Se dico a un centro che voi siete belli, ci crede. Se gli dico che questo è rosso, ci crede. Però non capisce: la sua comprensione è completamente soggettiva. In seguito, se gli faccio una domanda, risponde ripetendo ciò che gli ho detto. Non cambierà mai, né in cento né in mille anni. Resterà sempre lo stesso. La nostra mente in se stessa non ha capacità critica, non ha coscienza, niente. E tutti gli altri centri sono uguali.
Allora in che cosa consiste la nostra coscienza, la memoria, la capacità critica? È molto semplice: è ciò che entra in azione quando un centro ne osserva un altro, quando esso vede e sente ciò che succede nell’altro e, nel vederlo, registra tutto dentro di sé.
Esso riceve delle nuove impressioni; in seguito, se vogliamo sapere ciò che è successo in precedenza nel secondo centro, saremo in grado di saperlo cercando nel primo. La stessa cosa vale per la nostra capacità critica: un centro ne osserva un altro. Con un centro, sappiamo che questa cosa è rossa, ma un altro centro la vede blu. Ogni centro cerca sempre di convincere l’altro. Ecco cos’è la capacità critica.
Se due centri restano a lungo in disaccordo a proposito di una certa cosa, il disaccordo ci impedisce di pensarvi ulteriormente.
Se non interviene l’osservazione di un secondo centro, il primo continua a pensare allo stesso modo. Molto raramente noi osserviamo un centro a partire da un altro centro: ci succede solo per qualche attimo, forse un minuto al giorno. Quando dormiamo, non osserviamo mai un centro con un altro, e quando siamo svegli lo facciamo solo sporadicamente.
Nella maggioranza dei casi, ogni centro vive la propria vita, crede a tutto ciò che sente, senza discernimento, e registra ogni cosa così come l’ha sentita. Se ascolta qualcosa che non è una novità, si limita a registrare. Se sente qualcosa di discordante, per esempio una cosa che prima era rossa adesso è blu, allora fa resistenza, non perché vuole sapere la verità, ma semplicemente perché sul momento non ci crede. Ma poi crede, crede a tutto. Se qualcosa cambia, gli occorre solo un po’ di tempo per risistemare le sue percezioni. Se in quel momento nessun altro centro lo sta osservando, esso mette il blu sul rosso. Così blu e rosso restano sovrapposti. In seguito, quando consultiamo la registrazione, esso comincerà col rispondere “rosso”. Ma è altrettanto probabile che risponda “blu”.
È possibile assicurarci una percezione critica di ogni nuova impressione, se facciamo in modo che, durante la percezione, un altro centro si trovi presente e percepisca quelle informazioni da un’altra angolazione. Supponiamo che io in questo momento stia dicendo delle cose nuove. Se mi ascoltate con un solo centro, in ciò che dico per voi non ci sarà niente di nuovo. Dovete ascoltare in maniera diversa. Altrimenti, come non c’era niente prima, non ci sarà niente nemmeno dopo. Tutto ha lo stesso valore: il blu è rosso, il rosso è blu, e ancora una volta non c’è conoscenza. Il blu può anche diventare giallo.
Se volete sentire delle cose nuove in modo nuovo, dovete ascoltare in modo nuovo. È necessario usare questo sistema non solo nel lavoro, ma anche nella vita. Potete diventare un po’ più liberi, un po’ più sicuri nella vita, se cominciate a interessarvi a tutte le cose nuove, ricordandovele con un nuovo metodo: un metodo non più completamente automatico, ma semiautomatico, e facile da capire. Ecco in che cosa consiste: quando il pensiero è già presente, cercate di sentire con l’emozione; quando sentite con l’emozione, cercate di dirigere i pensieri sul sentimento. Finora, pensieri e sentimenti sono rimasti separati.
Cominciate a osservare la vostra mente: sentite emotivamente ciò che pensate. Preparatevi per il domani e salvaguardatevi dalle delusioni. Non comprenderete mai ciò che voglio trasmettervi, se vi limitate ad ascoltare nel solito modo.
Provate a considerare tutto ciò che sapete, tutto ciò che avete letto, tutto ciò che avete visto, tutto ciò che vi è stato mostrato: sono certo che non ci capite nulla. Se vi chiedete sinceramente: «Capisco perché due più due fanno quattro?» scoprirete che non ne siete affatto sicuri. L’avete sentito dire da qualcuno, e ripetete ciò che avete sentito. E non capite nulla non solo dei problemi della vita quotidiana, ma anche delle questioni di ordine superiore. Nulla di ciò che avete vi appartiene.
In voi c’è un bidone della spazzatura, e finora vi avete gettato tutto dentro alla rinfusa. Esso è pieno di cose preziose che potreste utilizzare. Ci sono degli specialisti che raccolgono ogni sorta di rifiuti dalla spazzatura; in questo modo alcuni si arricchiscono. Nel vostro bidone della spazzatura avete materiale a sufficienza per poter comprendere ogni cosa. Se riuscirete a comprendere, saprete tutto. Ma non c’è comprensione: il posto della comprensione è vuoto.
Immaginate di avere una grossa somma di denaro che non vi appartiene: per voi sarebbe molto meglio averne meno, anche solo cento dollari, purché fossero vostri. Purtroppo, nulla di ciò che avete vi appartiene.
Una grande idea si può accogliere solo con una grande comprensione. Ma noi siamo in grado di comprendere solo delle piccole idee, e nemmeno quelle.
È molto meglio avere una piccola cosa dentro di noi, che una grande all’esterno.
Prendetevi tutto il tempo necessario. Potete partire da qualunque cosa, e pensarci su; ma pensate in maniera diversa da come avete fatto finora.


– da “Vedute sul mondo reale” di G.I. Gurdjieff


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