venerdì 29 gennaio 2010

L’eredità della Legge fondamentale della vita


Ho letto con grande attenzione la tua lettera. Rispondo che la Legge fondamentale di vita e morte è Myoho-renge-kyo. Infatti i cinque caratteri (1) di Myoho-renge-kyo furono trasmessi al bodhisattva Jogyo dai due Budda Shakyamuni e Taho seduti nella Torre Preziosa, perpetuando un’eredità ininterrotta sin dall’infinito passato. Myo significa morte, ho vita. I due fenomeni di nascita e morte sono manifestati dalle entità dei dieci mondi, chiamate anche entità di Renge.

T’ien-t’ai disse: «Sappiate che tutte le cause e gli effetti degli esseri senzienti e dei loro ambienti (esho) manifestano la legge del Loto» (2) . In questa spiegazione «esseri senzienti e loro ambienti» designano vita e morte. Se c’è nascita e morte, c’è causa ed effetto ed è evidente che c’è anche la Legge del Loto (3) .

Il Gran Maestro Dengyo disse: «I due fenomeni di nascita e morte sono le funzioni misteriose della vita. Le due verità di esistenza e non-esistenza sono il vero beneficio dell’Illuminazione originale» (4) . Cielo e terra, yin e yang (5) , il sole e la luna, i cinque pianeti (6) , i vari mondi da Inferno a Buddità, non sono esenti dai due fenomeni di nascita e morte. Anche le loro nascite e morti non sono altro che nascita e morte di Myoho-renge-kyo.

T’ien-t’ai scrisse nel Maka shikan: «L’apparizione [di tutte le cose] è l’apparizione della loro vera natura (7) ; la loro scomparsa è la scomparsa di tale natura [nello stato di latenza]» (8). Anche i Budda Shakyamuni e Taho rappresentano i due fenomeni di nascita e morte.

Recitare Myoho-renge-kyo con la consapevolezza che non esiste alcuna differenza fra Shakyamuni illuminato nel lontano passato, il Sutra del Loto che è la strada dell’Illuminazione di tutti gli esseri, e noi comuni mortali, questa è l’eredità della Legge fondamentale della vita. Questo è essenziale per i discepoli, preti e laici, di Nichiren: questo è il significato di abbracciare il Sutra del Loto. (9)

Per chi, sentendosi giunto al suo ultimo momento, raccoglie la sua fede e recita Nam-myoho-renge-kyo, il sutra proclama: «Dopo la morte mille Budda gli tenderanno le mani per liberarlo dal timore e impedirgli di cadere nei cattivi sentieri» (10).

Che felicità! Come trattenere le lacrime di gioia sapendo che non uno o due, non cento o duecento, ma mille Budda verranno ad accoglierci con le braccia aperte?

Chi non ha fede nel Sutra del Loto sarà accolto dai guardiani dell’inferno che gli afferreranno le mani, come ammonisce il sutra: «...dopo la morte cadrà nell’inferno della sofferenza incessante» (11) . Che pena! I dieci re (12) lo giudicheranno e i messaggeri del cielo (13) che sono con lui dalla nascita denunceranno [i suoi atti malvagi].

Immagina quei mille Budda che tendono le braccia verso i discepoli di Nichiren che ora recitano Nam-myoho-renge-kyo, come meloni o convolvoli che tendono i loro tralci sottili. I miei discepoli nel presente hanno potuto abbracciare questo sutra in virtù del forte legame formato con il Sutra del Loto nel passato e senza dubbio otterranno la Buddità nel futuro.

Non interrompere mai il legame con il Sutra del Loto nelle tre esistenze, attraverso nascita e morte del passato, nascita e morte del presente e nascita e morte del futuro, si chiama trasmissione dell’eredità del Sutra del Loto. Coloro che non credono nel Sutra del Loto e lo insultano «distruggono tutti i semi della Buddità in questo mondo» (14) ; essi non ricevono l’eredità della Legge fondamentale della vita perché hanno distrutto il seme per divenire Budda.

In generale, che i discepoli di Nichiren, preti e laici, recitino Nam-myoho-renge-kyo in itai doshin (15) , senza alcuna distinzione fra di loro (16) , uniti come i pesci e l’acqua, questo si chiama eredità della Legge fondamentale della vita. Se è così, anche il grande desiderio di kosen-rufu potrà realizzarsi. Ma se fra i discepoli di Nichiren c’è qualcuno in itai ishin, sarebbe come uno che distrugge il suo castello dall’interno.

Io, Nichiren, ho cercato di risvegliare tutto il popolo giapponese alla fede del Sutra del Loto in modo che potesse condividerne l’eredità e ottenere la Buddità, ma invece mi hanno perseguitato in ogni modo e infine mi hanno esiliato in questa isola. Tu hai seguito Nichiren nonostante tutto e hai incontrato delle persecuzioni. Questo pensiero mi addolora profondamente.

L’oro non può essere bruciato dal fuoco né corroso e spazzato via dall’acqua, mentre il ferro è vulnerabile al fuoco e all’acqua. Una persona saggia è paragonabile all’oro, uno sciocco al ferro. Tu sei come l’oro puro perché abbracci «l’oro» del Sutra del Loto. Un brano del sutra dice: «Sumeru è la più alta di tutte le montagne; allo stesso modo il Sutra del Loto [è il alto di tutti i sutra]» (17) . E dice anche: «[La fortuna di un credente] non può essere bruciata dal fuoco né corrosa dall’acqua» (18) .

Non è dovuto alla relazione karmica formata nel passato se ora sei diventato discepolo di Nichiren? Certamente i Budda Shakyamuni e Taho lo sanno. Le parole del sutra «vita dopo vita nacquero insieme ai loro maestri nella varie terre di Budda» (19) non possono essere false.

Finora nessuno mi aveva fatto una domanda sulla trasmissione dell’eredità della Legge fondamentale della vita. È ammirevole, ammirevole! Comprendi bene ciò che ho spiegato dettagliatamente in questa lettera. Pratica solo Nam-myoho-renge-kyo, l’eredità trasmessa da Shakyamuni e Taho al bodhisattva Jogyo.

La funzione del fuoco è bruciare e dare luce. La funzione dell’acqua è lavare la sporcizia. La funzione del vento è spazzar via la polvere e soffiare la vita nelle piante, negli animali e nell’uomo. Quella della terra è far crescere l’erba e gli alberi, e quella del cielo è provvedere alla pioggia. Anche i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo operano così: sono le funzioni benefiche dei Bodhisattva della Terra. Il Sutra del Loto dice che il bodhisattva Jogyo deve apparire adesso per propagare questo insegnamento nell’Ultimo giorno della Legge, ma questo è accaduto realmente? Che il Bodhisattva Jogyo sia già apparso o no, Nichiren ha già cominciato la propagazione.

Sii fermamente deciso a risvegliare il grande potere della fede e recita Nam-myoho-renge-kyo con una mente corretta fino al momento della morte. Non cercare assolutamente un altro modo per ereditare la Legge fondamentale della vita; questo è il significato di «I desideri terreni sono Illuminazione» e di «Le sofferenze di nascita e morte sono nirvana». Senza l’eredità della fede, sarebbe inutile abbracciare il Sutra del Loto. Avrei molte altre cose da chiarire.


Rispettosamente

Nichiren, lo Shramana del Giappone.

11 febbraio 1272









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NOTE:
1. I cinque caratteri: negli scritti del Daishonin spesso Myoho-renge-kyo sta per Nam-myoho-renge-kyo.
2. Hokke gengi, vol. 7.
3. Legge del Loto: la legge di simultaneità di causa ed effetto.
4. Tendai hokkeshu gozu homon yosan, vol. 5.
5. Yin e yang: i due princìpi universali dell’antica filosofia cinese. Yin è il principio negativo, scuro, femminile; Yang è il principio positivo, chiaro, maschile. Dalla loro combinazione dipende la natura di tutte le cose.
6. Cinque pianeti: Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno. I pianeti più esterni non erano ancora stati scoperti.
7. Vera natura: letteralmente, natura della Legge (hossho), la vera natura immutabile o natura di Budda, presente in ogni essere e in ogni fenomeno.
8. Maka shikan, vol. 5.
9. Dal punto di vista del Buddismo di Nichiren Daishonin, quando si parla di Shakyamuni s’intende Nichiren Daishonin, il Budda originale di kuon ganjo. Quando si parla del Sutra del Loto ci si riferisce al Gohonzon, l’oggetto di culto del vero Buddismo.
10. Sutra del Loto, cap. 28.
11. Ibidem, cap. 3.
12. I dieci re dell’inferno: figure simboliche della tradizione religiosa popolare. In Cina l’inferno era rappresentato come un tribunale dei demoni in cui i morti erano processati per le loro azioni malvagie.
13. Messaggeri del cielo: Dosho (stessa nascita) e Domyo (stesso nome). Si diceva che questi due messaggeri stessero sulle spalle di ogni persona osservando tutte le sue azioni. Sono una metafora che indica le funzioni della legge di causa ed effetto.
14. Sutra del Loto, cap. 3.
15. Itai doshin: diversi corpi, uguale mente. Itai ishin: diversi corpi, diversa mente (o fede).
16. Letteralmente: senza alcun pensiero di me o degli altri, di questo o di quello. Non si tratta di una negazione dell’individualità, ma del superamento del divario fra persona e persona, che sorge dall’egoismo e dalla sfiducia.
17. Sutra del Loto, cap. 23.
18. Ibidem.
19. Ibidem, cap. 7.


Shoji Ichidaiji Kechimyaku Sho
Gosho Zenshu, pag. 1336
Scritto l’11 febbraio 1272, a 51 anni, da Sado
Destinato a Sairen-bo Nichijo


CENNI STORICI - Nichiren Daishonin scrisse questa lettera l’11 febbraio 1272, quando ancora viveva nel tempietto del cimitero di Tsukahara, sull’isola di Sado, dove era stato esiliato l’anno precedente. La lettera è indirizzata a Sairen-bo Nichijo, che in origine era un prete della setta Tendai. Circa un mese prima, il 16 e il 17 gennaio, Nichiren Daishonin aveva affrontato in un dibattito pubblico i preti dell’isola di Sado, dimostrando la correttezza dottrinale del suo insegnamento.
È probabile che Sairen-bo, esiliato a Sado per motivi a noi sconosciuti, forse per dei contrasti con le autorità, abbia deciso di diventare discepolo del Daishonin dopo aver assistito al dibattito di Tsukahara.
La setta Tendai, che aveva il proprio centro a Kyoto, al tempio Emyaku sul monte Hiei, era la massima scuola di filosofia buddista, ma la sua influenza sulla società del tempo si era notevolmente indebolita a causa dei continui e aspri contrasti con le sette rivali; in ogni caso, le profonde dottrine della scuola le assicuravano ancora un certo prestigio e il tempio del monte Hiei era pur sempre considerato il centro della cultura buddista in Giappone. Sairen-bo, che negli anni successivi ottenne il perdono dalle autorità e fondò un tempio chiamato Honkoku, poneva delle profonde domande sulla teoria buddista e Nichiren Daishonin rispose con alcuni scritti che rivestono una grande importanza. I principali sono L’Illuminazione delle piante, La vera entità della vita, La preghiera e L’eredità della legge fondamentale di vita e morte.
Questo Gosho è uno scritto breve, ma denso di significato, sia teorico che pratico. Probabilmente per Sairen-bo, uno studioso che conosceva a fondo i testi e aveva meditato a lungo sulle complesse teorie della scuola Tendai, era relativamente facile da capire.


1 commento:

Marco Guccio ha detto...

Grazie..l'ho pubblicato su Facebook..
Ciao :-)

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